Politica

Il Partito Democratico, circolo di Bagheria, sente il dovere di specificare quanto già detto in sedi ufficiali ed ufficiose circa la situazione politica ed amministrativa che attraversa la città di Bagheria.

In premessa bisogna specificare che il PD ha sempre tentato di verificare in sedi amministrative e politiche (riunioni di coalizione) la necessità per l'Ente di adottare un serio piano di risanamento che evitasse le conseguenze nefaste che un eventuale dissesto può provocare.

Ritenevamo ieri e riteniamo oggi che politica significhi responsabilità e responsabile sia l'atteggiamento di chi, per salvare un Ente e la città tutta dalle conseguenze del disssesto, accetta proprio malgrado di votare l'aumento delle tariffe per dare una speranza a questa città.

Purtroppo questa medesima responsabilità non è stata condivisa dal resto della classe politica sia di maggioranza che di opposizione forse perchè si crede che un eventuale commissario deresponsabilizzi la politica tutta da scelte che graveranno sulla collettività.

Noi, oggi come ieri, riteniamo opportuno che questa classe dirigente e l'apparato politico lavori per tentare di trovare soluzioni idonee per salvare l'Ente anche chiedendo un parere consultivo alla Corte dei Conti o aspettando la conversione del decreto legge 174 che potrebbe comportare modifiche al testo.

Nella nostra sia breve permanenza in giunta abbiamo puntato l'attenzione su importanti voci di entrata per l'Ente come il recupero degli oneri di concessione, la lotta all'evasione fiscale e la razionalizzazione delle spese sul COINRES ed abbiamo sollecitato l'adozione del nuovo PRG prima di una nuova aggressione che cementificherebbe il nostro già martoriato territorio.

Vogliamo continuare a batterci su questi punti così come vogliamo continuare a collaborare con le sigle sindacali che sempre più spesso ci hanno indicato quali sono le razionalizzazioni possibili sulla spesa del personale che comporterebbero risparmi e maggiore efficenza alla macchina comunale.

Non siamo sordi al richiamo di chi ci chiede cosa accadrà oggi in caso di dissesto perchè ne scorgiamo gli esiti sociali in quanto non solo le tasse aumenteranno e alcuni lavoratori andranno in mobilità ma anche alcune cooperative saranno destinate a chiudere i battenti e con loro aumenteranno le sacche di povertà in una città già socialmente ed economicamente martoriata.

Rivolgiamo ancora una volta l'invito al sindaco Lo Meo per tentare di verificare se vi sono i margini per un piano di risanamento e per verificare la competenza della classe dirigente nella sua attuazione. Questa è la sfida più grande che la città chiede così come chiede di verificare se vi sono responsabilità di gestione.

Se questa sarà la strada scelta dal sindaco Lo Meo noi, con senso di responsabilità, saremo al suo fianco sui singoli atti amministrativi concertati e utili per la città di Bagheria.

Abbiamo però la necessità di chiarire che non ci sarà nessun coinvolgimento ufficiale o ufficioso da parte del Partito Democratico nella Giunta che il Sindaco Lo Meo si appresta a ricomporre.

Non indicheremo nè politici nè tecnici d'area perchè ad oggi non intravediamo un percorso politico condiviso tra le forze di quest'amministrazione e la politica viene prima dell'occupazione di poltrone di qualsiasi tipo e natura.

Il segretario del Partito Democratico
Maria Laura Maggiore 

Lunga conferenza stampa oggi al Comune con il sindaco Lo Meo e la segretaria Mimma Ficano, con la contestuale presenza dei capisettore Giovanni Mercadante, Laura Picciurro, Vincenza Guttuso e Costantino Di Salvo.

Tanti i giornalisti e tra questi la troupe del TG3 regionale, testimonia che il fallimento, chè di questo si tratta, del più grosso comune dopo il capoluogo è una notizia importante.

Questi i passaggi più significativi della conferenza stampa del sindaco, integrati dagli interventi soprattutto della segretaria Ficano e dalla dirigente del settore finanziario Guttuso.

PERCHE'  IL DISSESTO

Mancavano 9.000.000  di euro per chiudere il bilancio in pareggio, come prescrive la legge, al comune erano venuti meno  oltre 3.000.000 di euro di minori trasferimenti dallo Stato e di circa 800.000 euro dalla Regione, ma non solo: il fatto che il consiglio comunale abbia bocciato la proposta della giunta di incremento IRPEF comunale e IMU (che comunque subiremo) ha fatto venir meno un introito potenziale di 6.500.000 circa di euro.

Anche il raddoppio della Tarsu rispetto agli oltre 9.000.000 di euro previsti in entrata ha dato un gettito di poco meno di 4.500.000 di euro.

A complicare le cose sono venuti a mancare 1.400.000  euro dovuti ai minori introiti di oneri di costruzione per la nota vicenda del blocco dell'annullamento del  Piano Regolatore genrale

Impossibile quindi far quadrare i conti.

Secondo il sindaco Lo Meo quindi, al punto in cui si era arrivati la dichiarazione del dissesto è l'unica strada percorribile, e ad oggi, una alternativa credibile e praticabile non esiste. 

MEGLIO  IL DISSESTO ?

 Paradossalmente ma non tanto, lascia intendere Lo Meo, è stato meglio il dissesto piuttosto che altre soluzioni abborracciate come quella di andare ad approvare, come è accaduto lo scorso anno un bilancio che non rispettasse il patto di stabilità, sforato nel 2011 per quattro milioni di euro: ma l'anno scorso, precisano sindaco e segretaria, la sanzione prevedeva la riduzione in termini di minori trasferimenti dallo Stato, che era però calcolata percentualmente, il 3% cioè di quattro milioni.

La norma però è cambiata, e prevede come sanzione, una riduzione dei trasferimenti pari all''entità di sforamento del patto.

Questo vuol dire che anche se fosse stato approvato un bilancio in pareggio ma che non rispettasse il patto di stabilità, questo  ci avrebbe esposti il prossimo anno a non avere più di fatto tarsferimenti dello Stato; avremmo insomma differito il problema con conseguenze di una garvità  incalcolabile.

IL  DECRETO  SALVACOMUNI

L'unica possibilità di salvezza avrebbe potuto consistere nel cosiddetto "decreto salvacomuni", il cosiddetto 174, approvato dal governo nazionale il 10 ottobre 2012 e che dovrà essere convertito in legge entro il 9 dicembre.

Ed è attorno a questa scadenza che ruotano le perplessità delle opposizioni , il Partito democratico in particolare.

Nell'attuale formulazione -chiarisce però il sindaco- il decreto salvacomuni che prevede, sia detto per inciso, la erogazione di un mutuo redimibile in dieci anni, e che per il nostro comune sarebbe potuto arrivare sino a 5.000.000 di euro, non è utilizzabile da Bagheria, perchè una delle condizioni previste è che l'Ente comunale abbia già approvato il bilancio; cosa che Bagheria non ha fatto.

Vero è che si potrebbe aprire, prima della definitiva conversione in legge, una maglia sotto forma di un emendamento di cui si parla, che consentirebbe  l'accesso al beneficio del mutuo-ptrdtito anche ai comuni senza bilancio, ma la segretaria Fricano ha spiegato bene che le condizioni per accedere a questo mutuo sono condizioni capestro, con una rigidità nell'applicazione, che lascia preferire di farne a meno.

L'ITER  PER LA DICHIARAZIONE  DEL  DISSESTO

Definita una ricognizione che sia la più possibile vicina alla realtà del debito e della sua composizione ( debiti fuori bilancio, fatture non ancora onorate per fornitura di beni e servizi, Coinres ecc..), verrà portata in consiglio, dopo un preventivo passaggio dalla giunta, la dichiarazione di dissesto, che dovrà essere il consiglio comunale ad approvare: contestualmente arriverà in consiglio la determina che aumenta al massimo tutte le tariffe comunali IRPEF, IMU e probabilmente anche la TARSU.

Approvata o respinta, questa delibera viene mandata al Ministero degli Interni che preso atto della impossibilità del comune di formulare un bilancio  e di fare fronte alla propria situazione debitoria, propone alla approvazione del presidente della Repubblica un decreto di nomina di una terna di commissari due degli Interni e uno prefettizio che gestiranno il debito del Comune, in particolare i debiti fuori  bilancio.

LA GESTIONE  DEL DISSESTO

E' molto simile alle procedure adottate dai curatori fallimentari di aziende private: si chiamano i creditori e si propone una transazione che prevede un taglio dal 40 al 60 % della somma che il comune dovrà sborsare: l'entità del taglio lo decide il consiglio comunale.

Nel frattempo sindaco, giunta e consiglio continuano ad amministrare le partite correnti.Naturalmente i commissari per un periodo di cinque anni vigileranno sull'approvazione di bilanci in vero pareggio.

LE  RICADUTE  SUL  PERSONALE

Non sono ancora chiare, perchè la legge parla di adeguamento delle unità di personale ai parametri nazionali, che sono di un dipendente ogni 122 abitanti; attualmente il comune ha in forza 426 dipendenti (394 effettivi oltre 32 contrattisti), e la dotazione organica ottimale dovrebbe ascendere a 515 dipendenti, ma non è stato ancora accertato, se e come debbano essere messi nel conto il numero di dipendenti delle società partecipate, leggi Coinres, e si capisce bene come possano cambiare le cose, peraltro con una sentenza di terzo grado sul personale Temporary, che ancora si attende che venga pronunciata.

ENTITA DEL  DEBITO

E quà i numeri diventano ballerini e non potrebbe essere altrimenti per motivi comprensibili. I debiti fuori bilancio sinora accertati e riconosciuti ascendono a 28.000.000 euro, ma la situazione è estremamente mutevole, naturalmente in peggio, perchè giorno dopo giorno arrivano sentenze di contenziosi pregressi, in particolare si attendono  quelle relativi ai famosi piani di lottizzazione revocati dai commissari prefettizi nel dicembre del 1999 e ritenuti invece legittimi con sentenze definitive dal Tar o dal Consiglio di giustizia amministrativa.

Poi ci sono le fatture da onorare che giacciono o presso il tesoriere o presso i vari uffici in attesa della liquidazione, che sono, butta giù la Guttuso, circa otto milioni di euro.

Si pensi che il comune è fermo con i pagamenti della gran parte di beni e servizi erogati da ditte o da privati al dicembre 2010. Ci sono cioè quasi due anni di fatture da liquidare.

Ma non basta: tra i debiti va anche considerata la scopertura preso il Monte dei Paschi che è di circa 9 milioni di euro, dei quali cinque sterilizzati perchè accantonati per al pagamento di rate di mutui, ma normalmente ormai il comune è fuori per una cifra che oscilla sempre tra i tre e i quattro milioni di euro.

Insomma un conteggio molto vicino alla realtà avvicina il nostro debito a circa 50.000.000 di euro.

In sottofondo la polemica dei consiglieri presenti che rimproverano al sindaco troppa precipiatzione nell'aver voluto annunciare la dichiarazione di dissesto: bisoganava provarci ancora dicono alcuni: ma non si capisce come dopo la bocciatura da parte del consiglio delle proposte di incremento IRPEF e IMU

VAI AL VIDEO 
Dissesto unica via ? di bagherianews

 

Il 24 novembre sarò a fianco degli operatori della scuola (docenti, ATA e studenti) perché ancora una volta, anzi per l'ennesima volta viene mortificata l'istituzione per eccellenza, viene calpestato uno dei fiori all'occhiello della nostra democrazia, una delle poche istituzioni che funziona in Sicilia. 

 

Ricordo a me stesso che siamo riusciti a andare avanti nonostante le guerre di mafia degli anni '70 e '80 e le stragi del 92 grazie alla scuola, grazie a quei docenti, sorretti da "illuminati" dirigenti scolastici, che non si sono fermati al raggiungimento degli obiettivi formativi legati ad un programma ministeriale ma hanno dedicato tempo e forze per rendere la scuola uno spazio aperto dentro la città, una zona franca dove poter fare cultura, imparare anche un mestiere.

Dentro la scuola è iniziata la lotta di tanti genitori e docenti per l'integrazione dei bambini portatori di handicap.

Sono le scuole che nei quartieri di periferia fanno fronte al più alto tasso di abbandono scolastico, si occupano dei bisogni delle famiglie supplendo ad istituzioni spesso incapaci e inermi.
Nella scuola si formano le classi dirigenti, i professionisti, i lavoratori, i cittadini e le cittadine.

Devo tutto alla scuola, ai miei insegnati, agli educatori che con il loro esempio, con il loro entusiasmo, con la voglia sempre di sognare e credere nella realizzazione di quei sogni, trasmettono ancora oggi un forte senso di "corresponsabilità" e di "interesse" per le cose che ci circondano e per la nostra città.

In questo forte momento di crisi economica, di "quasi" assenza della politica, nel momento in cui la nostra città dovrà vivere momenti difficilissimi e dove sembra che sia "debole" la presenza delle classi dirigenti e di governo, la scuola rimane, insieme alle parrocchie e alle realtà associative, l'unico punto di riferimento.

Ci sarò, perché vivo nella scuola, ci sarò perché voglio credo nella scuola, ci sarò perché rappresento una istituzione che pur con i propri limiti, pur nella difficoltà di essere all'altezza di ciò che rappresento e quindi i cittadini di Bagheria, deve difendere la scuola. è dovere di ognuno. e spero che insieme agli insegnati ci siano pure i genitori, le famiglie e le altre istituzioni. 

Emanuele Tornatore

Il proverbiale attivismo del sindaco Lo Meo ha raggiunto in queste settimane livelli parossistici: dall’eterno problema del Coinres, complicato dal furto del carburante e delle chiavi dei mezzi di raccolta, al dissesto imminente con i creditori alle porte preoccupati della fine che faranno i crediti vantati nei confronti del comune, sino alla soluzione di una crisi alla quale Lo Meo vorrebbe dare una risposta, almeno parzialmente, nuova, ma con l'inevitabile ed estenuante confronto-scontro con interessi e partiti.

C’è n’è abbastanza per fare andare in tilt i telefonini del sindaco che squillano ininterrottamente.

Andiamo al primo punto fermo: Lo Meo, anche se sta pagando, in questa esperienza da sindaco, un prezzo politico e umano altissimo, si sente uno tosto che non intende mollare.
Ritiene di potere gestire questo difficilissimo passaggio che durerà due-tre anni in cui i commissari si occuperanno del ripiano dei debiti, mentre sindaco giunta e consiglio gestiranno la partita corrente.

Sulla carta, e da un punto di vista squisitamente tecnico separare i due piani sembra possibile, (la legge non esclude la coesistenza di commissari liquidatori e organi elettivi), ma dal punto di vista politico e nei fatti sarà molto più complicato..

In questo momento è la soluzione che Lo Meo intende dare all’abbandono della giunta di tre assessori, il problema che lo assorbe maggiormente.

Lo strappo del Partito Democratico non è di poco momento: uno tra i partiti protagonisti della gestione amministrativa nell'ultimo decennio a Bagheria si tira fuori e abbandona il sindaco al proprio destino, proprio quando paradossalmente alla Regione c'è un presidente e una giunta di centrosinistra, con PD e UDC alleati.

Forse perchè non credono che si andrà ancora avanti per molto.

Ha una posizione chiara il P.D. che serve per il presente soprattutto per il futuro: nessun nome né tecnico né politico verrà segnalato al sindaco per l’incarico di assessore, ed il voto, volta per volta, verrà maturato in consiglio in relazione ai provvedimenti che verranno esaminati. Mani libere dunque.

Lo Meo, ed è questo riteniamo uno dei suoi limiti politici, stenta ancora a prendere consapevolezza che in una situazione eccezionale come quella che Bagheria sta vivendo serve dare una risposta altrettanto eccezionale ed originale: il sindaco rimane per troppo aspetti legato ad un modo vecchio di fare politica, dove la mediazione, l’accontentare tutti o il non dispiacere a nessuno, che è la setssa cosa, sembra essere la regola aurea, che nel periodo che stiamo vivendo non è detto però che funzioni e che sia la più giusta.

Lo Meo tenterà, come pare di capire stando ad alcune sue dichiarazioni, di legare il vecchio con il nuovo, di tentare una strada sinora inesplorata come la giunta tecnica, con il sostegno di una parte almeno dei partiti.

Lo Meo, anche se ha ben capito che si salva se butta a mare il consiglio con scelte di rottura, con altrettanta lucidità non intende disconoscere l’appoggio che alcune forze politiche gli hanno dato, anche se con discontinuità e incomprensibili distinguo, nei momenti difficili.

E’ quasi certo pertanto che gli assesori di FLI, Franco Cirafici, e Pietro Miosi dell’ UDC verranno confermati magari con qualche ritocco delle deleghe.

Per quanto riguarda l’Altra Bagheria, la lista civica che lo ha sostenuto alle elezioni,  si parla di un rimescolamento di carte interno: pare che Piero Tornatore, attuale assessore all'urbanistica, oberato da impegni di lavoro voglia tirarsi fuori; ed in questo caso l’erede, come dire naturale, sarebbe Massimo Mineo, visto che la legge prevede che si possa essere consiglieri ed assessori.
Sui tre nuovi c’è una grande confusione: circolano i nomi più disparati, anche se quello che può essere considerato più credibile è quello di Dora Favatella Lo Cascio, che andrebbe ad occupare la delega ai Musei e alla cultura.
Una decisione che non potrà che essere salutata positivamente: al di là e al di sopra di qualunque altra considerazione  rimane il fatto che la Direttrice per trenta anni del Museo "R.Guttuso", da agosto in pensione, sia una figura la cui preparazione e il cui prestigio è conosciuto e riconosciuto da Palermo all'intera Sicilia sino a Roma.

Gli altri nomi che circolano sono stati per cosi dire dei ballon d'essai, dei nomi di assaggio: alcuni hanno suscitato un vespaio nell'apparato amministrativo  e tra i partiti, e Lo Meo, che proprio Robespierre non è, li ha prudentemente ritirati, preferendo ripiegare su figure meno caratterizzate anche se avrebbe in serbo una novità negli organigrammi politici anche informali da utilizzare a supporto della giunta.

Non è facile che la crisi si risolverà in settimana: si ragiona ancora sull'assessore al bilancio e su quello ai Lavori pubblici, con il primo soprattutto che dovrà essere un nome di indiscussa esperienza, preparazione e prestigio, non  facile da individuare.

Ha certamente un progetto in testa Lo Meo, in relazione anche alla rivoluzione Crocetta che si produrrà alla regione, dove in trasparenza si intravede una gestione dei rifiuti che torna in capo ai comuni, una, anche se parziale deroga, al patto di stabilità, l'arrivo di risorse straordinarie che verrebbero assegnate alla regione in cambio di una riduzione di spese e taglio di privilegi che Crocetta pare voglia affrontare di petto, oltre ad un piano regolatore che dovrebbe arrivare al traguardo dell'adozione.

La speranza finale risiede, nel giro di due-tre anni, nella ripartenza dell’economia e nel flusso di risorse che dovrebbero arrivare in Sicilia dall’Europa e nella velocità di un loro impegno in progetti utilie produttivi.

Saranno due tre anni di trincea per poi passare al contrattacco, almeno questa sembra la strategia. Ma la domanda è sempre la stessa: di fronte ad una crisi che morde come mai, reggerà il quadro politico locale?
 

Altri articoli...