Mafiosi, una risata vi seppellirà! di Maria Luisa Florio

Mafiosi, una risata vi seppellirà! di Maria Luisa Florio

cultura
Typography

Risponda alla mia domanda: "Esiste la mafia"?, viene chiesto al boss Luciano Liggio. Lui guarda ad uno ad uno tutti gli astanti poi, rivolto al Presidente della Commissione, risponde:

Mi scusi, ma se esiste l’antimafia!..."

Questo è solo uno dei gustosi aneddoti che sabato sera hanno divertito un folto e interessato pubblico in un gremito teatro Branciforti, con lo spettacolo-dibattito dal titolo: "I boss: quelli che le sparano grosse!", organizzato dall´associazione antiracket e antiusura del comprensorio bagherese e da “Controscena - officine culturali”.

Ospiti d’eccezione: il grande attore e umorista satirico Pino Caruso e lo scrittore Lino Buscemi, avvocato, esperto di comunicazione pubblica e co-autore del volume "Mi sento tra l´anguria ed il martello" (Mondadori, 1996). Con loro, il presidente dell’associazione antiracket Pippo Cipriani e lo scrittore bagherese Maurizio Padovano.

Lino Buscemi e il grande comico palermitano hanno dato vita ad uno straordinario e vivace dialogo condito da gustosi aneddoti su mafiosi e mafiosità scoprendo e facendo scoprire, ad un numeroso e divertito pubblico, retroscena grotteschi e sconosciuti di una mafia agricola e ignorante. Hanno fatto ridere e sorridere con stralci di verbali surreali, battute umoristiche, sparate vere e proprie che hanno abbozzato un ritratto dei boss nostrani con la matita grossa dell’ironia. La satira serve a riflettere e a sintetizzare. Non c’è vera cultura senza comiciha detto Pino Caruso. Spesso però le fiction televisive sull’argomento tendono a mitizzare i loro protagonisti in special modo se, negli spettatori, non c’è il giusto filtro culturale.

A tal riguardo però - ha ricordato Padovano- dai Sopranos, sul lettino dello psicanalista, a Roberta Torre e Abel Ferrara c’è stato, e continua ad esserci, per fortuna, anche del cinema a sfondo satirico. Ma il problema dei problemi continua ad essere la contiguità tra mafia e politica. Anche in questo campo spesso la satira arriva prima dei magistrati: “Lima come John Lennon: ucciso da un fan”. Con questo titolo, infatti- ha ricordato Padovano- uscì un giornale satirico alla notizia della morte dell’onorevole siciliano. E ancora, la difficoltà di definire questo fenomeno che lascia anche lo storico Pitrè alle prese con la ricerca di una difficile etimologia piuttosto che all’analisi di un triste fenomeno che ha radici lontane.

Lo ha rivelato, nel suo interessante apporto dal pubblico, Natale Tedesco che ha finito poi col ricordare l’intervista del nostro presidente della Regione Raffaele Lombardo rilasciata, nei mesi scorsi, sul Corriere della sera. Troppi gli scrittori che secondo Lombardo, novello critico letterario, hanno dato un’idea distorta della Sicilia a cominciare da Omero e dall' Odissea «Il primo della lunga serie di scrittori che hanno umiliato i siciliani è Omero- ha affermato infatti lombardo nell’intervista citata- Polifemo era un pecoraio che badava al gregge e vendeva il suo formaggio. Ulisse arriva dal mare, sconfigge il gigante cattivo, lo acceca e passa pure alla storia come il civilizzatore».

A queste sconcertanti affermazioni- ha detto Natale Tedesco, peraltro insigne studioso di De Roberto- non è seguita alcuna replica. Una vicenda davvero incredibile”. “Purtroppo il problema è che non abbiamo un giornale nazionale- ha risposto Caruso- le repliche, quando arrivano, si fermano a Palermo perché già a Catania c’è un altro giornale”. Chissà cosa ne hanno pensato in Lombardia. Ma la satira, che sintetizza e punge, sempre ci consola. “La matita di Gianni Allegra, che si occupa delle vignette nell’edizione palermitana di Repubblica- ha detto in conclusione Padovano- da quella famosa intervista in poi, disegna Lombardo con un unico occhio in fronte.”

E’ proprio vero: la satira arriva sempre prima. Quanto vale farsi una risata.



In foto, Maria Luisa Florio