Gli sforzi di questa amministrazione comunale per far tornare Bagheria alla normalità sono sotto gli occhi di tutti, sicuramente non mancano le buone intenzioni, ma le idee in campo volano basse e non sono adatte per una città come la nostra.
Il piacere di organizzarmi la giornata con l’agio del pensionato è veramente immenso; ad esempio non disdegno i programmi televisivi e, tra questi, amo seguire le biografie dei grandi personaggi e gli approfondimenti sui fatti della politica. I primi li trovo un mero godimento, i secondi, in genere, mi deprimono. Un’altra cosa che mi piace fare è presenziare ad eventi culturali degni di questo nome, che qui a Bagheria sono piuttosto rari, quindi mi rifugio nella scrittura anche se non è proprio il mio mestiere.
Da cultore del libero pensiero condivido una frase di Guttuso che dice: “Interventi di questo tipo non solo non incitano verso l’approfondimento e la meditazione dei problemi, ma risuonano di metodi vecchi che in altri settori della vita (…) sono stati giustamente abbandonati, scoraggiano la ricerca della verità, e conducono ad accontentarsi di risposte ovvie, ossia finte risposte”.
Questo per dire che le mie riflessioni, invece, si candidano a incentivare la meditazione e, nei limiti del possibile, la ricerca della verità.
In questa occasione non tratterò un argomento specifico, mi limiterò a fare due domande alle quali io, come pure voi, dovremmo dare una risposta.
La prima: Se decidessimo di trascorrere un pomeriggio fuori casa, rimanendo a Bagheria, avremmo dove andare?
La seconda: Abbiamo degli ospiti venuti da fuori e vogliamo mostrargli le meraviglie di Bagheria, pensate sia possibile organizzare agevolmente un tour per le ville barocche e, ancora, mostrargli adeguatamente le opere dell’ingegno dei nostri concittadini illustri? *
Penso di poter affermare che la risposta è NO! Ciò nonostante, dopo un ulteriore approfondimento, viene fuori che la civitas bagherese, in passato, ha edificato un “faro” per l’arte e la cultura, degno di essere tramandato ai posteri per tenere acceso l’interesse per la bellezza e il sapere, ovvero, i cardini della nostra identità. Adesso, pian piano, questo “faro” si va spegnendo, mettendo in discussione detti valori. Non smetterò mai, per tali ragioni, di dare fiato alle trombe, come ho sempre fatto, e come testimonia questa lettera, scritta dal poeta Castrense Civello, e inviata (a mio nome) a Renato Guttuso, in occasione dell’apertura della prima Galleria d’arte a Bagheria, “il Nibbio”.
“Illustre Maestro,
vorrà scusarci se con il fuoco vivo della giovinezza che arde in ogni fibra le ricche correnti di poesia, ma in autentica umiltà per i valori perenni dell’Arte, le rivolgiamo la grande nostra preghiera, che è l’aspirazione dei giovani che lottano per una nuova, migliore Bagheria.
Questa nostra preghiera è tutt’accesa dal miraggio del Suo nobilissimo Cuore, che trasse dal macerante travaglio della propria smisurata passione per l’Arte i personaggi più vivi e vitali, incarnati in poemi scritti dal magistero dell’arte, dopo aver saputo degnamente conferire loro grandioso realismo di affresco, di figure e di voci. Appunto, in questa Bagheria, in cui la tradizione pittorica dell’Ottocento prese il suo primo avvio per legarsi mirabilmente col Suo insigne esempio, è sorto un Centro d’arte, che non ha soltanto importanza per la genialità dell’innovazione o per l’interesse dei fini che la sua realizzazione presenta. E se è vero, com’è vero, che le arti, le lettere, le scienze, sono i fattori che maggiormente influiscono nella caratterizzazione di una civiltà, e costituiscono la base culturale atta a definire il costume morale e civile di un popolo, apriamo i battenti del nostro Cenacolo, perché, non a proprio esclusivo beneficio, intendiamo chiamare la nostra gente per raggiungere ogni migliore risultato per l’educazione, per la cultura e per il sapere: per questo, desideriamo offrire un più largo afflato nelle opere del vero, del buono, del bello, cui debbono essere chiamati tutti i cittadini di ogni età, di ogni ceto…”.* Penso al famoso memoriale dei personaggi illustri di Bagheria
Foto di copertina Renato Guttuso ed Ezio Pagano all’inaugurazione della Galleria “il Nibbio”, 1968