Uno era Tommaso Di Cristina, venditore di verdura; quella volta si rifiutò di togliere i suoi “tinozzoli” che, sistemati sulla strada, impedivano il libero passaggio (allora) di carretti e carrozze. E uno era Giuseppe Martorana, rondiere, incaricato dal giudice Francesco Rodanò del servizio urbano, che da quel giudice, a forza, lo condusse. Il giudice, naturalmente, del fatto scrisse al direttore di polizia.
Giudicato Regio del Circondario Bagaria
Al Signore Sig. Direttore del Dipartimento di Polizia
Bagaria 10 settembre 1855
Signore. Ieri, verso le ore ventidue, questo rondiere Giuseppe Martorana standosi per mio ordine ad invigilare in questa pubblica piazza per lo sgombramento delle tavole, e panche, che messe al di là del marciapiede della via in contravvenzione alle regole della polizia urbana, frappongono inciampo al libero tragitto delle carrette, e carrozze, facevasi ad avvertire il venditore di verdure Tommaso Di Cristina a torre di mezzo i suoi tinozzoli che ingombravano parte del libero passaggio. Indocile intanto cotestui, ed ostinato ad eseguirne gli ordini, frapponeva degli ostacoli indugiando e richiamato al dovere rispondeva con atti offensivi a segno di non volersi sin’anco arrendere a farsi dinanzi a me condurre, perlochè veniva poscia colla forza obbligato a farlo. Accertata io quindi la veracità d’un tal fatto, perché questi venditori apprendano una volta per sempre ad essere rispettosi ed ubbidienti agli agenti della pubblica forza incaricata della esecuzione d’un servizio, poiché il Di Cristina non ha dato motivo a farsi avvertire di sua precedente politica e morale condotta, mi son limitato a farlo economicamente trarre in arresto.
Il Giudice Regio
Francesco Rodanò.
Il risultato fu dunque il carcere. Poteva andargli peggio? Pare di sì, se non avesse tenuto una condotta politica e morale buona. Per quanto tempo doveva stare in carcere lo sappiamo da quanto il prefetto scrisse, al solito, al direttore di polizia.
Prefettura di Polizia
Carico 2 Num. 15447
Al Signore Sig. Direttore di Polizia presso il Real Ministero di Stato in Sicilia
Palermo 13 settembre 1855
Signor Direttore. Scrivemi il Giudice Regio di Bagheria, che il dieci corrente il rondiere Giuseppe Martorana incaricato per la sorveglianza della polizia urbana invitava il verdumajo Tommaso Di Cristina a torre di mezzo i suoi tinozzoli che teneva al sito di passaggio in onta alla proibizione che precedentemente gli avea fatta. Però il Di Cristina mostravasi indocile e renitente sinanco a presentarsi al Giudice e ne fu forzatamente tradotto. Quel funzionario ne disponeva l’arresto ma aggiungeva che il Di Cristina ha tenuto sempre regolare condotta politica e morale ragione per cui gli ho rescritto lasciando alla sua prudenza la durata della detenzione purchè non ecceda otto giorni. Lo rassegno alla di lei superiore intelligenza.
Pel Prefetto
Il Segretario Generale
Giuseppe Denaro.
ASP, Real Segreteria di Stato presso il Luogotenente Generale in Sicilia, Dipartimento Polizia, Filza n. 1078, Documento non numerato.
Biagio Napoli