L’impegno civile e umano nelle opere di Silvio Benedetto esposte a Casteldaccia. Una grande occasione per la cittadina che, dal 2 all’11 gennaio 2019, nella storica Torre Duca di Salaparuta, ospiterà alcune opere del grande artista italo-argentino, nato a Buenos Aires nel 1938, pittore, scultore, fotografo, erede anche di un certo muralismo impegnato alla Diego De Rivera.
La Sicilia è terra assai cara all’artista: siciliani erano i suoi nonni materni, e qui si è svolta gran parte della sua attività pittorica, muralistica, di fotografo, teatrale (il famoso teatro negli appartamenti), culturale, accanto a grandi nomi del mondo dell’arte: da Guttuso a Sciascia, dalla Maraini a Ignazio Buttitta.
“INCONTRO CON SILVIO BENEDETTO” è dunque un’occasione imperdibile per fare la conoscenza di un grandissimo artista a cui è anche dedicato un museo nelle Gole dell’Alcantara e che ha fatto parlare di sé nel mondo. E’possibile, infatti, ammirare alcune delle sue opere più recenti (come l’imponente installazione “Incidente sul lavoro – ieri come oggi, oggi come ieri”, o l’inquietante olio su tela “Intervento nel paesaggio”, o il pregiato “Pasolini”) insieme ad altre opere già note, ma sempre “vive”, forti e pulsanti (come il suo panico “Caronte”, o il drammatico olio su tela “La processione”, o il lirico trittico “La Boheme”).
L’allestimento è stato pensato dall’artista articolando le sue opere secondo tre tematiche principali – “Il mare del mito”, “Il volto”, “Dialoghi” – e comprende cenni sul suo muralismo ben curati e documentati da Silvia Lotti (la moglie, di cui è allestita una concomitante mostra alla Chiesetta del Rosario, sempre a Casteldaccia) e di cui hanno scritto anche Dacia Maraini, Renato Guttuso, Marzia Ratti, Leonardo Sciascia.
Della vastissima attività internazionale di Silvio Benedetto, è possibile ricordare qui soltanto alcuni aspetti, quelli principali, collegati alla Sicilia. Qui lavora dagli anni Settanta, a volte mettendosi anche in contrasto con la morale perbenista del tempo: famosi gli scontri con Cincimino e il cardinale Pappalardo per i contenuti delle sue opere, spesso censurate. Nell'incendio del Palace Hotel di Mondello nel 1973 rimase distrutta la sua tela “Ratto di Santa Teresa - dialogo con Bernini”, sullo stesso tema resterà solo una cartella di incisioni con prefazione di Leonardo Sciascia. A Caltanissetta nel 1974 realizza il Cristo del Politeama, opera di 33x33 m. che, instal¬lata a Palermo nella notte di Natale '74, è stata al centro di notissime e documentate polemiche.
A Palermo nel 1978, con Alida Giardina apre il "Teatro del Vicolo". Di questo periodo è anche la sua grande tela "Madonna, mondo e bambini" (Ravanusa, Agrigento) che, de¬nominata dalla stampa "La Madonna incinta" origina un'enorme polemica nazionale ed internazionale.
Ad Agrigento con il "Piccolo Teatro Pirandelliano" ha diretto due memorabili edizioni de "La sagra del Signore della nave". D'altronde fin dai suoi primi contatti con questa terra, Benedetto ha organizzato numerose mo¬stre-incontri sulla Sicilia, in Italia e all'estero, e la regione è stata assai rappre¬sentata nelle Cinque Terre, nell’omonimo Festival ideato e creato da Benedetto con Alida Giardina e a cui hanno partecipato, negli anni, grandi artisti: Leonardo Sciascia, Ignazio Buttitta, Carlo Levi, Ciccio Busacca, Rosa Balistreri, Antonino Pasqualino Noto, Renato Guttuso, i fratelli Cuticchio, ecc.
Con questi illustri trascorsi, avere Benedetto a Casteldaccia -complici il pittore Giovanni Castiglia e la compagna Francesca Liga, ma anche la disponibilità dell’amministrazione comunale- e ammirare le sue forti composizioni, appare come un autentico e prezioso regalo. In tempi in cui ritorna preponderante la riflessione verghiana tra vincitori e vinti, in cui si erigono muri e si emarginano gli ultimi, le opere di Benedetto danno voce ad un’umanità dolente, ma viva e piena di dignità.
La mostra resterà aperta fino all’11 Gennaio dalle ore 11 alle 13, martedì anche dalle ore 16 alle 19. Escluso il sabato e la domenica, in quanto ospitata all’interno dei locali comunali. E questo è un vero peccato. Affrettatevi, dunque, ne vale davvero la pena.
mlf