Ho conosciuto Ludovico Corrao perché frequentavamo gli stessi luoghi dell’arte e così ci siamo trovati fianco a fianco in diverse occasioni. Una di queste è stata la “Veglia per la pace”, che si tenne in piazza Politeama a Palermo.
Alla manifestazione aderirono l’On. Pio La Torre, i pittori Renato Guttuso, Bruno Caruso e Carlo Levi, il poeta Ignazio Buttitta, gli attori Carla Gravino e Gian Maria Volonté e numerosi altri ospiti di diversa estrazione politica, sociale e culturale, che si alternarono sul palco per testimoniare la loro solidarietà. Della manifestazione Ludovico Corrao era l’organizzatore, io il suo Alter Ego.
Galeotta fu la nostra passione per l’arte contemporanea, che ci legò per gli anni avvenire. Un’altra parte fondamentale l’ebbe quel maledetto terremoto, circostanza in cui le azioni solidali mie e dei miei amici bagheresi ci fecero incontrare con più frequenza.
Straordinarie le serate nella sua villa di Alcamo a monte Bonifato, sempre in compagnia di personalità del mondo dell’arte. Una sera mentre Hsiao Chin, artista che lavorava con la mia Galleria, preparava il cuscus (Chin oltre ad essere un grande artista è un ottimo cuoco e autore di libri sulla cucina cinese) ci attardammo nel fare il bilancio delle nostre collaborazioni e alla fine in segno di gratitudine per quanto avevo fatto per la sua città, Ludovico mi regalò un multiplo in bronzo della porta di Gibellina, opera dello scultore Pietro Consagra.
Tra gli episodi che ci videro collaborare, ricordo quando mi chiese se conoscessi qualcuno per fare le riprese della processione dei “Prisenti” a Gibellina, ed io proposi Peppuccio Tornatore che realizzo un documentario. E ancora le numerose volte che gli regalai opere degli artisti che esponevano nella mia Galleria, auspicando la nascita del museo civico a Gibellina, al quale Ludovico già pensava come strumento per il riscatto socio-culturale dei gibellinesi. E poi le mostre organizzate insieme e gli incontri per dibattere sull’arte in Sicilia, una Sicilia distratta e disinteressata alle problematiche dell’arte, per come in parte lo è ancora. Infine, Ludovico veniva sempre alle inaugurazioni nella mia Galleria a Bagheria, ed io andavo a trovarlo a Gibellina, capitava spesso di accompagnare artisti e critici che volevano visitare i luoghi del terremoto e conoscere il patriarca del Belice, Ludovico Corrao appunto.
Tra le tante persone che ho accompagnato a Gibellina, oltre a Festa, Angeli, Hsiao, Cossyro, Contino, Presti e Tornatore, ricordo Palma Bucarelli, la Signora dell’arte italiana del XX secolo, con la quale trascorsi, insieme alla mia famiglia, una interessante giornata tra la vecchia e la nuova Gibellina.
Un giorno, sollecitato dagli amministratori comunali della mia città, invitai Ludovico Corrao a Bagheria per un incontro, volevano capire i motivi del successo delle iniziative artistiche di Gibellina e dove trovava i soldi per finanziarle, Corrao disse che per il successo bastava circondarsi di veri esperti, piuttosto che di amici degli amici e, per i soldi, quando gli eventi sono veramente importanti gli sponsor si trovano facilmente. È vero che erano altri tempi, ma è pur vero che le cose funzionano così. Questo incontro, iniziato intorno alle 10,00 nella mia Galleria “Il Poliedro” di villa Cattolica si protrasse sino all’ora di pranzo, per continuare alla trattoria “La Corrida”, che si trovava di fronte Villa Cattolica. Verso le 15,00, quando Corrao si congedò per rientrare ad Alcamo, accompagnandolo alla macchina mi disse che se ne andava deluso per il livello della conversazione. E com’era prevedibile a Bagheria non cambiò nulla.
Ezio Pagano
Foto - Veglia per la pace. Manifestazione in Piazza Politeama a Palermo. Sul palco: Pio La Torre, Gian Maria Volontè, Ezio Pagano, Ludovico Corrao e Ignazio Buttitta.