Ad un anno dalla scomparsa di Vincenzo Drago Plumelia Edizioni pubblica il frutto di tutta una vita di ricerche, sulla mafia, sulla politica, sulle famiglie di Bagheria di uno degli osservatori più costanti delle cose cittadine e non solo.
Il libro, risultato di ricerche d'archivio, di inchieste giornalistiche, e di una vita di studi e battaglie, che non ha potuto essere visto dal suo autore, ha ricevuto le cure finali da tre studiosi che l'autore ha conosciuto e frequentato a lungo: Lo storico Antonino Morreale, lo scrittore e docente Maurizio Padovano e il prof. Mimmo Aiello. Saranno gli stessi curatori a parlare del libro in occasione della presentazione che si svolgerà a Palazzo Cutò, sede della Biblioteca comunale di cui Drago è stato per dieci anni responsabile, sabato 13 gennaio, a partire dalle 18.00
Conosci il tuo villaggio e conoscerai il mondo intero. E se non il mondo intero, almeno una parte significativa di esso. Questo sembra avere tenuto insieme, e sostenuto nel tempo, con una pervicacia che talvolta ha rasentato l’ostinazione, la ricerca storica, sociologica e documentaria di Enzo Drago, volta a porre in luce - forse a esporre davanti agli occhi di chi non vede o non vuole vedere - le logiche da mattatoio del villaggio-Bagheria.
Oggetto del suo studio sono state le vicende politiche, economiche e criminali nel villaggio-mattatoio durante il secolo breve, con un’attenzione particolare a ciò che succede tra il 1913 e il 1927. Due decenni, o poco più, costellati da omicidi di “maffia” dal chiaro significato politico. Assassinii perpetrati con metodi e procedure che diventano ben presto “sistema”, in una scia di sangue che non si arresterà nei decenni successivi. Nemmeno il fascismo – nonostante l’operazione repressiva del Prefettissimo Cesare Mori - fornirà una logica alternativa a quella, già ben strutturata, da western alla siciliana del villaggio. Qui infatti si stava giocando - a partire almeno dal processo alla setta dei “Fratuzzi” negli anni Settanta dell’800 - e continuerà a giocarsi una interminabile guerra di posizione che vede coinvolti, con inquietante coefficiente di invarianza, i medesimi attori: famiglie borghesi e possidenti, istituzioni politiche e Consigli di amministrazione bancari, Sindaci e notai, notabili delle professioni scientifiche e imprendibili banditi, homines novi e pretacci di Santa Romana Chiesa.
Ne esce fuori un racconto a tinte fosche da cui esonda, come in un noir ben orchestrato, una irredimibile rete di complicità e di connivenze nella quale si annida il singolare genius loci di Bagheria: il familismo criminale.
Vincenzo Drago (1938-2017)
Fu il “fratello maggiore” di tutta la generazione del ’68 bagherese, attorno al foglio “I Mostri”.
Segretario della sezione comunista e consigliere comunale fu anima e braccio della commissione consiliare sugli abusi edilizi (1966). Venne radiato per indisciplina dal PCI e dovette lasciare Bagheria per Reggio Emilia, dove lavorò nel settore sanitario.
Ritornato, fondò, diresse, scrisse e diffuse “il Paese” e “il nuovo Paese” e fu responsabile della Biblioteca comunale.