A proposito della differenza tra bagherese e baariotu - di Franco Lo Piparo

A proposito della differenza tra bagherese e baariotu - di Franco Lo Piparo

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Nella trasmissione «Che tempo che fa» Fazio ha chiesto a Peppuccio Tornatore quale fosse la differenza tra bagherese e baariotu. La domanda e la risposta di Tornatore («il bagherese è uno poco sveglio») hanno innescato molte discussioni nei social. Per motivi di età e di vita vissuta credo di potere portare il mio contributo al dibattito.

La differenza non è come la racconta Peppuccio: il bagherese non è uno di Bagheria poco sveglio. La questione è più complessa.
La differenza tra baarioto e bagherese era un gioco che Guttuso amava giocare nella cerchia degli amici intimi e che Nino Buttitta perfezionò. Renato e Nino sono gli inventori di questo gioco lessicale. A chi gli domandava la differenza Guttuso dava la risposta ripetuta da Peppuccio a Fazio: «non lo so, io sono baarioto». Quando a Nino e a Renato veniva chiesto di fare esempi di bagheresi non baarioti Nino citava sempre il suo amico Enzo D’Alessandro, stimatissimo professore di Storia medievale, persona correttissima e tutt’altro che poco sveglia.

La mia storia di bagherese-baarioto può aiutare a fare capire meglio la differenza. Nei primissimi anni ottanta (1981 o 1982) in occasione di una delle tante inaugurazioni di Villa Cattolica, Nino Buttitta mi prese per mano (ero da poco giovanissimo cattedratico), mi portò al cospetto di Guttuso e gli chiese a voce alta: «Renato, Franco è bagherese o baarioto?». Renato non ebbe dubbi: «Bagherese». La differenza non mi era chiara ma avevo capito che ero stato collocato nei gradini inferiori della scala dell’umanità. Nino senza pietà rincarava la dose: «tuo padre è baarioto, tu sei bagherese». In seguito tra i baarioti fu promossa anche mia moglie ma io rimasi per tanto tempo nei gradini inferiori della bagheresità. Sì, sapevo che condividevo lo stato di inferiorità con una persona rispettabilissima e correttissima come Enzo D’Alessandro ma la cosa non mi piaceva lo stesso. Sapete quando sono diventato baarioto? Quando in un consiglio di facoltà in una votazione su chiamate di concorso ho messo in minoranza Nino Buttitta, professore potentissimo nell’Università di Palermo. Nino si arrabbiò e mi tolse il saluto per un po’ di tempo. E però a partire da quel momento «Tu sì che sei un vero baarioto» me l’ha ripetuto più e più volte in maniera convinta, fino all’ultima volta che ci siamo visti.

Morale della favola. Baarioti non si nasce, si diventa dopo aver superato prove difficili di furbizia e di intelligenza pratica. Nell’accezione di Renato e Nino il bagherese non è uno poco sveglio (versione di Peppuccio) ma una persona educata, gentile, rispettosa delle regole formali. Per questo anche un po’ fessacchiotta. Il baarioto è uno che sa aggredire il mondo violando o forzando, se fosse necessario, anche qualche regola.

Ripensando a questa mia storia di bagherese promosso a baarioto a volte mi viene il dubbio se è stata una vera promozione. Poi penso che i grandi baarioti furono Renato Guttuso e Nino Buttitta e non so decidermi. 

Franco Lo Piparo