Squillino le trombe, signori spettatori ...inizia la commedia, che parlino gli attori.

Squillino le trombe, signori spettatori ...inizia la commedia, che parlino gli attori.

cultura
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"Il museo Guttuso oracolo della città di Bagheria"- definisce così con la voce lievemente piegata dall'emozione la riapertura di Villa Cattolica il sindaco Patrizio Cinque, poco prima del tradizionale taglio del nastro, e dopo oltre un anno di lavori per l'imponente restauro di quasi 4 milioni di euro.

Finanziamenti europei intercettati a partire dalle precedenti amministrazioni comunali, da quella Sciortino in poi, in un gran lavoro di perseverante e lodevole continuità negli anni, in collaborazione con la Regione e i Beni Culturali, che hanno dato il loro incantevole frutto nell'inaugurazione avvenuta lo scorso 26 dicembre, data del 105° anniversario della nascita del Maestro a cui è dedicata per l'appunto la pinacoteca bagherese.

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Le diverse polemiche, preludio all'attesissima cerimonia inaugurale, hanno avuto fiato fino allo spegnersi delle luci e all'immediato calare del silenzio nel buio di un mite crepuscolo, rotto sorprendentemente  dall'esplosione di luci e fragori dei giochi pirotecnici, in un'incantevole danza di stelle scintillanti ai piedi del maestoso corpus della villa. Una magia che si è morbidamente evoluta verso un'armonia di musica e immagini proiettate sulla facciata del museo, in un fluttuare di note che accompagnavano i contorni cangianti della nobile residenza che, come una gran tela d'artista, diventava essa stessa pittura, delineando e mostrando agli occhi rapiti dei suoi figli le opere al suo interno custodite.

Oltre 1500 le testimonianze artistiche contemporanee catalogate, tra opere pittoriche, disegni, sculture e sezioni di fotografia d'autore, rivitalizzate nel nuovo allestimento della già direttrice Dora Favatella Lo Cascio, in un percorso visivo-ascensionale tra i piani della villa, tra sale gremite di gente e scale vibranti sotto i passi dei numerosi visitatori.

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Dalle autorità politiche, militari e civili - presenti anche, lo ricordiamo, il sindaco di Palermo Leoluca Orlando ed il Rettore dell'Università degli studi Palermo, professor Fabrizio Micari -, alle numerosissime presenze dei figli d'arte di Bagheria, in un'unica radiosa composizione umana, in cui spiccavano il sorriso compiaciuto dell'amico e ammiratore di sempre di Guttuso, il regista Peppuccio Tornatore, l'orgoglio sul volto del figlio Fabio Carapezza Guttuso, la gioia dei nostri attori più noti Orio Scaduto e Francesco Scianna, rapiti dalle tante interviste e fotografie con i fan, l'emozione negli occhi dell'artista Nico Bonomolo mentre illustra agli ospiti le sue nuove opere in una delle sale allestite, i colori straordinariamente delicati ed intensi della pittura di Domenico Quattrociocchi, le immagini imponenti dei dipinti di Guttuso coi quali tutti siamo cresciuti, l'iconica originalità delle recenti donazioni di Giovanni Leto, la commovente panoramica di foto in bianco e nero del grande narratore di fatti e cose bahariote che era Mimmo Pintacuda, in un'atmosfera di assoluta estasi dei sensi.

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L'assoluta misura e sobrietà negli allestimenti, la modernizzazione dell'impianto museale senza scadere in eccessi e forzature, in un apprezzabile equilibrio di preservazione storico-artistica e nuove applicazioni tecnologiche, rendono il percorso di visita all'interno della Villa più godibile ed interattivo rispetto a prima, facendo declinare verso il "decisamente superabili" alcune piccole sbavature organizzative, come il pressing di hostess e personale coinvolto rivolto al pubblico durante gli ultimi momenti della visita, accelerazione richiesta per consentire l'ingresso ai tantissimi giù, già stanchi della lunga fila per il secondo turno di visite, o la polemica sulla mancata esatta portata degli inviti distribuiti, data la fitta schiera di astanti con inviti alla mano ... Aspetti che, a nostro parere, fanno tutti parte del gioco, sottolineando semplicemente l'entusiasmo, la curiosità e la vitalità d'interesse dei bagheresi nei confronti della loro storia, delle loro tradizioni e dei simboli della loro cultura.

Marina Galioto