Il governo è pronto a mettere sul mercato altri dieci fari di proprietà dello Stato e dieci tra torri ed edifici costieri, da affidare in concessione a privati fino ad un massimo di 50 anni e riscuotere i canoni di affitto, e c'è anche il Faro di Capo Zafferano, raggiungibile da un sentiero a strapiombo sul mare, sul promontorio che divide i golfi di Palermo e Termini Imerese.
Un'operazione alla seconda edizione, dopo il bando di ottobre che ha visto la recente aggiudicazione di 9 degli 11 fari proposti a investitori esteri, imprese locali e giovani imprenditori, società dell'industria turistico-ricettiva, associazioni esperte in tutela ambientale e in attività sociali. I numeri di quell'operazione fanno ben sperare per questa: 6 milioni di investimento, 20 milioni di ricaduta economica, 100 posti di lavoro, incasso per lo stato di 340 mila euro di canoni annui per oltre 7 milioni di ricavi totali per tutto il periodo di affidamento. E soprattutto la cancellazione dei costi sostenuti per queste strutture pari a 210 mila euro annui come gestione ordinaria e 400 mila per interventi straordinari di messa in sicurezza.
20 beni pubblici tra fari, torri ed edifici costieri, "asset unici e di grande pregio paesaggistico situati su tutto il territorio italiano" - sarà infilato a settembre in un bando di gara promosso dall'Agenzia del Demanio e da Difesa Servizi spa. L'obiettivo - illustrato oggi da Roberto Reggi, direttore del Demanio e da Fausto Recchi, amministratore delegato di Difesa Servizi spa, alla presenza dei ministri Padoan (Economia), Franceschini (Cultura) e Pinotti (Difesa) - è quello di recuperare e sottrarre al degrado queste "sentinelle del mare", grazie a un progetto imprenditoriale innovativo e sostenibile, "nel pieno rispetto della tutela e salvaguardia del territorio". E come ogni vendita che si rispetti l'Agenzia del Demanio prepara una serie di giornate aperte al pubblico #openlighthouse, in collaborazione con Touring Club e Wwf, per ospitare cittadini e privati che volessero visitare le strutture.
I tesori costieri italiani, spiegano dal Demanio, potranno così essere riqualificati con un progetto imprenditoriale innovativo e sostenibile capace di accogliere attività turistiche e ricettive sul modello della lighthouse accomodation, o iniziativi ed eventi di tipo culturale, sociale, sportivo. Il riuso di questi gioielli del mare, oltre a incrementare il loro valore, potrà dunque contribuire "a promuovere l'eccellenza italiana nel mondo".
Ecco i 10 fari in gestione a Difesa Servizi spa: Faro di Capo Rizzuto a Isola di Capo Rizzuto (KR), Faro della Guardia a Ponza (LT), Faro di Torre Preposti a Vieste (FG), Faro di Punta Polveraia a Marciana nell’Isola d’Elba (LI), Faro Formiche nell’isolotto Formica Grande (GR), Faro di Punta Libeccio nell’Isola di Marettimo (TP), Faro di Punta Spadillo a Pantelleria (TP), Faro di Capo Mulini ad Acireale (CT), Faro di Capo Milazzo a Milazzo (ME) e Faro di Capo Faro a S. Maria di Salina - Isola di Salina (ME).
E le 10 torri/edifici costieri in gestione all’Agenzia del Demanio: in Campania, a Salerno, la Torre Angellara, in Sicilia il Padiglione Punta del Pero a Siracusa, lo
Stand Florio a Palermo, il Faro di Capo Zafferano a Santa Flavia (PA), il Faro di Riposto a Riposto (CT). In Puglia, la Torre Castelluccia Bosco Caggioni a Pulsano (TA), il Convento S. Domenico Maggiore Monteoliveto e la Torre d’Ayala a Taranto. Salendo a nord, infine, in Emilia Romagna, il Faro del Po di Goro a Goro (FE) e in Veneto il Faro Spignon sull’isola di Spignon a Venezia.