Tralasciando il periodo preunitario, e il primo decennio del Novecento, riportiamo, dalla Guida Bagheria-Solunto, pubblicata nel 1911, i sindaci e i commissari che ressero il Comune di Bagheria negli anni che seguirono l’Unità, quelli cioè in cui nacque ed ebbe grandissimo sviluppo il fenomeno mafioso. ( 1 )
1861-1865 Speciale Francesco, Sindaco
1865 Notar Francesco Farina, “
1866 Cav. Antonino Scordato, “
1866-1867 Vertua Gaetano, R. Commissario
1867-1872 Cav. Antonino Scordato, Sindaco
1872-1874 Notar Angelo Castronovo, “
1874-1875 Giuseppe Locatelli, R. Commissario
1875-1877 Notar Angelo Castronovo, Sindaco
1878 Eduardo Felzani, R. Commissario
1878 Cav. Antonino Scordato, Sindaco
1878-1880 Dott. Giacomo Mancuso, ff. Sindaco
1880-1881 Cav. Alessandro Pittalà, Sindaco
1881-1888 Cav. Antonino Scordato, “
1888-1900 Cav. Alessandro Pittalà, “
1900 Nicolò Morvillo, R. CommissarioCome si vede, a parte il periodo iniziale e i numerosi commissariamenti che, evidentemente, a Bagheria si sono sempre usati, si alternano dapprima le sindacature Scordato-Castronovo, poi quelle Scordato-Pittalà. Ma, dal 1878 al 1880, ci sarà anche un facente funzione e, precisamente, il dottore Giacomo Mancuso, medico condotto. Di lui sappiamo che venne assunto, dopo un concorso pubblico, il 9 luglio del 1838 con lo stipendio di 300 lire annue diventate, alla fine di una carriera durata oltre quarant’anni,918. Nel 1869 ricevette, su proposta al Re del ministro dell’interno Luigi Ferraris che fece i nomi di tremila persone come degni di averla, la medaglia d’argento al valor civile. Si trattò di una speciale ricompensa per il suo impegno durante l’epidemia colerica dei due anni precedenti. Ebbero l’onorificenza un altro medico, tale Bandacio Francesco, e l’allora sindaco Antonino Scordato. (2)
Il 22 gennaio del 1883 il Consiglio comunale deliberò il licenziamento dal servizio e, poiché gli venne corrisposta una pensione inferiore a quanto gli spettava, il 3 novembre dello stesso anno il medico citò il sindaco presso il tribunale civile di Palermo. Quasi un anno dopo si ebbe la condanna dello Scordato, ancora una volta sindaco.
Consigliere comunale per molti anni, e provinciale dal 1870 al 1874 ( 3 ), il Mancuso sarà dunque sindaco facente funzione negli anni del maxi processo alla associazione di malfattori detta dei Fratuzzi che avrebbe rivelato l’esistenza, già allora, di un intreccio strettissimo tra la mafia e quella politica che si praticava a Bagheria.
I giovani intellettuali che scrissero la Guida nulla però diranno di quegli anni limitandosi a un semplice elenco di sindaci e, bontà loro, di regi commissari che, in quarant’anni di vita amministrativa, furono almeno quattro. ( 4 ) Pure quegli anni, per quei giovani che scrivevano all’inizio del Novecento, non rappresentavano che il passato prossimo. Solo Gioacchino Guttuso Fasulo lamenterà “il completo difetto di pubblica sicurezza delle persone e delle cose in campagna” ( 5 ), non andando, peraltro, oltre la denuncia di una generica violenza. Di mafia neanche a parlarne ma, se leggiamo Antonino Morreale, troviamo una citazione illuminante di una nota del prefetto del 7.4.1865 che così recita: “Bagheria che conta una popolazione di circa 13 mila è paese disgraziatamente ben noto pei molti omicidi che vi si consumarono e per gli eccidi commessi. Molte persone di malaffare si trovano in quei dintorni e troppa è la tendenza ai reati di sangue che vi si manifesta. Un fatto recente comprova a qual partito siano le cose colà. Un individuo, certo Speciale, che da cinque anni copriva la carica di Sindaco, fu scoperto autore di omicidi e di altri reati. Persone agiate di colà non hanno ribrezzo non solo di farsi protettori dei ricercati dalla Giustizia, ma giungono anche al punto di prendere personalmente parte alle criminose loro azioni”. (6)
Forse è venuto il momento di ridimensionare l’importanza documentaria della Guida Bagheria –Solunto che ha avuto una ristampa anastatica nel 1984 e, ancora, nel 2011. Per quanto riguarda lo Speciale, considerati i fatti a venire, “principio sì giolivo ben conduce” avrebbe sentenziato il Boiardo. (Continua )
Note.
1-Bagheria Solunto, Guida illustrata, Edizioni “Casa della Cultura”-Bagheria 1911, Ristampa a cura della Civica Amministrazione di Bagheria, Dicembre 1984, p. 138
2-GAZZETTA UFFICIALE del REGNO d’ITALIA N. 152 del 5 Giugno 1869…augusto.digitpa.gov.it/gazzette/index/download/id/1869152_SO
3-Google libri, ATTI del CONSIGLIO PROVINCIALE DI PALERMO SESSIONI ORDINARIA E STRAORDINARIA DELL’ANNO 1870, PALERMO, Tipografia del Giornale di Sicilia, 1871
4-Anche Oreste Girgenti, in Bagheria, Origini e sue evoluzioni, Edizioni Soleus, 1985, alle pagine 120-122, presenta un lungo elenco che, dal 1820 giunge fino al 1995, stavolta con i commissari prefettizi e i podestà. Anche qui, tuttavia, troviamo solo una serie di nomi e cognomi. Scrive Dacia Maraini: “…leggo nel libro di Oreste Girgenti su Bagheria…un uomo onesto questo Girgenti, meticoloso e molto amante della sua terra. Anche se si indovina, dietro le sue ricerche accurate, il terrore di offendere i notabili del paese, che siano sindaci o prelati o nobili o “emeriti professori”. Un libro accurato e rassicurante, di assoluto ossequio alle autorità”( Dacia Maraini, Bagheria, Rizzoli, Milano 1993, p. 48 ). La Guida, scritta dai giovani della ricca borghesia cittadina, è almeno ferocemente anticlericale.
5-Bagheria Solunto, op. cit., p.57
6-Antonino Morreale, La vite e il leone, Storia della Bagaria, Editrice Ciranna, Roma Palermo 1998, p. 383
La sentenza di condanna del Comune a favore del dottore Giacomo Mancuso, e le notizie riguardanti la sua lunga attività, si trovano in Annali della Giurisprudenza Italiana, vol. 19, Firenze 1885, pp. 13-15, non completamente consultabili.
Biagio Napoli
Bagheria dei misfatti 10. Sindaci e commissari nel secondo 800'- di Biagio Napoli
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