I Carabinieri catturano un latitante monrealese che si nascondeva a Bagheria- Foto

I Carabinieri catturano un latitante monrealese che si nascondeva a Bagheria- Foto

cronaca
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Un' indagine avviata nei mesi scorsi orientata a localizzare Vincenzo Cappello, 34enne, originario di via Ponte Parco, a cavallo tra i comuni di Monreale ed Altofonte, aveva consentito ai militari di stringere il cerchio attorno al pluripregiudicato, gravato già dallo scorso gennaio da un ordine di esecuzione per un cumulo di pene ammontante nel complesso a 3 anni di reclusione e più di 2000 euro di multa per furti aggravati ed altri reati.

Il giovane, peraltro tossicodipendente, si era sottratto alle ricerche, preferendo darsi alla macchia piuttosto che affrontare il carcere. L’episodio non è nuovo: già il 31 ottobre 2011, a conclusione di un’operazione analoga, i militari lo avevano raggiunto e bloccato sul corso principale di Balestrate mentre era fermo all’interno di un bar. Dopo un breve periodo di reclusione era stato rilasciato grazie all’indulto, tornando alle abitudini di sempre e finendo vittima di ulteriori condanne.

Questa volta però Cappello aveva completamente cambiato zona, preferendo sistemarsi al centro di Bagheria, abbastanza vicino comunque all’abitazione materna di Altofonte ove poteva ricevere sostegno logistico ed appoggio economico, ed aveva anche irrobustito le cautele per evitare di essere individuato, cambiando scheda sim al proprio telefonino di frequente ed utilizzandone sempre di intestate ad utenti fittizi, impiegando vetture insospettabili, di cui l’ultima intestata ad una ragazza, probabilmente legata a lui da un rapporto ancora da chiarire.

altPeraltro durante la latitanza, armato di pistola, aveva tentato di rapinare due donne nella loro abitazione di via Corpo di Guardia, poi si era dato alla fuga: determinante il contributo della più giovane delle vittime che, collaborando con le forze dell’ordine, ha consentito di riconoscere nel catturando l’autore del reato, così consentendo l’emanazione di un’altra ordinanza di custodia cautelare in carcere da parte del GIP presso il Tribunale di Palermo che lo ha individuato quale colpevole anche di questo ulterirore misfatto.

Nel tardo mattino del 3 maggio i militari lo hanno poi definitivamente localizzato in un parcheggio di un noto locale per ricevimenti in via Circonvallazione ove era impiegata peraltro la moglie del fratello, anch’egli detenuto.

All’intimazione dell’alt da parte di una pattuglia inviata a verificare la sua presenza il Cappello, alla guida di una Panda, ha immediato innestato la marcia, tentando di investire i militari che ne sono usciti, fortunatamente, con solo lievi ferite, poi si è dato ad una rocambalesca fuga facendo perdere le proprie tracce, nonostante si fosse alzato in volo anche un elicottero dell’Elinucleo di Boccadifalco per individuarlo. (elicottero segnalato nei giorni scorsi sopra il cielo di Bagheria ndr)

Ritenendo certo che si fosse andato a rifugiare nel suo nascondiglio, un’abitazione in via Carà 24 di Bagheria, le operazioni per circondarlo sono scattate subito con l’immediato, compatto ausilio dei Carabinieri di Bagheria.

In poco tempo la zona è stata cinturata ed isolata, poi l’irruzione nella palazzina a tre piani: Cappello si era rifugiato sul terrazzo all’ultimo piano nel disperato tentativo di sottrarsi ancora alla cattura. Nella perquisizione successiva è stato trovato in possesso di un coltello a serramanico e, nascosta sotto un tappettino della Panda che aveva impiegato per la fuga, di una pistola a salve modificata per camerare il calibro 7,65 con 3 proiettili.

Cappello ha dunque terminato la sua latitanza nelle camere di sicurezza della caserma di Monreale, dalle quali è stato poi tradotto all’Ucciardone: oltre ai provvedimenti da cui era già gravato vanno ora ad assomarsi i reati derivanti dalla sua condotta durante la fuga, dalla resistenza a pubblico ufficiale alle lesioni fino al porto illegale di arma da fuoco alterata e clandestina.

ufficio stampa provinciale Carabinieri