La Polizia individua i responsabili del furto alla scuola "K.Wojtilwa"

La Polizia individua i responsabili del furto alla scuola "K.Wojtilwa"

cronaca
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Sapevano cosa e dove cercare, sapevano da dove entrare senza farsi notare e come muoversi, furtivamente e di notte, all'interno della scuola che avevano preso di mira: ovvio, perché la "Karol Woitjwla" è la loro scuola.

Esattamente un mese fa nella notte tra il primo e il due giugno un gruppo di quattordicenni frequentanti lo stesso istituito avevano fatto il colpaccio: circa 20.000 euro il valore della refurtiva trafugata, 25 computer e relativi accessori e 1 televisore al plasma da 40 pollici. Per completare il "lavoro" avevano anche rotto infissi, danneggiato porte, infranto vetri e spruzzato vernici.

Pensavano di aver fatto le cose per bene: la refurtiva l'avevano portata via con i carrelli della spesa e sistemata in una vicina casa di campagna in attesa di "piazzarla", avevano preso tempestivamente contatto con un ricettatore di 37 anni già individuato dalla Polizia, e che avrebbe pagato sino a 10 euro, per un computer che avrebbe rivenduto almeno a dieci- venti volte tanto nel fiorente mercato di Ballarò.
Qualcuno il computer, bontà sua, se lo era portato a casa: qualche genitore si era insospettito, qualche altro no, però i ragazzini della scuola avevano intuito e qualcuno ne avrà probabilmente parlato con i genitori.

Dopo un mese gli agenti del Commissariato di P.S. di Bagheria hanno individuato e denunciato il gruppo di ragazzini autori del furto, che interrogati, hanno ammesso le loro responsabilità. Ma solo il 20% della refurtiva è stato possibile restituire alla scuola, il resto aveva già preso il volo.

Nell'ultimo anno sono state decine, a Bagheria e nel territorio, ed il fatto va ormai segnalato come una vera e propria emrgenza sociale, le scuole depredate e vandalizzate dagli stessi ragazzi che di giorno frequentano quelle scuole come studenti.
E rubano di tutti: suppellettili, soldi e bibite dai distributori automatici, materiale didattico, computer e tutto quello che può avere un sia pur minimo valore di "mercato".
E' un fenomeno  gravissimo su quale purtroppo poco  si riflette e che richiederebbe un impegno più forte e partecipato e coordinato tra istituzioni scolastiche, famiglie e forze dell'ordine.