Piccole cronache da una città allo sfascio

Piccole cronache da una città allo sfascio

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La settimana scorsa durante la processione del venerdì santo, all’incrocio tra Corso Butera e Via Greco, una signora sprofondava in una buca, di una cinquantina di cm. di diametro e quasi altrettanti di profondità, apertasi all’improvviso sotto i suoi piedi.

Brutta distorsione alla caviglia, ricovero in ospedale, “doccetta” da tenere almeno per venti giorni.
Saltati i programmi della Pasqua ed almeno venti giorni di seri disagi  in famiglia.

Naturalmente la signora farà causa al comune e avrà quasi certamente riconosciuto il suo buon diritto alla sicurezza.

Il mercoledì precedente i commercianti della zona avevano segnalato all’A.P.S. che, proprio dove sarebbe poi franato l’asfalto, c’era una perdita di acqua, e nessuno era intervenuto.
L’acqua aveva evidentemente eroso il terreno sotto l’asfalto, il cui strato superficiale quando è diventato sottilissimo ha ceduto.
Qualche settimana fa, un nostro giovane familiare, mi mostra il cerchio in lega della sua auto nuova, deformato dall’impatto con una “scaffa”. Ho ovviamente obiettato al mio parente:”evidentemente correvi”, e lui a giurare e spergiurare che no.

Me lo confermava proprio l’altro ieri un gommista al quale avevo riferito il fatto: guardi, mi diceva, suo nipote le ha probabilmente detto la verità, e cioè che non correva affatto.
Ed aggiungeva: da mesi mi arrivano in queste stesse condizioni a decine cerchi di ruote di auto di anziani signori, che mai nella loro vita hanno pensato di correre; ormai è una autentica “epidemia” di ruote in lega deformate dalle buche stradali.
Se va bene, solo cinquanta euro, in questo caso, il danno.

Per concludere con un mio giovane conoscente, che vedo appoggiarsi ad un bastone per camminare, e a cui chiedo cosa sia successo.
Ho preso una brutta “scaffa”, mi dice, e son volato giù dal motorino, ma sto facendo causa al comune.
E potremmo continuare, con tamponamenti e incidenti dovuti a frenate o a scarti improvvisi fatti all’ultimo minuto per evitare le famigerate “scaffe”.
Perché vi raccontiamo cose che tutti sapete o potete facilmente immaginare? Semplice.

Perché quello che forse non sapete è però che sono oltre duecento le richieste di indennizzo presentati al comune da cittadini che ritengono di avere ricevuto un danno a mezzi e/o persone per le condizioni sulle nostre strade.

Sono procedimenti legali che quasi sempre si concludono con la condanna della pubblica amministrazione.
Per capirci, turare le “falle” delle nostre strade costerebbe forse qualche decina di migliaia di euro di asfalto, pagare invece gli indennizzi costa oltre cinquanta volte tanto.

Per l’omisssione o il ritardo nella riparazione di una perdita di acqua da un tubatura, che, se fatta con tempestività, sarebbe costata qualche centinaio di euro, di fatto l’A.P.S. ( o il Comune) qualche decina di migliaia di euro, oltre al disagio e ai problemi causati ad una famiglia.
 

Le considerazioni finali su queste vicende le lasciamo ai nostri lettori.