La Cassazione, respingendo il ricorso del P.G. Dino Cerami e accogliendo le tesi difensive degli avvocati Raffaele Bonsignore e Giuseppe Gianzi, ha confermato la sentenza di assoluzione pronunciata in precedenza dalla corte di appello, nei confronti del dottore Vincenzo Greco,
Greco non è associato alla mafia, così ha sentenziato la corte, e nella vicenda specifica che lo ha visto coinvolto, l’interessamento per una destinazione a uso commerciale di un suo terreno, ha agito per tutelare legittimi interessi familiari.
Vincenzo Greco era stato arrestato nel giugno del 2003 assieme al dottor Miceli e all’altro medico Salvatore Aragona, lo stesso giorno in cui a Salvatore Cuffaro veniva inviato l’avviso di garanzia per la vicenda delle talpe, con l’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa, accusa che per l’allora presidente della Regione venne poi derubricata in quella di favoreggiamento e rivelazione di segreto d’ufficio.
Nel processo che ne seguì Totò Cuffaro fu, con una sentenza del gennaio 2008 che fece tanto scaplore, condannato a cinque anni.
L’accusa nei confronti di Greco sostenuta dai p.m. Nino Di Matteo e Gaetano Paci, nel processo con il rito abbreviato, che si era concluso in primo grado con una condanna di Greco a sei anni da parte del G.U.P. Piergiorgio Morosini, era che nel tentativo di ottenere una destinazione economicamente conveniente per il terreno di Roccella , in realtà rappresentasse gli interessi di Giuseppe Guttadauro e che un certo ruolo avesse avuto altresì nel ritrovamento delle microspie in casa del cognato.
Vincenzo Greco , medico dell’Ospedale Cervello, prima dell’assoluzione in appello ora confermata dalla Cassazione. era rimasto in carcere oltre due anni.