Arrestato il boss latitante di Brancaccio Ludovico Sansone

Arrestato il boss latitante di Brancaccio Ludovico Sansone

cronaca
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I Carabinieri del Reparto Operativo del Comando Provinciale di Palermo nel primo pomeriggio hanno tratto in arresto in città il boss latitante Ludovico Sansone, 56 anni ad Aprile, considerato capo mafia di “Brancaccio”.
Sansone era latitante dal 15 gennaio 2008, colpito da un provvedimento di cattura della D.D.A. di Palermo per associazione mafiosa.

Il suo peso criminale trova conferma, quindi, nell’operazione “Perseo” dove viene riconosciuto reggente dello storico mandamento di “Brancaccio”.
Una settimana fà , proprio a Bagheria, era stato catturato l'altro aspirante-reggente Antonino Lo Nigro.
Sansone con baffi e capelli finti continuava a vivere e a dirigere gli affari nel suo quartiere, ed è stato sorpreso dai Carabinieri del Reparto Operativo in un appartamento di una palazzina in città, mentre mangiava con la figlia.

L’uomo, alla vista dei militari che hanno fatto irruzione nell’appartamento, tentava di darsi alla fuga sopra i tetti di una palazzina, prossima al quartiere “Brancaccio”.

Cadono quindi, uno dopo l'altro quelli che erano i riferimenti "alti" di cosa nostra anche ne territori più forti per la mafia: e questi arresti e queste operazioni dimostrano che combinando le tecniche e gli strumenti di indagine con l'apporto dei collaboratori i risultati si stanno rivelando proficui.

A Sansone fa esplicito riferimento il boss di Bagheria Pino Scaduto, che parlando con i Capizzi, riferisce della presenza del Sansone ad uno deghli incontri: ma non solo, ma da tutto l'intercalare di Scaduto si coglie la consonanza di vedute e i buoni rapporti tra cosa nostra di Bagheria e quella di Brancaccio.

Sansone, stando a quanto avrebbero detto i carabinieri che lo hanno arrestato, avrebbe affermato di voletre affrontare con dignità il carcere: un messaggio o una accusa?
Il tempo darà una risposta.
Brancaccio, ricordiamolo, è uno dei quartieri più difficili di Palermo, quello in cui un semplice sacerdote, Padre Puglisi, venne ucciso perchè combatteva la mafia con la forza dell'esempio.

Sansone stando avrebbe affermato di volere affontare con "dignità" la condizione carceraria.

Il colonnello Teo Luzi, comandante provinciale di Palermo, ha dichiarato:

Esprimo il mio plauso ai militari del Nucleo Investigativo Provinciale per l’arresto di Ludovico Sansone che segue, a distanza di pochi giorni, quello di Antonio Lo Nigro.
La ricerca dei latitanti é una priorità operativa del’Arma di Palermo sia perché è doveroso assicurare alla giustizia persone indiziate di gravi reati sia per interdire l’azione di soggetti che con la latitanza acquistano, giorno dopo giorno, sempre maggiore prestigio criminale.
Non bisogna dimenticare che nell’ambito di “cosa nostra” il latitante assume nel tempo una figura emblematica così divenendo elemento di aggregazione criminale.
Bisogna evitare che attorno a loro si crei il mito dell’invincibilità che da forza a tutta l’organizzazione.
La cattura così serve anche ad interdire ulteriori possibilità di aggregazione e ostacolare l'azione dei centri decisionali della mafia.
Arrestare i latitanti significa indebolire l’organizzazione criminale.

Cadono uno dopo l'altro capi e sottocapi dei vari mandamenti.

"I recenti arresti-sottolineano gli investigatori- non sono casuali ma frutto di una precisa programmazione investigativa del Comando Provinciale Carabinieri, in stretta sinergia con i magistrati della Direzione Distrettuale Antimafia, tesa a fiaccare il supporto logistico che vari soggetti offrono al latitante stesso e ad interdirne il libero movimento nella provincia”.

      Sansone con baffi e capelli finti

        Sansone Ludovico