L’on. Caterina Licatini si dice dispiaciuta ma anche dubbiosa riguardo all’operazione che, a Bagheria, ha condotto al sequestro di un canile abusivo e alle conseguenti sanzioni inflitte al gestore.
Un episodio che la deputata definisce “paradossale” rispetto all’atteggiamento con cui l’amministrazione comunale affronta il fenomeno del randagismo. “Non voglio chiaramente esprimermi sul merito o sulle ragioni di diritto dell’operazione” dice l’on. Licatini, “il mio è piuttosto un discorso di coerenza politica. Da un lato vi è la palese difficoltà dell’amministrazione nel gestire il fenomeno, data soprattutto l’assenza di un canile, e dall’altro lato si penalizza un privato perché ha quindici cani di cui si prende cura. Trovo bizzarro che un cittadino bagherese debba subire pesanti conseguenze per il semplice fatto di dare una mano, in maniera gratuita e disinteressata, per un problema che il Comune non ha ancora risolto.
Per di più, la vicenda appare maggiormente iniqua se si considera che il cittadino in questione è notoriamente una persona rispettosa della salute pubblica e di quella degli animali, i quali erano tenuti in condizioni dignitose e non subivano alcun maltrattamento. Se i cittadini devono subire una punizione per oggettive difformità alla legge, come l’esercizio abusivo o l’assenza di microchip in alcuni cani, allora serve che il Comune si attivi fin da subito per risolvere il problema dei cani randagi in tempi rapidissimi. Inoltre, con il recente rafforzamento della Giunta Comunale, tra le deleghe che sono state riviste rientra anche quella al randagismo. Il che lascia presumere la volontà di dedicare un’attenzione maggiore e più costante alla problematica. Ulteriori rinvii, purtroppo, rendono discutibili le punizioni inflitte a cittadini che offrono il loro altruismo e i loro sacrifici, in luogo di interventi pubblici che tardano ad arrivare.”
Ufficio Stampa On. Caterina Licatini