Il boss bagherese Carmelo Bartolone positivo al covid 19

Il boss bagherese Carmelo Bartolone positivo al covid 19

cronaca
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Il bagherese Carmelo Bartolone, 64 anni, già condannato in via definitiva per mafia, è positivo al Coronavirus. La notizia è stata resa pubblica dai suoi avvocati difensori nel corso di un processo che lo vede imputato a Palermo ed è stata riportata sul Giornale di Sicilia di oggi.

Si tratta di uno dei due detenuti del carcere di Saluzzo, in provincia di Cuneo, risultati contagiati in questi giorni. Bartolone è un ex fedelissimo e protettore della latitanza di Bernardo Provenzano, al punto che "Binnu" l'aveva incaricato di gestire le sue comunicazioni riservate. Nel 2013 si era costituito in ospedale, al Civico di Palermo, probabilmente per sfuggire ad un possibile tentativo di ucciderlo.

Ritenuto dagli investigatori esponente di spicco del mandamento mafioso di Bagheria, Bartolone era già arrestato nel 2005, nell'ambito dell'operazione “Grande Mandamento” messa a segno dalla polizia. Una volta tornato in libertà era sfuggito alla cattura nell’operazione dei carabinieri “Argo” del maggio 2013. Il boss era poi scomparso a dicembre all'improvviso da Bagheria poiché aveva timore di essere ucciso dai nuovi capi di Cosa nostra della provincia. Era infatti un morto che camminava. Lo sapevano tutti a Bagheria. Forse per via di alcuni investimenti sbagliati fatti con i soldi del clan. Così, quando si recò all'ospedale Civico, disse di essere un latitante e di volersi costituire. Dopo i controlli medici, fu arrestato e trasferito al carcere dell'Ucciardone.

Bartolone ha scontato la sua reclusione poi nel carcere di Bologna. Quindi il recente trasferimento nella struttura penitenziaria di Saluzzo che in totale ospita 480 detenuti. Bartolone è stato attualmente isolato dal resto della popolazione carceraria, nell'infermeria. A Saluzzo sta scontando 14 anni di carcere per estorsione. "E adesso potrebbe beneficiare della sospensione e del differimento della pena", come si legge sul Giornale di Sicilia.

"Il detenuto che arriva dall'Emilia era stato messo come gli altri in quarantena ma i sintomi e la presenza del virus si sono manifestati comunque", ha spiegato Paolo Allemano, ex sindaco di Saluzzo, medico e garante della casa di reclusione.