PALERMO - Sono solo tre i condannati al processo cosiddetto Ciapi-bis. Per tutti gli altri imputati, politici inclusi, arrivano assoluzioni e tante prescrizioni.
Tre anni sono stati inflitti a Faustino Giacchetto (la richiesta era di cinque anni). Il manager della comunicazione, già condannato in un altro processo, era il perno dell'inchiesta del Nucleo tutela spesa pubblica della polizia tributaria che si concentrò sulla gestione dell'ente di formazione professionale. Gli altri due condannati sono Ornella Graziano (1 anno e 10 mesi) e Giancarlo Ferrara (1 anno e sei mesi). Entrambi hanno ottenuto la sospensione condizionale della pena.
Assolti nel merito l'imprenditore Massimiliano Sala (difeso dagli avvocati Mimmo La Blasca e Toni Palazzotto), gli ex consiglieri comunali di Palermo Salvatore Alotta e Gerlando Inzerillo, e il sindaco di Santa Flavia, Salvatore Sanfilippo. Tutti e tre rispondevano di violazione della norma sul finanziamento illecito ai partiti. I primi due hanno sempre sostenuto che la fornitura di materiale elettorale era un'ordinaria operazione commerciale. Non a caso l'accusa è caduta nel merito anche per Giacchetto. Per Sanfilippo, invece, l'assoluzione scaturisce dal fatto che il rato non può essere contestato a un candidato a sindaco.
"Si chiude positivamente uno spiacevole capitolo della mia vita. Una vicenda - spiega Alotta, difeso dall'avvocato Marcello Consiglio - che ho chiarito in maniera totale sin da subito, che si sarebbe potuta risolvere in pochissimo tempo e che invece ha richiesto più di quattro anni di sofferenze per me, la mia famiglia e le persone che mi vogliono bene, di calo di fiducia nelle istituzioni da parte di tanti e di danni politici e personali".
"Esprimo soddisfazione per la mia assoluzione con formula piena 'per non avere commesso il fatto'. Ringrazio i miei legali, avvocati Gaspare Cilano e Massimiliano Raneli - spiega Inzerillo - che insieme alla mia famiglia, mi hanno aiutato a superare cinque anni di calvario e di mancata partecipazione all’attività politica in prima persona. Speravo che già, alla udienza preliminare, la mia posizione venisse stralciata, pur tuttavia la giustizia, seppur lenta, finalmente oggi è stata fatta".
Prescritta la corruzione che avrebbe commesso l'ex assessore regionale alla Famiglia Francesco Scoma: secondo l'accusa, quando era assessore regionale alla Famiglia, avrebbe consentito al Ciapi di ottenere finanziamenti per 5 milioni di euro, parte dei quali sarebbe poi finita nelle tasche di Giacchetto, le cui società si occupavano dei piani di comunicazione per conto dell'ente di formazione. In cambio Scoma avrebbe ottenuto il pagamento di spese elettorali (13 mila euro), un soggiorno a Capri (6.400 euro) e due abbonamenti allo Stadio Barbera per assistere alle partire del Palermo.
Prescritte anche le violazioni sul finanziamento elettorale contestate ai parlamentari Santi Formica, Nino Nino Dina e Salvino Caputo. Prescritto anche il reato di truffa contestato ai dirigenti del Ciapi - Sandro Compagno, Carmelo Bellissimo e Calogero Bongiorno – e agli imprenditori Vincenzo Li Mandri, Armando Caggegi, Maurizio Pipitone, Antonina Di Salvo, Alfredo Flaccomio.
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