Processo alla mafia di Bagheria: scongiurata (per ora) la scarcerazione di 25 imputati

Processo alla mafia di Bagheria: scongiurata (per ora) la scarcerazione di 25 imputati

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PALERMO - Il giudice corre ai ripari, cita la giurisprudenza della Cassazione e sospende i termini di custodia cautelare. Almeno per i prossimi novanta giorni non torneranno liberi 25 imputati del processo alla cosca mafiosa di Bagheria. C'è da attendersi la contromossa dei difensori che impugneranno il provvedimento del giudice per l'udienza preliminare Sergio Ziino.

Si tratta del Gup che a distanza di un anno dalla sentenza di condanna non ha ancora depositato le motivazioni. I termini di custodia scadevano il 19 febbraio 2017 per i condannati a pene inferiori ai dieci anni e il 19 agosto successivo per gli imputati a cui sono stati inflitti 30 anni e l'ergastolo. Il processo riguardava, infatti, anche un omicidio.

La sentenza di primo grado fu emessa il 20 novembre 2015. Il giudice scrive che il ritardo nella scrittura delle motivazioni dipende dalla complessità dell'istruttoria dibattimentale. E così il presidente del Tribunale gli ha concesso altri novanta giorni di tempo.

Tra i vecchi boss sempre in auge, dopo avere scontato lunghe condanne, ci sarebbero stati Giuseppe Di Fiore e Nicolò Greco. Il primo sarebbe stato il braccio operativo del secondo, considerato la testa dell'acqua ma che nel frattempo è deceduto. Quando Di Fiore fu arrestato, nel 2005, nel doppiofondo del comodino di casa nascondeva la lista dei commercianti da mungere con il racket. Nel 2014, anno del blitz Reset da cui è scaturito il processo, la storia si sarebbe ripetuta. Il pizzo lo hanno pagato 44 commercianti. Molti, seppure costretti dalle evidenze investigative, hanno ammesso di avere subito le angherie mafiose.

Dell'elenco dei condannati facevano parte anche Michele Modica, di Casteldaccia, considerato affiliato alla mafia canadese, che nel 2004 scampò alla morte in un agguato a Montreal, ed Emanuele Cecala, originario di Caccamo, già coinvolto nell'inchiesta sul tentato omicidio dell'anziano boss Pietro Lo Iacono. Il primo è stato condannato all'ergastolo e il secondo a trent'anni per l'omicidio di Antonio Canu freddato il 28 gennaio 2005 a Caccamo. Chiedeva il pizzo senza senza che nessuno lo avesse autorizzato.

Ecco l'elenco dei condannati di un anno fa e le rispettive pene: Salvatore Buglisi (3 anni e sei mesi), Emanuele Cecala 30 anni), Giuseppe Di Fiore (10 anni e 8 mesi), Giovanni Di Salvo (7 anni e 2 mesi), Giovanni Pietro Flamia, detto “U’ Cardiddu” (10 anni e sei mesi), Nicolò Greco (non doversi procedere per morte dell'imputato), Carlo Guttadauro (5 anni e 4 mesi), Giovanni La Rosa (6 anni), Atanasio Ugo Lonforte (10 anni e sei mesi), Nicolò Lipari (10 anni e 6 mesi), Pietro Lo Coco (10 anni e 6 mesi), Andrea Lombardo (10 anni e 6 mesi), Vincenzo Maccarrone (4 anni e 8 mesi), Fabio Messicati Vitale (3 anni e 6 mesi), Bartolomeo Militello (3 anni e 6 mesi), Michele Modica (ergastolo), Carmelo Nasta (3 anni), Francesco Pretesti (6 anni e 10 mesi), Giorgio Provenzano (10 ani e 6 mesi), Francesco Raspanti (6 anni), Paolo Salvatore Ribaudo (10 anni), Giovan Battista Rizzo (8 anni), Giovanni Salvatore Romano (6 anni e 4 mesi), Francesco Speciale (8 anni e 9 mesi), Francesco Terranova (6 anni e 8 mesi).

Da livesicilia.it