Porticello, calunniò l'inquilina condannata a due anni dal Tribunale di Termini

Porticello, calunniò l'inquilina condannata a due anni dal Tribunale di Termini

cronaca
Typography

Due anni di carcere per Letizia Arcara, 67 anni, condannata per calunnia ai danni di Giuseppa Maria Zerilli, che era stata a sua volta processata e assolta per lo stesso reato.

Una controversia civilistica tra inquilina e proprietaria di un appartamento si conclude con una condanna penale, pesante per il reato contestato al termine di una complicata vicenda giudiziaria.

Ad emettere la sentenza è stato il giudice monocratico di Termini Imerese Claudia Camilleri, che ha accolto le richieste della Procura e del legale di parte civile, avv. Roberto Mangano.

I fatti si sono svolti a Porticello. 

La persona offesa Giuseppa Maria Zerilli, 56 anni, era stata in un primo tempo  processata ed infine assolta; aveva poi a sua volta controdenunciato la Arcara ottenendo adesso la sentenza che ne sancisce la colpevolezza oltre al diritto al risarcimento del danno.

Il legale dell'imputata aavv. Basilio Milio sta valutando se ricorrere in appello.

La questione ruota attorno ad un contratto di locazione che sarebbe stato falsificato. A settembre 2007 la Arcara, vedova Imboccari, aveva affittato alla Zerilli un locale a Porticello per il prezzo pattuito di 550 euro. Pochi mesi dopo però la proprietaria  aveva sfrattato la Zerilli, chiedendo arretrati per circa 7000 euro.

Letizia Arcara sosteneva che in base ad una scrittura privata il canone di locazione fosse di 1350 euro e non di 550, 800 euro in più rispetto a quanto stabilito.

Alla base di ciò la Arcara sosteneva di avere una scrittura privata con la Zerilli che lo attestava.

La Zerilli non aveva accettato nè lo sfratto e la pretesa del denaro non pattuito e aveva sostenuto la falsità della scrttura privata. La Zerilli era stata però, come avevamo detto prima denunciata e processata nel 2013 e successivamente stata assolta.

L'avvocato Mangano aveva a quel punto presentato una denuncia contro la Arcara chiedendo la verifica dell'autenticità del contratto stipulato tra le parti.

Una volta che si è appurata la falsità della scrittura privata, (era stata utilizzato il foglio con la firma della Zerilli sostituendo però la pagina della scrittura privata in cui c'era l'importo della somma pattuita) è stato avviato il processo per calunnia stavolta a carico della Arcara che si è concluso con la condanna a due anni dell'imputata.

Articolo tratto dal Giornale di Sicilia del 03/11/2015 a firma di Riccardo Arena