Lo abbiamo sempre pensato, sostenuto e scritto: ma vogliamo ancora ripeterlo.
Non ci piace la via giudiziaria per risolvere i problemi grandi o piccoli di una comunità: la consideriamo sempre e comunque una sconfitta della politica e della società civile nel suo complesso,
che non ha saputo trovare al proprio interno gli anticorpi “fisiologici” per combattere le inefficienze o i fenomeni degenerativi di un sistema politico.
Ma di fronte al degrado e alla mortificazione che stanno subendo ormai da almeno un anno le popolazioni dei 22 comuni del Coinres, riteniamo che altra strada non esista.
Quando la terapia palliativa o farmacologica fallisce, occorre passare al bisturi di una magistratura che deve accertare le responsabilità penali di quanto sta succedendo.
E ci sorprende che sinora, a parte un inizio di inchiesta sulle ultime assunzioni, cui non sarebbe seguito altro, la magistratura, quando vuole estremamente sensibile su questioni anche minime (quanti sindaci indagati per inquinamento ambientale, per non avere posizionato i cartelli di “divieto di balneazione”, o per discarica abusive di amianto, perchè qualche sciagurato aveva abbandonato per strada qualche recipiente del vecchio “Eternit”), non faccia sentire la propria voce, di fronte a quello che sta accadendo.
La “notizia criminis” è sotto gli occhi di tutti, anche dei satelliti, che mostrano un quarto del territorio della Provincia di Palermo, trasformato in una serie di centinaia di piccole discariche a cielo aperto dentro i 22 comuni: nelle Piazze principali e sulle strade di periferia, dal mare e alla montagna, sulle strade statali e provinciali, ognuna con diverse tonnellate di rifiuti abbandonati al loro destino, destinate a macerare al sole, ad essere pestati sotto le ruote delle auto, ad essere soprattutto incendiate, per passare dal fetore puzzolente alla pericolosa diossina, aggiungendo danno al danno anche con centinaia di cassonetti bruciati.
Si può calcolare tra i 70.000 e i 100.000 Euro i danni prodotti ad ogni emergenza provocati dagli incendi dele cataste di immondizia.
Sono tra l’altro giorni di Feste delle Sante Patrone ad Altavilla, a Baucina, a Porticello, con parecchia gente che verrà da fuori: stasera una serata evento con la presentazione della prima puntata di una “soap” (Agrodolce) che dovrebbe costituire il nucleo, l’embrione di una industria legata alla televisione, si svolge a qualche decina di metri da due minidiscariche; tornano gli emigrati, vengono (?) turisti e visitatori, si susseguono i concerti e le notti bianche, ma la spazzatura resta là, come un essere mostruoso e vivente, con le sue forme che crescono ogni giorno e sembrano sempre più avviluppare in un reticolo, in una tela di ragno di schifezze e puzze l’intera città.
Quindi non è chi non veda: non ci possono essere alibi.
Sono poche, semplici e chiare le cose che debbono essere accertate:
1) Come sono state fatte le assunzioni al COINRES.
2) Se i dipendenti espletano effettivamente le mansioni per cui sono stati assunti.
3) In che percentuale la T.A.R.S.U. incassata dai vari comuni copre i costi del servizio.
4) Se e quali misure concrete hanno intrapreso i comuni per recuperare l’evasione.
Chi paga ha il diritto di avere un servizio: esistono per tutta una serie di enti e fornitori di servizi (Ferrovie, Enel,Telefonia ecc.) degli “standard di qualità” delle prestazioni che debbono essere rispettati e norme che sanzionano i ritardi e le inadempienze. Perché non deve avvenire lo stesso per un Ente erogatore di un servizio di raccolta rifiuti come il Coinres?
Perché, io cittadino, debbo pagare, quindici giorni di servizio che non mi è stato reso, rendendomi invivibile la vita? E nel corso di un anno sono almeno sessanta-settanta le giornate in cui tra mancata raccolta e “trascinamento” per ripristinare condizioni decenti, la spazzatura rimane in mezzo alle strade. Esiste in questo benedetto paese, qualche ente di tutela dei consumatori che avvii una “class action” nei confronti del Coinres?
Per chiudere qualche notizia di cronaca: malgrado sin da venerdì scorso lavoratori e mezzi dovrebbero essere in azione, pochissimo è stato sinora fatto, a parte qualche intervento.
A Bagheria le vie Libertà, in cui solo ieri sera sono stati registrati tre incendi, Via Mattarella e Borsellino, sono ridotte in condizioni pietose.
Stesso discorso per le strade principali di Santa Flavia, Casteldaccia, Ficarazzi.
Dei sette milioni di anticipazione richiesti dai Sindaci alla Regione, nei fatti il Presidente Lombardo ne ha "scuciti" solo tre: è giusto l’ossigeno per arrivare a Natale, quando tra debiti pregressi, passaggio al nuovo A.T.O. rifiuti, rimpallo di responsabilità, pagamento di 13.ma e quant’altro passeremo delle feste di fine anno da ricordare.
La perla finale: per questo “servizio” che ci rende, il Coinres chiede di aumentare al Comune di Bagheria l’onere del contratto da 6.800.000 a 10.800.000 Euro per il 2008.
Vale a dire che se restasse il sistema di pagamento attuale, chi paga per un appartamento di 100mq. 150 Euro, si troverà a pagarne circa 250 di Euro.
Ma pare che dal prossimo anno si pagherà in base al numero di componenti del nucleo familiare e non più in base alla superficie dell’immobile che si occupa: ma sempre 10.800.000 i bagheresi dovranno sborsare.