Porticello/Palermo 13 giugno 2008.
Presidente, queste sono ore decisive per la crisi del caro gasolio che attanaglia da qualche anno le marinerie di tutta italia. Cosa è stato fatto in questi ultimi giorni.
L’Unicoop pesca e l’Anapi pesca, come avevamo anticipato durante i lavori dei consigli regionali congiunti del 6.6.08, hanno presentato una piattaforma rivendicativa alle commissioni competenti di Camera e Senato nelle audizioni del 10.06.08. Le proposte vertono soprattutto su una soluzione immediata all’emergenza - caro Gasolio - con un fermo tecnico emergenziale di 45 giorni, subito retribuito a pescatori e armatori.
Ma l’emergenza pesca, se non abbiamo capito male, non riguarda solo il problema del caro gasolio. C’è dell’altro. Ci dica.
Abbiamo, già da tempo, lanciato l’allarme sulla crisi strutturale del settore della pesca. Le nostre proposte entrano soprattutto nel merito di questo aspetto. Ci spieghiamo meglio: il settore della pesca, in italia, è un settore che conta su una flotta oramai vetusta che va riammodernizzata. A questo bisogna aggiungere che la forza lavoro ha un’età media tra le più alte in assoluto e che la produzione, cioè il nostro prodotto ittico, non è fatto oggetto di adeguate politiche di valorizzazione, ricordiamoci che i prezzi alla produzione sono rimasti fermi a dieci anni fa. Di contro, registriamo che i costi di gestione sono aumentati, così tanto e in modo esponenziale (vedi caro gasolio) che le nostre imprese di pesca, hanno ritenuto di fermarsi, piuttosto che prendere il mare senza la certezza di ritornare con un minimo di reddito.
Quali le proposte per uscire dal coma profondo in cui versa la pesca italiana e siciliana in particolare.
Il Commissario europeo, Borg, ha già dato la sua disponibilità ad attivarsi per rivedere all’interno delle misure socio economiche del FEP-fondo europeo della pesca- la possibilità di un loro incremento. Abbiamo proposto l’applicazione al settore degli ammortizzatori sociali, quali la Cassa integrazione, mai vista prima. Una indennità di disoccupazione particolareggiata che tenga conto della tipologia atipica del settore pesca e che vada verso un’indennizzo forfettario considerato che durante l’anno –mediamente- le nostre imprese di pesca stanno ferme per circa 160 giorni. L’applicazione dei contratti di formazione e lavoro.
Soprattutto per le fasce giovanili. Per l’attivazione di queste misure, però, è necessario aprire un tavolo di trattativa con i Sindacati e ridiscuterne all’interno dei contratti di lavoro. Inoltre, riteniamo fuori luogo l’assunto dell’UE in base al quale per gli ammodernamenti, le nostre imprese, debbano dismettere una potenza motore superiore per imbarcare motori di potenza inferiore.
Se consideriamo che l’aspetto della Sicurezza degli uomini a mare, ha priorità assoluta su tutto il resto e che avere a bordo un motore più potente, ti consente maggiore sicurezza e tempi minori per il raggiungimento ed il ritorno dalle aree di pesca. E’ chiaro che, all’eventuale aumento di potenza richiesto, non deve corrispondere un’eventuale aumento dello sforzo di pesca.
Quindi una sostenibilità, che non è solo legata a fattori ambientali e di fauna ittica.
Certamente. La sostenibilità invocata dal FEP – c’è lo ricordava Borg – e l’avevamo chiesto anche noi a gran voce, deve essere soprattutto sociale. Cioè deve tenere conto del fatto che la pesca in Italia e nel mediterraneo in genere, da lavoro a milioni di famiglie, se solo si considera che la pesca è solo l’anello iniziale di una Filiera che genera un Indotto ( commercializzazione/mercati –trasporti – industrie di trasformazione – grande e piccola distribuzione – cantieristica – portualità ecc...) che per qualità e quantità non è facilmente qualificabile e quantificabile.
Presidente, ci sta dicendo che l’attuale crisi del settore pesca, rischia di coinvolgere gli altri segmenti ad essa legati . Ed il rischio è quello che in crisi entri il “sistema ittico italiano”.
Più che di rischio, parlerei di certezza assoluta. E’ chiaro che se a soffrire è l’anello iniziale della catena (Filiera Ittica) è cioè la pesca intesa come produzione. Di concerto, tutti gli altri componenti della Filiera ittica ne risentono. Non è un caso che registriamo ampi attestati di solidarietà da parte dei settori collaterali. Preoccupati dei risvolti di questa crisi, perché è anche la loro crisi.
Ci risulta che pochi giorni fa – 12.06.08 - l’Assessore regionale alla pesca On. le Di Mauro, sia stato convocato insieme agli Ass.ri con delega alla pesca delle regioni italiane dal Ministro Luca Zaia ad un incontro chiarificatore sulle misure urgenti da mettere in atto. E che nel pomeriggio, lo stesso Assessore, abbia tenuto un’incontro in assessorato pesca, per tranquillizzare le marinerie.
Nella giornata di ieri, il Ministro Zaia, ha ritenuto opportuno convocare tutti gli assessori alla pesca delle regioni per partecipare quanto già concordato con tutte le associazioni di categoria e sindacali in merito all’ emergenza caro gasolio. Riportando sostanzialmente quanto suddetto. Per cui dall’incontro “convocato in modo informale dall’assessore Di Mauro” lo stesso pomerigio, e tenutosi presso l’assessorato pesca siciliano, sono venute fuori le argomentazioni sopra espresse. Una nota merita la problematica del cosiddetto “de minimis”.
Misura – Una Tantum - prevista dall’UE in casi come questi e per la quale, le nostre associazioni hanno chiesto, nelle proposte presentate in Commissione alla Camera e Senato un innalzamento; dagli attuali € 3.000,00 a € 30.000,00 fino ad un massimo di €100.000,00 a impresa . Da erogare entro il triennio 2008/10 .
Riteniamo, inoltre, urgente la “dichiarazione dello stato di emergenza per il settore ittico siciliano” da parte del Governo regionale.
Provvedimento legislativo che accorcerebbe di molto i tempi Amministrativi e Burocratici, per la messa in atto dei provvedimenti a favore della categoria.