C’è una gioia vera , serena e sincera , quando le due squadre, in maglia verde la Polizia di Stato e in maglia bianca la Casa dei Giovani, scendono in campo per disputare quella partita di calcio che che dovrebbe segnare uno spartiacque nella esistenza dei ragazzi della comunità di Padre Lo Bue.
Alle spalle, la dipendenza, lo spaccio, la fuga forse anche da se stessi, davanti la società e una vita che tutti chiamano “sana”, un futuro difficile, ma tanta voglia di farcela.
Dietro la rete i figli e le mogli, di chi ha la famiglia più vicino, venuti a salutarli e ad applaudirli.
Oggi è veramente diverso: gli uomini che hanno imparato a sfuggire e loro malgrado a conoscere nei vicoli bui, nei quartieri periferici delle città, adesso li possono guardare in faccia, senza la paura delle manette.
Non più nemici, ma uomini e ragazzi come loro, che hanno la loro stessa passione e il loro stesso entusiasmo per il gioco del calcio, talora sfogatoio di frustrazioni e violenza, ma più spesso per fortuna veicolo, che affratella, unisce e ti fa aprire gli occhi su un mondo diverso ma non di diversi.
E’ veramente un bel pomeriggio, e non solo per il clima da villaggio vacanze che si respira ai campetti San Marco.
C’è Padre Salvatore Lo Bue, fondatore della Casa dei Giovani, con la maglia numero 25 a ricordare gli anni di vita della comunità, c’è Pippo Cipriani.
Mimmo Barone, ispettore della Polizia di Stato, fa gli onori di casa.
Il clima è da partita importante: quattro troupe televisive, oltre a noi di Teleone ci sono Canale 5, Sky, e Trm, parecchi colleghi giornalisti e fotografi.
La foto più bella è delle due squadre mischiate a centrocampo: non più nemici è il messaggio, né nella vita e neanche nello sport.
Quegli uomini che per loro hanno rappresentato l’incubo, adesso possono rappresentare la salvezza.
C’è in questi ragazzi, molti dei quali stanno scontando in comunità misure di detenzione, e ce lo dicono nelle interviste, una disperata voglia di normalità e di ritornare a casa a testa alta.
Ne intervistiamo uno, si chiama Luciano, risponde alle domande con chiarezza e concisione: ci informano subito dopo però,che per puro caso, siamo andati a pescare l’unico bagherese della squadra che conta anche due extracomunitari Rashid e Mamhud.
Ritorniamo, e gli diciamo che siamo di Teleone una televisione molto vista a Bagheria, e che se questo pensa possa dargli dei problemi evitiamo di mandare in video la sua faccia.
Ci risponde con dignità e orgoglio: “ Non c’è problema: ormai c’è l’ho fatta”.
Arriva il questore Caruso e la partita può avere inizio.
Qualche nota tecnica: l’età media dei poliziotti è senz’altro più alta e il peso medio dei suoi giocatori supera largamente gli 80 chili, però non sono proprio degli sprovveduti; più dinamismo invece nella squadra della Casa dei Giovani.
Per la cronaca la partita è finita 7 a 3 per la polizia.