Cronaca

Un quarantenne di Altavilla Milicia, Salvatore Lombardo è stato arrestato con l’accusa di reati sessuali e violenze ai danni di due minori di 13 e 17 anni.

Supplente di religione al mattino, aveva di pomeriggio un’altra vita: era infatti riuscito ad adescare con avances esplicite due ragazzi ospiti di una comunità alloggio.

Le indagini coordinate dalla dr.ssa Rosa Caramia, sostituto della Procura di Termini Imerese, erano state avviate da una segnalazione di una comunità alloggio i cui operatori avevano raccolto lo sfogo e le confidenze di uno dei ragazzi, che il professore aveva invitato a casa per fargli lezioni gratuite.

Le avances esplicite del professore che lo stava preparando per la cresima e la descrizione minuta della sequenza di tentativi di rapporti aventi un esplicito contenuto sessuale.

Queste rivelazioni del ragazzo e il loro successivo e puntuale riscontro hanno fatto scattare le indagini, che hanno portato alla luce una storia della stessa natura che il Lombardo intratteneva con un diciassettenne cui faceva lezioni di catechismo.

Intercettate le conversazioni telefoniche del catechista sono emerse in maniera inequivocabile il rapporto insano, con questo secondo adolescente: il ragazzo assistito da un psicologa è stato ascoltato dagli inquirenti ed ha confermato.

Dalle indagini sono emersa riscontri che mettevano in luce le pressioni che il professore esercitava per piegare i ragazzi ai suoi voleri anche con la concessione di piccole regali e in denaro o altro ( ricariche telefoniche ecc…)

Gli investigatori hanno anche accertato che il Lombardo utilizzava un profilo su Facebook per selezionare le sue vittime.

Il GIP di Termini Imerese di fronte alla mole di riscontri ha convalidato il provvedimento di arresto con l’accusa anche di violenze su minori ed ha concesso al professore i domicilia

 

dai giornali
 

Il Nucleo Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Palermo ha scoperto un’evasione milionaria da parte di una ditta palermitana che vendeva all’ingrosso pesce surgelato in prossimità del porto cittadino e che riforniva diverse pescherie, nonché numerosissimi ambulanti operanti nei mercati e nelle strade cittadine.
I finanzieri si erano già accorti dalle banche dati disponibili, collegati all’Anagrafe Tributaria – fra cui l’applicativo SER.PI.CO. - che la ditta per alcuni anni aveva presentato le dichiarazioni fiscali, “dimenticandosi” di riempire i relativi quadri, lasciati appositamente “in bianco” e che le comunicazioni ai fini IVA riportavano un anomalo squilibrio tra gli acquisti e le successive rivendite di prodotto, di gran lunga inferiori.

Ma l’entità dell’evasione accertata a seguito dell’ispezione è stata davvero sorprendente.

Infatti, grazie alle minuziose ricerche svolte al momento dell’accesso nei locali aziendali, le Fiamme Gialle sono riuscite a trovare, all’interno dei computers utilizzati dalla ditta, i file in cui era stata memorizzata la rendicontazione analitica degli acquisti e delle vendite in nero, rivenendo e sequestrando, inoltre, numerosissimi foglietti e appunti manoscritti in cui erano state riportate le singole consegne di merce con i relativi prezzi.

In sede di intervento è stato anche trovato, all’interno dell’area portuale negli spazi di proprietà di un’altra azienda, un deposito “fantasma” in uso alla ditta, in quanto, sebbene utilizzato per la conservazione dei prodotti ittici, non era mai stato dichiarato all’Amministrazione Finanziaria come prescrive la legge.

Al termine delle operazioni ispettive, incrociando tutti i dati a disposizione, è stato quindi possibile ricostruire gli effettivi acquisti di merce, in media pari a circa 5,5 milioni di euro annui, e le vendite corrispondenti, pari in media, a circa 6,7 milioni di euro annui, a fronte di un volume d’affari contabilizzato per circa 2 milioni di euro, peraltro nemmeno poi dichiarato al fisco.

Il risultato finale è stata la segnalazione per il recupero a tassazione di ricavi mai dichiarati per oltre 33 milioni di euro, cui corrispondono imposte sui redditi evase per circa 4 milioni di euro ed IVA parimenti evasa e non versata per circa 2,5 milioni di euro.

Sono stati poi accertati acquisti in nero per milioni di euro, prevalentemente da società di Mazara del Vallo (TP), e vendite in nero di prodotto a circa 25 pescherie di Palermo, diversi ristoranti ed oltre un centinaio di venditori ambulanti locali, nei cui confronti sono già iniziati controlli a cascata.

Il legale rappresentante della ditta individuale, un trentaduenne di Isola delle Femmine (PA), è stato quindi denunciato per aver presentato, per tutti gli anni controllati, dichiarazioni infedeli sia per le imposte dirette che per l’IVA.

Preso atto della consistenza del quadro indiziario, la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Palermo, sulla base della normativa introdotta con la legge finanziaria del 2008 che permette di confiscare i patrimoni dei responsabili di reati fiscali in misura equivalente all’entità delle imposte evase, ha da ultimo emesso, per garantire il concreto recupero di queste ed evitare che il responsabile disperdesse od occultasse le proprie disponibilità, un decreto urgente per il sequestro preventivo, ai fini della successiva confisca, delle liquidità finanziarie e dei beni dell’indagato, oltre all’intera azienda messa a disposizione di un amministratore giudiziario appositamente nominato; il tutto fino a concorrenza dell’importo di 4 milioni di euro.

In sede di esecuzione del provvedimento le Fiamme Gialle hanno quindi sequestrato, unitamente al complesso aziendale, i saldi attivi dei conti correnti bancari, 5 autoveicoli ed un motociclo, nonché oltre 11 tonnellate di prodotti surgelati custoditi nei depositi aziendali.

Il titolare della ditta ha quindi dovuto lasciare la cassa e le chiavi dell’azienda all’amministratore giudiziario che continuerà l’attività secondo i canoni della legalità e della corretta concorrenza e nel rispetto degli obblighi fiscali.

 

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