Palazzo San Marco apre le porte - VIDEO

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Ci credono Emanuele Tornatore e Paolo Zarcone, menti e braccia dell'associazione Itinera, che si pone l'obiettivo di fare del turismo delle ville non il solito irrangiugibile sogno, ma qualcosa di concreto e fattibile.

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"Palazzo Butera, Palazzo Cattolica, Palazzo Aragona Cutò, villa Palagonìa, villa San Cataldo - snocciola Tornatore - già oggi sono visitabili ed aperti ai visitatori: volendo si potrebbe aggiungere villa Valguarnera, e poi le ville destinate ad usi commerciali, però restaurate e splendidamente conservate, quali Palazzo Villarosa e Villa Ramacca.

Ma con una accorta politica di buone relazioni diplomatiche con i proprietari che le abitano, si potrebbe arrivare a coinvolgere alcune delle altre residenze settecentesche quali Palazzo Inguaggiato, villa S.Isidoro, Palazzo Larderia, villa Spedalotto ecc...

Il progetto di un percorso turistico guidato da andare a proporre ai tour operator non è un sogno. Ed una intera giornata i turisti la potrebbero consumare a Bagheria, non solo tra le ville settecentesche e i musei, ma spaziando tra l' arco azzurro, Aspra e Monte Catalfano, con una tappa presso  una delle nostre eccellenze di ristorazione, per esempio Don Ciccio, un nome per tutti.

Con una ricaduta positiva su artigianato delle ceramiche e  di qualità, e più in generale sulle nostre attività commerciali.

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Ci stanno provando i ragazzi dell'Associazione Itinera ed oggi ne hanno dato prova disvelando a qualche centinaio di bagheresi,(ma è arrivata parecchia anche gente da fuori), il Palazzo San Marco, non il più noto ma senz'altro il più originale impianto di villa aulica settecentesca.

Se il 2011 è stato l'anno della riscoperta di villa Valguarnera, anche allora grazie all'assessore Emanuele Tornatore, sindaco Biagio Sciortino, il 2013 potrebbe essere quello di Palazzo San Marco.

Il piano nobile del palazzo è abitato dai proprietari che ancora non ne consentono la visita, però le cose che vediamo meritano il costo del biglietto.

Emanuele Tornatore è un cicerone eccellente, competente e appassionato, che spiega al centinaio di visitatori del 1° turno, anche l'etimo di Branciforti, da Obizzo, antenato della famiglia,  detto dalle 'braccia forti',  alfiere di Carlo Magno in una battaglia in Italia, al quale per strappargli lo stendardo, i nemici dovettero amputargli il braccio ( è questo il motivo del leone dalla gamba anteriore mozzata che figura nello stemma di Bagheria), sino al cognome della famiglia Filingeri o Filangeri (fil d'Angers).

altL'inequivocabile impianto militare con i quattro capisaldi e il torrione centrale tradisce tutte la vocazione originale del manufatto, come pure il corpo dello scalone distaccato di qualche metro dal palazzo vero e proprio.

Un tempo c'era un piccolo ponte levatoio,che la notte veniva ritirato per isolare il palazzo, mentre oggi una pedana fa da 'ballatoio' di accesso dallo scalone alla villa.

La cappella, le cucine e le scuderie splendidamente conservate rimandano non solo all'architettura ma alla vita quotidiana di  un'epoca: come pure le quattro straordinarie carrozze perfettamente conservate che datano almeno duecento anni.

Si replica il 5 maggio.

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