Cinisi: il ricordo 30 anni dopo

Cinisi: il ricordo 30 anni dopo

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Nel mese di maggio di trent’anni fa, due fatti di cronaca nera, ma legati alla politica, sconvolsero l’opinione pubblica italiana, modificando le sorti della storia futura molto più in profondità di quanto potesse sembrare evidente allora.

Roma, via Caetani, 9 maggio 1978. La scena è scolpita sulle pagine tragiche del nostro passato, lasciate da chi quel corpo senza vita, rannicchiato nel portabagagli aperto di una Renault 4 rossa, lo vide fra lo stupore della gente. La Storia è l’immagine del presidente nazionale della Democrazia Cristiana Aldo Moro assassinato dalle Brigate Rosse.

Cinisi, strada ferrata Palermo-Trapani, 9 maggio 1978. Il corpo di un giovane che faceva sentire la sua voce libera attraverso le frequenze di una radio. Peppino Impastato parlava a Cinisi, di Cinisi e di chi lo abitava; come di quel cugino col nome mafioso: alzare la testa di fronte ai poteri forti che ci comandano, a Cinisi come a Roma, costa una vita.

Oggi si ricorda a Cinisi di quel militante della Democrazia Proletaria, che sparava a zero sulle storie nascoste, sulle famiglie sporche: Radio Aut portava la rabbia di una generazione, capace di fare nomi e cognomi senza vergogna e paura di nessuno.
Grazie alla costante attività della madre Felicia e dei compagni di Peppino, la sua lotta contro il potere mafioso non risulta una battaglia persa e dopo 30 anni il paese, ed oltre 7 mila persone si sono date incontro (una veleggiata è partita da Sanremo e ha raggiunto la Sicilia venerdì pomeriggio) per una manifestazione nazionale ed una serie di incontri sulle questioni dell’anti-mafia.


Nel corteo, colorato e molto rumoroso, c'erano rappresentanti di collettivi, esponenti dei comitati 'No tav' e 'No Dal Molin', volontari di Libera, dell'Arci, amministratori, politici e soprattutto gli amici di Peppino, quelli di Radio Aut.
Per il sindaco, Salvatore Palazzolo - che intitolerà l'aula del consiglio comunale a Peppino Impastato -, "Cinisi ha fatto una scelta antimafia chiara, non è più dalla parte di Tano Badalamenti, ma si riconosce in Impastato", poco importa se quelle persiane delle finestre sono rimaste ancora una volta abbassate.

La piazza del paese è piena ancora la sera, per i concerti organizzati dai membri dell’Associazione Peppino Impastato-Casa Memoria di Cinisi, dal Centro siciliano di documentazione Giuseppe Impastato di Palermo, Associazione Radio Aut e dal Circolo Metropolis di Castellammare del Golfo. L’atmosfera su quelle strade è trasognata, a tratti perplessa, con la faccia di Peppino Impastato che domina sulla facciata della sua abitazione, lungo il corso principale del paese, chiuso e spalancato sulla cruda verità di una morte innocente.
E lo scroscio fresco della fontana davanti la Chiesa Madre, accompagna l’abbraccio della gente.