Gli spazi della cultura dal 27 al 31 dicembre a Santa Flavia

Gli spazi della cultura dal 27 al 31 dicembre a Santa Flavia

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E' un bel progetto quello messo in campo da Giuseppe Di Franco, responsabile dell'Associazione "Germogli d'arte", che va ad organizzare a partire da giovedì 27 dicembre, la terza edizione degli Spazi della Cultura che vedranno svilupparsi nell'arco di quattro giorni una serie di iniziative che hanno un denominatore comune: riscoprire la storia e l'identità di un territorio quello di Santa Flavia che ha radici antiche perchè ha visto svilupparsi nel proprio intorno fenomeni di grande valenza, dalla presenza fenicio-punica ed ellenistico romana legata alla cittadella di Solunto, ad emergenze di architettura normanna, la famosa Chiesazza, che è stata dimostrata essere coeva alla Cattedrale di Cefalù, sino al Castello di Solanto, al barocco delle ville e delle chiese, villa Filangeri e Basilica Soluntina in particolare.

Le realizzazione del progetto è stata possibile grazie alle sinergie realizzatesi tra l'Associazione Germogli d'arte, l'Assessorato regionale ai beni culturali e all'identità siciliana, 'assessorato alla cultura del Comune flavese sino al Parco culturale Soluntino, il cui presidente Mario Perrone non perde occasione per mettere in risalto l'unicità e le suggestioni di un territorio splendido: un territorio quello della Baronìa di Solanto che nei secoli ha conosciuto non solo straordinari eventi architettonici ma anche socio-economici, dalla pesca del tonno praticata sin dai primi insediamenti abitativi alle cave di pietra sino alle realtà agricole-produttive della canna da zucchero, del sommacco, della vite, del pomodoro, dell'ulivo e degli agrumi.

Chiese, ville, resti di cittadelle, castelli, ma anche uomini: ed è di questi che si occuperanno nei quattro giorni i relatori del convegno: a partire da Francesco Lo Iacono Battaglia, cultore di storia del territorio, autore del fortunatissimo volume "Solanto, storia e cronaca", sino alla pittrice Venera Carini che vedrà ospitata nel giardino d'inverno della villa una mostra di suoi quadri, sino al prefetto Ernesto Perez, le cui opere di benefattore e filantropo sono state dalla comunità ricordate con l'intitolazione dell'Opera Pia "Perez Raimondi"

Una mostra fotografica e una serie di percorsi per riandare alla storia progettuale e costruttiva delle architetture di villa Filangeri e della Basilica Soluntina completeranno il programma.

A presentare e coordinare le varie iniziative del convegno la giornalista televisiva Licia Raimondi.

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BASILICA SOLUNTINA

La Basilica ebbe origine quando nell’anno 1666 Pietro I Filangeri acquistò un terreno nel feudo della Bagaria dal sacerdote Don Giacomo Lamattina, e proprio dove oggi la stessa è ubicata, esisteva una piccola chiesetta dedicata a Sant’Anna.
Nel corso degli anni e per volontà della stessa famiglia Filangeri la chiesa subì delle modifiche ed ampliamenti e nel 1785 con bolla del Pontefice Pio VII venne consacrata a Basilica chiamata “Soluntina”.
La chiesa oggi malgrado i segni del tempo presenta le sue caratteristiche inconfondibili di originario capolavoro tardo barocco. La sua forma ellittica è di chiara ispirazione borrominiana.
La copertura voltata è sormontata da un’alta lanterna e coperta da una cupoletta a spicchi ellissoidali rivestiti di rame.
Il sotterraneo a cripta per le sacre reliquie sotto il prolungamento del corpo centrale risale all’impianto del 1756. La cripta era il luogo da dove riservatamente i Filangeri assistevano alla celebrazione delle sacre funzioni.
C’è da dire infine che la Villa Filangeri era collegata alla chiesa da una scaletta in pietra di cui restano tracce, passaggio che serviva ai Filangeri per recarsi in chiesa in forma privata.


VILLA FILANGERI

La villa Filangeri e il suo parco retrostante costituiscono una delle attrattive maggiori dell’intero circondario e testimoniano un modello di residenza nobiliare tra il XVII° e il XVIII° secolo.

E’ ignoto l’architetto che ha preparato il progetto di fondazione, tuttavia la costruzione fu iniziata nel Seicento e fu proprio in questo secolo che i Filangeri acquistarono il principato e vi costruirono una residenza.
Alla villa si accede da un piccolo giardino antistante che insieme ad altri elementi della facciata richiama il settecentesco classico delle ville palermitane.
Il prospetto della villa mantiene l’aspetto originario con la tipica scala di accesso propria delle ville di quel periodiche qui si sviluppa su due rampe doppie e simmetriche.
Palazzo Filangeri è oggi in dotazione dell’amministrazione comunale che ne ha fatto la sua sede permanente.
Il parco della villa si estende su una superficie di 8.500 metri quadrati.
Oggi l’amministrazione comunale data la bellezza del luogo lo ha destinato a sede di iniziative artistico culturali.