Un accorato appello al Sindaco di Casteldaccia, tutore della “nostra” piccola Anna.

Un accorato appello al Sindaco di Casteldaccia, tutore della “nostra” piccola Anna.

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Caro Sindaco di Casteldaccia, vogliamo ricordarLe la storia di una bambina le cui prospettive di vita dipendono molto da Lei e per varie ragioni.

Anna, così chiameremo la bambina di cui vogliamo raccontare e di cui Lei è tutore, è arrivata presso la Comunità-alloggio “Hope” di Casteldaccia (PA) all’età di tre anni ed è a carico del Comune di Casteldaccia in quanto residente nel suddetto paese.

Al tempo dell’inserimento in struttura Anna non camminava, non aveva il controllo degli sfinteri, non riusciva a tenere in mano le posate né ad alimentarsi da sola, non mostrava alcun segno di autonomia.

Anche stare seduta senza un supporto che le sostenesse la schiena era impensabile; Anna aveva una grave ipotonia muscolare che richiedeva esercizi ed impegno per conseguire dei risultati. La nostra Anna non parlava ma richiedeva continue manifestazioni di affetto. Proveniva da una vita vissuta sul passeggino senza stimoli né possibilità di crescita e di cambiamento. Questi gli aspetti visibili di una storia tormentata e drammatica, attraversata da deprivazioni e da tant’altro.

Gli operatori della struttura hanno creduto in Anna, nei suoi occhioni chiari, nel suo sorriso e, soprattutto, nella sua energia, nella sua forza, nella determinazione di vincere i limiti, le barriere, di far fronte ad un futuro “immobile” cui sembrava destinata. E’ stato faticoso e doloroso stimolare in Anna il cambiamento, sollecitarla a fare cose che le richiedevano sforzo, fatica, dolore. E’ stato necessario crederci, trovare la forza, non abbattersi, starle vicini e cercare i luoghi e le figure adatte a prestarle i servizi opportuni nonostante le difficoltà burocratiche ed i tempi di attesa.

Oggi Anna sta in piedi, cammina, a volte, quando è felice, corre quasi dimenticando la sua disabilità, parla in modo comprensibile, si relaziona con grande competenza. E’, persino, capace di cogliere il malessere degli altri e di consolarli.
No, non è un miracolo: è una storia difficile e, tuttora, in dubbio rispetto al futuro.

I progressi descritti piuttosto che un miracolo sono il frutto dell’affetto di chi si è occupato di lei e della professionalità di chi l’ha seguita nella riabilitazione: logopedica e fisioterapica.
Ma il percorso di riabilitazione ha un costo: tanto per cominciare la benzina per arrivare oltre Casteldaccia ed, ancora, il compenso per l’operatore che accompagnava la bambina quattro volte a settimana al Servizio competente.
Ma Lei sa meglio di noi che il Comune di Casteldaccia in data 31-10 c.a. doveva alla nostra struttura un totale di Euro 131000.oo, di cui solo per Anna, una somma di Euro 51153.00. E sa, anche, che nel periodo intercorso tra il 2011 ed il 2012 non ha pagato alcunché per il soggiorno della bambina né degli altri minori residenti a Casteldaccia.

La Comunità è a terra, senza risorse, ormai, impossibilitata a far fronte a tutte le spese. Anna ha già vissuto enormi delusioni a causa dell’abbandono da parte di famiglie che le avevano mostrato un interesse affettivo e, adesso, corre il rischio di sentirsi nuovamente abbandonata da noi e da Lei: cioè, da quanti le hanno promesso un futuro migliore di quello che poteva avere all’interno della sua famiglia d’origine e da Lei che ne è il tutore, la persona che più di ogni altra dovrebbe curarne gli interessi.

Noi, èquipe psico-sociale della Comunità-alloggio insieme ai suoi gestori, non siamo disposti ad abbandonare Anna, a lasciare che tutti i progressi vadano persi; per noi Anna è un impegno ed un investimento affettivo che ci accompagna anche la notte e che non ci lascia dormire tranquilli. Le chiediamo, dunque, di garantire ad Anna ciò che spetta ad ogni bambino: la possibilità di una vita alla pari o, quasi, di una vita in cui le speranze diventino progetti perseguibili e non sogni irrealizzabili.

Il nostro è un appello al suo senso di responsabilità, al suo senso di umanità, al suo potere inteso come strumento per fornire opportunità, soprattutto, a chi ne è stato privato dalla natura e dal contesto di provenienza.
Questo appello consente una sola risposta: sostenere Anna e fare il suo bene.

Casteldaccia, lì 16-11-2012 - L’èquipe psico-sociale della Comunità-alloggio “Hope”