Omaggio di popolo ai funerali di Totò Buglisi

Omaggio di popolo ai funerali di Totò Buglisi

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La Chiesa della Madonna del Carmelo, non è riuscita a contenere le oltre mille persone venute a rendere l'estremo saluto a Totò Buglisi, un bagherese assolutamente normale, modesto, ma che aveva una dote straordinaria: quella di credere fortemente in qualcosa, di essere un uomo di sport nell'accezione più cristallina del termine. 

Uomo cioè, che faceva della pratica sportiva e dell'insegnamento sportivo la sua seconda vita, la sua seconda natura, e che soprattutto avvicinò allo sport e ai suoi valori, tantissimi ragazzini.

Lo ricorda padre Giovanni La Mendola nella sua omelia, esaltandone anche la serietà e l'impegno anche nel proprio lavoro, il lavoro  di chi nella pratica quotidiana era a servizio degli altri, e lavorava per lenire le sofferenze degli altri.

Ma sono gli sportivi, piccoli e grandi, che colorano con le loro tute e magliette la Chiesa, e che dispiegano  il loro striscione, "Sino a ieri in campo con noi, ma adesso nei nostri cuori", o con il loro slogan semplice, come semplice era Totò, che hanno ritmato all'uscita del feretro, ricoperto da un lenzuolo giallo e blu, sul sagrato dopo la cerimonia, come un coro da stadio, e con i bambini a fare una sorta di picchetto d'onore al loro presidente.

Il presidente!! Salvatore Buglisi presidente!

Bambini, alcuni piccolissimi, portati per mano dai papà o dalle mamme, sportivi di altre formazioni oltre alle tute gialle dell'Atletico, tanti gli amici o i semplici conoscenti.

Ci sono anche le autorità il sindaco Lo Meo, l'assessore allo sport Cirafici, presidenti, direttori sportivi, allenatori di altre squadre. Ci sono Tommaso Ticali e Salvo Bartolone che mormora:" Cosa dire di Totò? una vita per lo sport, impegnato, deciso, sempre in prima linea a fare con difficoltà e poche risorse e solo con la passione e la volontà  imprese impossibili come il Torneo "G.Bagnera". Bagheria perde oggi uno die suoi figli migliori, modesto, perchè non amava le prime file. Il suo palcoscenico era il terreno di gioco, dove educava i ragazzi alla disciplina del calcio."

Aveva inventato tanti e tanti anni fa le scuole di calcio a Bagheria; aveva, e lo diceva con orgoglio, tolto dalla strada centinaia, forse migliaia di bambini che nella pratica sportiva, con una divisa vera, un campetto vero, erano cresciuti coltivando una loro passione, ma crescendo soprattutto come cittadini..

E tanti di loro, oggi cresciuti, erano al suo funerale.

Ci colpi la risposta che mi diede una volta allorchè  gli chiesi chi avesse vinto il Torneo "G.Bagnera", una sua creatura, un appuntamento ormai entrato nella tradizione degli eventi bagheresi,  che per tre giorni riusciva a paralizzare il traffico nella zona del campo sportivo per le migliaia tra ragazzini e familiari che vi partecipavano.

"Hanno vinto tutti" mi rispose più o meno, "solo formalmente diamo qualche coppa per gratificare i ragazzini, ma lo scopo della nostra iniziativa è quella di far comprendere il valore della pratica  sportiva, della lealtà, del rispetto delle regole, del saper perdere, del sapere riconoscere i meriti degli avvercari, che sono tali solo sul terreno di gioco, ma che tornano amici e sodali fuori dal campo".

E' tutta quà, semplice però rivoluzionaria, la lezione che ha lasciato Totò. 

Quella lezione contenuta nella lettera che i suoi due figli Pietro e Valentina gli hanno scritto, che è stata letta da un familiare, e che testimoniano di avere bene inteso:

"Papà ci avevi detto che avresti vinto anche questa partita", "grazie comunque per le cose che ci hai insegnato."

E' uan lettera straziante alla cui lettura pochi riescono a trattenere le lacrime ed in cui è contenuto solo una parte dell' indicibile dolore dei familiari per una perdita troppo inattesa e troppo grave, alla quale sino alla fine non riuscivano a rassegnarsi.

Possa essere di conforto per i familiari, il pensiero che Totò ha vinto una partita che va al di là di questa vita: ha lasciato un segno, una impronta in migliaia di bambini, che da adulti, continueranno a parlare di Totò ed a ricordarlo.

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