Aiello ai domiciliari per favismo: tutto regolare secondo il Ministero

Aiello ai domiciliari per favismo: tutto regolare secondo il Ministero

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Nessuna irregolarità nel comportamento e nelle decisioni assunte dai giudici del Tribunale di sorveglianza dell'Aquila allorchè, poco più di sei mesi fa, accolsero l'istanza degli avvocati dell'ex tycoon della sanità siciliana, che per una grave intolleranza a fave e piselli che gli venivano generosamente somministrati nel carcere dell'Aquila dove stava scontando una condanna a 15 anni e sei mesi, aveva chiesto di scontare la pena ai domiciliari.

I giudici avevano accolto la tesi degli avvocati, differendo la pena di Aiello di un anno, consentendogli cioè di potere scontare un anno di carcere presso il proprio domicilio.

La vicenda suscitò polemiche senza fine sui giornali, e prese di posizioni polemiche vennero anche da parte di autorevoli magistrati che manifestarono perplessità sul fatto che l a direzione del carcere dell'Aquila non fosse in grado e non avesse pensato di garantire al detenuto una dieta diversa da quella che aveva come base questi ortaggi.

Addirittura in una popolare trasmissione televisiva delle domenica pomeriggio su Rai uno il presentatore  Massimo Giletti, fece scoppiare il caso chiedendo dallo schermo tv al Ministro della giustizia di chiarire i dubbi espressi su una decisione contestata non solo dalla gente comune ma anche da parte di uomini di legge, e tra questi Vittorio Alcamo, presidente del Tribunale che aveva condannato Aiello in primo grado e del P.M. Nino Di Matteo, impegnato in delicate indagini di mafia e rappresentante dell'A.N.M. a Palermo.

Adesso la relazione degli ispettori asserisce che nella decisione del collegio dei giudici di sorveglianza non c'è nessuna irregolarità: di fronte al fatto che all'Aquila tra gli alimenti somministrati ai detenuti con maggiore frequenza ci fossero fave e piselli, metteva in serio pericolo la vita di Aiello, che aveva sempre manifestato una patologica intolleranza a questi alimenti.

E non è compito dei giudici - sottolinea la relazione delgi ispettori - interloquire sulla dieta alternativa che si sarebbe potuto "apprestare" per Aiello.

La decisione del Tribunale è stata pertanto assolutamente legittima e regolare.

Nell'immediatezza delle polemiche che seguirono all'invio ai domiciliari di Aiello, a pagare subito fu il direttore del carcere dell'Aquila che venne immediatamente trasferito.

Aiello potrà quindi continuare a trascorrere ai domicilairi questi altri sei mesi; sarà poi il prossimo 28 febbraio ad un anno dalla precedente sentenza che lo stesso Tribunale di sorveglianza dovrà pronunciarsi qualora, come è estremamente probabile, gli avvocati torneranno a chiedere la detenzione del loro assistito presso il proprio domicilio.

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