Pista ciclabile quasi al via: funzionerà? - di Angelo Gargano

Pista ciclabile quasi al via: funzionerà? - di Angelo Gargano

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Funzionerà? È questa la domanda che continuano a porsi non solo gli appassionati di bicicletta ma anche i comuni cittadini, parecchi dei quali vedono con crescenti perplessità la realizzazione dei lavori di completamento della pista ciclabile.

Allora cominciamo a chiarire le cose come stanno: c'è da capire sul campo se sarà una pista utilizzabile dagli appassionati di bici da corsa e dai forti dilettanti della domenica, quei grupponi che arrivano talvolta anche a venti, trenta unità, e che occupano larga e lunga parte della sede stradale.

Forse non è adatta a  loro che viaggiano affiancati a due o tre e che spesso chiacchierano tra loro o competono superandosi a vicenda.

La pista è stata pensata per una bicicletta tranquilla che volendo si potrà noleggiare in una apposito box che verrà realizzato in piazza Stazione dove le bici verranno custodite.

Cominciamo allora dal percorso: è stato pensato per consentire un passeggiata rilassante, e si spera in sicurezza, soprattutto a singoli e famiglie.

Si parte dall’incrocio di corso Baldassare Scaduto, si prosegue quindi con via Fiume d’Italia, via Francesco Tempra e via Prime rocche; si ritorna e dopo via Scordato si percorre via Concordia Mediterranea, quindi si passa da via Olivuzza davanti l’edificio delle scuole medie, e da via Codogni si ritorna sul rettifilo.

La corsia sarà unica per chi sale e per chi scende.

Il tratto interno al centro abitato e cioà da via Fiume d’Italia a via Prime rocche deve essere però ancora realizzato.

Alcuni numeri: la striscia di asfalto, e cioè la pista vera e propria è larga 1m e 25 cm. Il cordolo convesso che la delimità è di 25 cm., c’è poi uno spazio di 25 cm. che delimita a sua volta la striscia gialla di sicurezza, non valicabile cioè dalle auto, che è di 30 cm.

Per finire con due strisce entrambe di 12,5 cm, bianca la più interna, quella cioè più vicina alla linea di mezzerìa. Per una ampiezza totale di 2m e 30cm.

Ora se si considera che la larghezza del rettifilo è di 9 metri e che ogni corsia di traffico è di 4,50 m., vuol dire averne sottratto una buona metà che prima era “a disposizione” delle auto, che dovranno viaggiare bel lontani dalla linea gialla, ma anche ad una certa distanza da quella bianca.che delimiterà la nuova carreggiata, riducendo di fatto la larghezza di una corsia a 2.m e 20 cm., giusto il passo di un’auto

Non sarebbe grave se ci abitueremo a ridurre in maniera significativa la velocità in quel tratto.

I problemi che già si intravedono:

1) Malgrado le segnalazioni chiare e reiterate c’è il rischio che le macchine utilizzino la pista come aree di parcheggio.
A questo punto non ci sono santi che tengano: o i vigili ( anche se da un anno a questa parte se ne vedono veramente pochini) faranno multe da fare pelo e contropelo agli indisciplinati, altrimenti l’investimento di circa 500.000 euro si rivelerà inutile e forse anche rischioso, per i ciclisti che saranno costretti a pericolose evoluzioni.

2) Le macchine, quantomeno nei tratti di rettifilo più densamente popolati posteggeranno sulla corsia opposta a quella ciclabile, rendendo praticamente impossibili i sorpassi.
E neanche questo sarebbe un male: ridurre i sorpassi e costringere le auto a muoversi tipo trenino, può servire a ridurre drasticamente gli incidenti, talvolta anche mortali accaduti in quell’arteria.

3) Ci sarà il problema che in alcune vie, per esempio in via Concordia mediterranea , ma non solo, la pista è continuamente resa irregolare dalle presenze dei tombini e dalle naturali asperità e saliscendi dell’asfalto stradale.

Funzionerà ? Lo speriamo