Non convincono le giustificazioni di Lo Meo sulla 'Strage dei pini'

Non convincono le giustificazioni di Lo Meo sulla 'Strage dei pini'

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Lasciano fortemente perplessi le giustificazioni addotte dal sindaco Lo Meo che, nella lettera inviata a noi di bagherianews.com, prova a trovare una spiegazione del perchè si sia proceduto senza alcun preavviso, senza alcuna ordinanza sindacale, senza alcun esplicito atto autorizzativo al taglio radicale di 17 (o 14) pini) in via Concordia Mediterranea ad Aspra.

Quella di Lo Meo è una spiegazione che non spiega niente; la sua nota piuttosto che un chiarimento del perchè sia avvenuto, nel comune di cui lui è il sindaco, un fatto così grave e inaudito, ha il tono professorale di una lezione di un esperto di coltivazioni arboree.

Il sindaco di Bagheria, Vincenzo Lo Meo, oltre a spiegare da esperto tutte le caratteristiche del pino d'Aleppo, che testimoniano di una conoscenza sull'argomento che in questo caso suona come una aggravante, avrebbe dovuto spiegare soprattutto da sindaco i percorsi amministrativi che hanno portato a questa sciagurata decisione.

E questo non lo fa, perchè non è in grado di farlo, ed in questa, come in altre precedenti occasioni si rifugia nell'ormai comodo alibi del difetto di comunicazione che è ormai diventato un noioso ritornello che abbiamo sentito già altre volte.

Questa vicenda è stata gestita da un punto di vista amministrativao in maniera volutamente confusa e raffazzonata per cercare di confondere l'opinione pubblica.

Ben altri avrebbero dovuto essere i percorsi amministrativi che si sarebbe dovuto mettere in atto, in base alle affermazioni che il sindaco fa nella sua nota.

In primo luogo andavano prese in considerazione non le generiche "lamentele" fatte così a voce e senza riscontri, ma andavano assunte in protocollo ed in maniera ufficiale le segnalazioni di quei cittadini residenti, (addirittura si parla di un ferito per la caduta di un ramo), che segnalavano appunto il rischio che quegli alberi in quella strada rappresentavano; successivamente andava affidata all'agronomo comunale una ricognizione e una relazione che certificasse l'effettiva condizione di pericolosità degli alberi di quella strada.

In terzo luogo andava acquisito il parere della Sovrintendenza ai monumenti perchè Aspra è, e lo hanno scritto anche dei commentatori, zona sottoposta a vincolo paesaggistico, ed in questi contesti è noto che non si può procedere ad alcuna manomissione del verde pubblico senza esplicita autorizzazione della Sovrintendenza e dell'Ente forestale.

Solo dopo questi passaggi "vincolanti", un sindaco, forte dei pareri tecnici che certificavano le fondate ragioni di pericolo, forte di un atto autorizzativo della Sovrintendenza e dell'Ente Forestale, avrebbe potuto emanare una ordinanza in cui disponeva l'abbattimento dei pini per il loro scarso pregio ambientale  e le condizioni di pericolo che creavano.

Sono queste le procedure che si adottano in una pubblica amministrazione, che non è la stessa cosa del nostro giardino.

Perchè Lo Meo non ha seguito la strada diritta e certa del diritto e delle procedure di legge, e si è affidato alla scorciatoia di far tagliare gli alberi senza esplicita ordinanza, consentendo anche che un ignoto soggetto privato si portasse via la legna ben tagliata e che l'ingombrante e inutile "ramaglia" restasse sui marciapiedi a ingombrare il passaggio?

I tempi sarebbero stati lunghi? Ma lunghi rispetto a che cosa? Quale  era l'urgenza che incombeva?

Ci sono oggi a Bagheria tombini di fogna senza grata di copertura, buche e voragini nel manto stradale che dal punto di vista della pericolosità sono certamente più rischiosi dei pini d'Aleppo di via Concordia Mediterranea e sui quali però non si interviene.

Perchè allora tanta fretta su un problema che lo stesso  sindaco Lo Meo sostiene di avere attenzionato addirittura quindici anni fa?

Chi spingeva per stendere i pini? A chi doveva essere fatta questa cortesia così urgente? Chi ha deciso di far entrare in azione le seghe senza autorizzazioni e ordinanze legittime ed esplicite?

E' questa la risposta che i cittadini si attendono dal sindaco Lo Meo e non la dotta lezione su radici, fusto e chiome degli alberi fatta dall'agronomo Lo Meo.

Il problema politico vero è capire perchè  anche un sindaco sulla cui competenza sulla materia non è dato dubitare, consente che si proceda a manomissioni del verde pubblico, come se si trattasse del giardino di  casa sua, dove pure l'abbattimento di specie arboreee di queste dimensioni e in queste quantità provocherebbero l'immediato intervento della Forestale e della Sovrintendenza ed una denuncia penale.

L'anno scorso quando un costruttore privato eliminò cinque platani dal corso Baldassare Scaduto, pure essendo stato autorizzato solo per uno di essi, ci fu una autentica sollevazione popolare e l'allora candidato sindaco Lo Meo fece sentire la sua voce solidale accanto a quella dei cittadini indignati.

Oggi i platani per fortuna sono stati ripiantati, stanno ricrescendo, uno di quelli tagliati è tornato anche a germogliare, ma oggi  Lo Meo eletto sindaco si pone come riferimento di cattivo esempio nella tutela del verde del territorio.

Un gesto sbagliato che nuoce ulteriormente alla sua immagine compromessa per altre vicende, e che il sindaco avrebbe fatto bene a risparmiarsi.