La pietra della discordia

La pietra della discordia

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Qualcuno se lo era cominciato a chiedere in maniera seria: ma non è che la posa della prima "balata" per i lavori di Corso Umberto, era stato un pesce d'Aprile in ritardo dell'amministrazione?
Perchè dopo la posa della prima "balata" era seguito un silenzio, (è il caso di dire, visto che sempre di "balate" si tratta) di tomba...
Corso Umberto continuava a vivere la sua vita caotica e spensierata, senza la traccia non diciamo di un cantiere, ma di una semplice recinzione "a nastro".
Già da qualche giorno però si susseguivano riunioni concitate all'ufficio Tecnico, tra l'architetto Pieralba Cuffaro e i tecnici della ditta che realizzerà (?) i lavori.

Assessori e tecnici si riunivano come cospiratori o agenti segreti.
Oggetto del contendere? "Nerello di Custonaci" (da non confondere naturalmente nè con il Nero d'Avola, nè con il Nerello mascalese), o "Grigio di Billiemi" (da non confondere questo nè con il "Pinot Grigio" nè con il "Brunello" di Montalcino) per le basole dei marciapiedi?
La ditta si era resa conto, in ritardo ahimè, che la pietra approvata in capitolato dalla Sovrintendenza, il nerello - sia detto per inciso -era più costosa di quella che avevano pensato di usare, il grigio di Billiemi.

Non è differenza di poco conto: messe le balate una dopo l'altra fanno diecimila euro di differenza: e chi se le accolla? la ditta o l'amministrazione? o metà e metà?
Alla fine pare proprio che sia stato deciso di spartire il danno salomonicamente a metà.
Stavolta potete giurarci, e se fossimo in Inghilterra, anche scommettere: martedì si comincia.
Finalmente potremo lamentarci del traffico di Corso Umberto, senza averne alcun motivo.