Se state leggendo queste righe, forse incuriositi dal titolo, potreste essere interessati a capire meglio certi atteggiamenti e comportamenti altrui e forse anche qualcosa che un po’ vi riguarda.
Nel comportamento degli altri infatti, ci si rispecchia spesso, e soprattutto l’analisi che noi facciamo di noi stessi risente in modo più o meno accentuato del giudizio e delle opinioni che gli altri hanno di noi.
Purtroppo siete finiti tra le poche righe scritte da uno psicologo, nelle anse del mio nuovo spazio!
Questo è il primo appuntamento d’un viaggetto che si snoderà attraverso una serie di tappe rituali e cicliche; sarebbe bello provare a incuriosirci nuovamente, quasi per riappropriarci di quegli occhi grandi e sgranati che avevamo un tempo, quando era bellissimo sentire l’odore della terra umida in una giornata di pioggia sottile, o come quando, da bambini, ci sorprendevamo ad osservare quelle nuvole bianchissime incastonate nel cielo della nostra Sicilia.
Così pensando a queste e ad altre parole che avrei dovuto scrivere per voi, ricordai un articolo letto qualche giorno prima, seduto davanti a una bella tazzina di caffè fumante (in realtà a pensarci bene non era proprio così caldo).
Secondo una ricerca inglese le persone avrebbero sempre più difficoltà a mantenere rapporti affettivi stabili, con una sorta di impulso irrefrenabile alla ricerca continua di partner. Avremmo insomma una continua voglia di cambiare e di provare nuove cose.
Ricordo che una volta una ragazza mi disse: “Io mi innamoro continuamente, non riesco a fare a meno di provare attrazione per chiunque incontri”.
Al di la di certe situazioni patologiche, più o meno evidenti, noi tutti tendiamo a cercare sempre situazioni alternative, in qualche modo diverse da quelle presenti nella vita di tutti i giorni.
Tutto questo fa parte dell’uomo e della sua natura, anche se mediato da fattori culturali e sociali, legati all’educazione che abbiamo ricevuto dai nostri genitori, dall’ambiente culturale che frequentiamo, oltre che da un certo grado d’influenza biologica, legata al patrimonio genetico d’ognuno.
Cambiare partner poi, e in modo speciale durante l’adolescenza, aiuta nell’esercizio e nella gestione del rapporto affettivo con l’altro. La possibilità di fare esperienza ci permette di avere termini di paragone e misurarci con gli altri, accresce le competenze affettive e soprattutto permette di sperimentare adeguatamente la sessualità, che ha un ruolo centrale e molto importante.
Tuttavia tale esercizio non deve essere fine a se stesso. Probabilmente, individui che cambiano continuamente partner solo per fare sesso o perché ossessionati da quegli aspetti più superficiali della relazione hanno difficoltà a “sentire” affettivamente gli altri e probabilmente se stessi.
La varietà delle esperienze deve semmai preparare alla costruzione di rapporti futuri solidi, improntati a una maggiore maturità cognitiva e affettiva. Tutto questo presuppone una vera e propria competenza a intrattenere relazioni affettive stabili e positive, durature nel tempo, orientate alla costruzione di un rapporto che sia soddisfacente per se e per il partner.
Esserne capaci può renderci insomma felici e competenti, può migliorare la nostra autostima, predisporre meglio ai rapporti con gli altri e soprattutto aumentare il senso di efficacia che noi abbiamo di noi stessi. Ma di questo potremo parlarne un’altra volta . . .
Ah dimenticavo, se volete potete scrivermi a: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
(Dr. Francesco Greco, Psicologo, specializzando in psicoterapia cognitivo-comportamentale)