Caso Michele Aiello: 'la giustizia è una ma le Italie sono due'

Caso Michele Aiello: 'la giustizia è una ma le Italie sono due'

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Lo scrive Vittorio Alcamo, presidente della sezione del Tribunale di Palermo, che ha condannato Michele Aiello e Salvatore Cuffaro, in una lettera pubblicata oggi sul quotidiano La Repubblica, piena di amarezza per quelle due  Italie che si contrappongono e quella giustizia bifronte che consente a Michele Aiello di tornare per un anno agli arresti domiciliari per gli ormai noti problemi di favismo.

"Faccio parte di un paese- esordisce Alcamo - in cui i giudici ...celebrano i valori di Falcone e Borsellino non una volta l'anno con parole vuote ma ogni giorno con il loro lavoro,in cui le sentenze sono rese nel nome del popolo italiano e la legge è uguale per tutti, siano esssi poveri cristi o governatori, ed in cui le pene vanno scontate per intero e con eguali modalità.

"Un paese in cui devo ammetterlo - continua il presidente del Tribunale- un ex potente governatore regionale (Salvatore Cuffaro) si costituisce in carcere per scontare la sua pena dimostrando dignità e rispetto per le istituzioni".

"Eppure c'è un'altra Italia - lamenta Alcamo - dove purtroppo accade tutto il contrario e dove un imputato (Michele Aiello) condannato con sentenza passata in giudicato a 15 anni e mezzo per associazione mafiosa è stato autorizzato dal Tribunale di sorveglianza de l'Aquila a scontare la pena in regime di detenzione domiciliare per intolleranza alimentare alle fave e ai piselli."

"Quell'Italia in cui - aggiunge il magistrato - alla faccia dei detenuti comuni affetti da favismo ( e da ben più serie malattie) che scontano anni di carcere, esistono disparità così evidenti da meritare la definizione di ingiustizie."

"Quell'Italia - conclude Vittorio Alcamo - in cui nessuno si indigna più ed in cui si può arrivare a simili offese dell'intelligenza comune e dei diritti degli altri cittadini privi di mezzi."