L'unità e non le 'passerelle' per vincere la battaglia del Tribunale a Bagheria - di G.Castronovo

L'unità e non le 'passerelle' per vincere la battaglia del Tribunale a Bagheria - di G.Castronovo

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Spero non sia sfuggito ai lettori che gli avvocati di tutta Italia sono in fermento,.

Sono in fermento per le nuove norme del pacchetto (o pacco che dir si voglia) governativo sulle LIBERALIZZAZIONI!….Quelle che assieme all’abrogazione dell’art.18, salveranno l’Italia dal precipizio in cui è caduta la Grecia.
Sarà !!

Ma gli avvocati di Bagheria e si spera l’intera cittadinanza, Sindaco in testa, sono in fermento per un’altra delle c.d. riforme che penalizzeranno il nostro territorio: LA SOPPRESSIONE DELLE SEZIONI DISTACCATE DEI TRIBUNALI.

Questo provvedimento come è stato già detto, penalizzerà il nostro territorio e sottrarrà allo stesso uno dei presidi più importanti della presenza dello stato in una delle zone riconosciute come a più alta densità mafiosa.

Gli avvocati che operano presso il Tribunale di Bagheria e che hanno studio a Bagheria, hanno già da molti mesi lanciato l’allarme, autoconvocandosi presso l’aula consiliare ed incontrando l’on.le Gabriella Giammanco, la sola, nel panorama politico -fino a qualche mese fa-, ad avere dato ascolto fattivo alle questioni poste dagli avvocati, ed essersi impegnata a comprendere –anche a livello del Ministero- le eventuali soluzioni alla questione.

Da ultimo finalmente anche il Sindaco grazie all’impegno fattivo del consigliere comunale avv. Maria Grazia Lo Cascio si è interessato alla faccenda, svolgendo anche un incontro presso il Ministero di Grazia e Giustizia ed investendo della problematica alcuni Deputati e Senatori, che ha pure incontrato.

Oggi gli avvocati hanno redatto un lungo documento, che invieranno al Ministro, agli eletti siciliani in Parlamento, al Governo regionale siciliano ed al Presidente della Provincia Regionale, oltre che a tutti i consiglieri comunali ad alla Giunta.

Nel documento (leggi più in basso, ndr) viene esposta la posizione che è degli avvocati, ma che può e deve essere dell’intera cittadinanza, Sindaco in testa.

A questo proposito devo sottolineare la necessità ineludibile di deporre tutte le casacche ed operare per il solo bene di Bagheria.

Apprendere che il Sindaco Lo Meo si è recato a Roma, e non ha sentito il bisogno di informare l’unico deputato bagherese della sua visita presso il Ministero, lascia un po’ pensosi.

Peraltro l’on.le Giammanco era già stata al Ministero per perorare “la causa”, e una azione congiunta -senza distinzione di casacche- avrebbe dato altre chance alla “causa comune”.

A parte la mancanza di sensibilità personale e di garbo istituzionale (su cui non voglio pronunciarmi), ho coltivato la sensazione che si possa essere ingenerata in chi governa Bagheria la volontà sciorinare un impegno privo di reale convinzione.

Fuor di metafora, più di un elemento mi porta a ritenere che, il Sindaco, avendo preso atto del danno alla sua immagine che da una inerzia sulla questione stava derivando, si sia impegnato più a fare sapere della sua "gita a Roma" che a compiere atti concreti contro una decisione che lui stesso –e non solo lui- ritiene ineluttabile.

Ed invece bisogna compiere ogni sforzo per evitare tale ulteriore ed ennesimo smacco per la nostra città.

Il Sindaco e le forze politiche devono impegnare ogni sforzo, anche di coesione, per ottenere un risultato che oggi appare disperato, ma che certo deve essere conseguito, pena l’ulteriore declassamento dell’intera società bagherese, e di Bagheria come città.

Caro signor Sindaco, abbandoni le tattiche politico-partitiche e si impegni senza se e senza ma per il bene di questa città! Riunisca intorno a se, senza distinzioni, tutti i rappresentanti della nostra Città, e del circondario, che a Roma possono influire sull’esito di questa battaglia, e porti a Bagheria –finalmente- un risultato visibile.

Della demagogia o dell’impegno di sola facciata questa città non sa che farsene, ha già pagato troppo dazio alle beghe di partito ed agli scontri di potere! E’ ora di essere uniti, ed il compito di unire è proprio del Primo cittadino.

Ancora una volta, con altra veste, Le continuo a dire…. Sindaco se ci sei batti un colpo!

Giuseppe Castronovo

 

Documento della classe forense di Bagheria sulla chiusura del Tribunale

***


Il decreto legge 138/2011, convertito con legge 14 settembre 2011 n.148, prevede la riduzione delle sezioni distaccate di Tribunale, anche mediante accorpamento ai Tribunali limitrofi.

La esecuzione di questo provvedimento prevede la chiusura, fra l’altro, del Tribunale di Bagheria.

Con il presente documento, gli avvocati del Foro di Bagheria intendono sottoporre alcune considerazioni sulla incidenza del provvedimento nella realtà locale e suggerire ipotesi di applicazione della norma.

1. L’art. 2 della legge 148/2011 conferisce al governo la delega per l’adozione di decreti legislativi volti a riorganizzare la distribuzione sul territorio degli uffici giudiziari al fine di realizzare risparmi di spesa e incremento di efficienza.

Il medesimo provvedimento indica i principi e criteri direttivi da seguire nella riorganizzazione degli uffici.

Fra questi, alla lettera b) dell’art.2, è previsto di ridefinire, anche mediante attribuzione di porzioni di territori a circondari limitrofi, l'assetto territoriale degli uffici giudiziari secondo criteri oggettivi e omogenei che tengano conto dell'estensione del territorio, del numero degli abitanti, dei carichi di lavoro e dell'indice delle sopravvenienze, della specificità territoriale del bacino di utenza, anche con riguardo alla situazione infrastrutturale, e del tasso d'impatto della criminalità organizzata, nonché della necessità di razionalizzare il servizio giustizia nelle grandi aree metropolitane.

La norma prevede la soppressione ovvero la riduzione delle sezioni distaccate di Tribunale, anche mediante accorpamento ai tribunali limitrofi, nel rispetto dei criteri di cui alla lettera b), sopra riportata.

2. La breve disamina del provvedimento consente di definire l’ambito che esso potrà avere in realtà quale quella di Bagheria.

Il Tribunale di Bagheria allo stato opera come sezione distaccata del Tribunale di Palermo, ed ha competenza territoriale sul comprensorio costituito dalla città di Bagheria e del vicino comune di Ficarazzi.

La realtà settoriale nel cui ambito si colloca la struttura giudiziaria non consente di procedere alla soppressione dell’Ufficio.

2.1 E’ stato più volte osservato che la presenza dell’ordinamento, e la conseguente attuazione del patto sociale di cui esso costituisce espressione, integra un fattore stabilizzante della comunità e degli interessi che ivi si esercitano.

In questo senso le strutture statuali quali le sedi giudiziarie rappresentano la massima espressione di tale presenza.

La necessità della persistenza di questo Presidio non può dunque essere valutata solo in relazione al mero dato numerico, ovvero al ridotto carico di lavoro - derivante peraltro dalla particolare efficienza della struttura - ma alla stregua della persistente attuazione del vincolo sociale e della conseguente presenza dello Stato.

2.2. Se si ha riguardo alla travagliata realtà bagherese, si constata come essa attragga interessi economici, sociali e politici di estrema rilevanza, che certo trascende il riferimento agli abitanti ed alla estensione del territorio.

Questa valutazione non potrà che partire dalla specificità del territorio e dalla sua estrema sensibilità sotto il profilo della criminalità organizzata, essendo noto come la città di Bagheria costituisca centro di riferimento di interessi della criminalità organizzata.

La stabilità del Tribunale in un contesto non risponde solo alla funzione di amministrazione della Giustizia, ma costituisce anche segno tangibile della contiguità dello Stato al cittadino, ed assicurazione di efficace risposta alla domanda di legalità che proviene dai settori della società civile, destinata ad operare in un ambito certamente sensibile alle attività illecite e pertanto maggiormente meritevole di salvaguardia.

2.3. Se si ha riguardo alle considerazioni che precedono, la presenza della Istituzione che maggiormente richiama al concetto di legalità non può dunque regredire rispetto ad altre pur sussistenti necessità, quali il riordino dei conti pubblici.

Le due funzioni, entrambe significativamente di rango costituzionale, devono trovare il loro necessario contemperamento nella ricognizione delle specifiche realtà che si sottraggono al mero dato numerico, che condurrebbe, ove sterilmente applicato, alla soppressione del Tribunale di Bagheria.

In tal senso si esprime anche la legge 148/2011, che nell’indicare i criteri che dovranno presiedere alla formulazione dei decreti legislativi di riordino dei Tribunali, con la norma posta dall’art. 2, lett. B, richiama anche “la specificità territoriale del bacino di utenza, anche con riguardo alla situazione infrastrutturale, e del tasso d'impatto della criminalita' organizzata”.

La comunità di Bagheria, tutte le realtà commerciali, professionali e politiche, sono interpreti della necessità di lasciare il presidio del Tribunale nella città di Bagheria, il cui mantenimento costituirebbe anche un segnale di protezione dello Stato.

4. Appare utile, per la identificazione di altre soluzioni idonee alla applicazione della citata legge 148/2011, rinvenire ulteriori aree di intervento.

La profilata soppressione del Tribunale di Bagheria trova anche il suo antecedente nella redistribuzione del territorio che è stata operata anni addietro, allorquando si è frazionato il precedente comprensorio della Pretura di Bagheria, con l’accorpamento dei territori, a partire dal Comune di Santa Flavia, al Tribunale di Termini Imerese.

Con questo provvedimento si è determinata la riduzione del comprensorio del Tribunale di Bagheria, come detto ora limitato ai due Comuni di Bagheria e Ficarazzi.

In questo pregresso mutamento della circoscrizione, si è fra l’altro prodotta anche una incongruenza di sistema, stante che il territorio di Santa Flavia, posto in continuità con quello del Comune di Bagheria, è stato attratto nell’ambito del Tribunale di Termini Imerese.

Il mantenimento del Tribunale potrebbe allora attuarsi con l’attribuzione al Tribunale di Bagheria dei territori dei Comuni limitrofi, nella fascia compresa fra Termini Imerese e Bagheria, che potrebbe così essere concepito come sezione distaccata di Termini Imerese.

L’intervento consentirebbe di mantenere il distretto giudiziario nella città di Bagheria, che costituisce anche un centro numericamente rilevante, con la competenza sugli omogenei territori dei Comuni di Santa Flavia, Misilmeri, Casteldaccia, Altavilla, Baucina.

Del resto, la possibilità di procedere alla attribuzione di porzioni di territorio in sede di ridefinizione delle circoscrizioni è prevista nel medesimo art.2, lett. b) della più volte citata legge 148/2011, ove si prevede di ridefinire, anche mediante attribuzione di porzioni di territori a circondari limitrofi, l'assetto territoriale degli uffici giudiziari secondo criteri oggettivi e omogenei.

5. Solo ove le indicazioni sopra illustrate non dovessero essere condivise, appare opportuno evidenziare come la soppressione del Tribunale di Bagheria potrebbe essere accompagnata dallo spostamento degli affari di competenza del territorio del Comune nella orbita del Tribunale di Termini Imerese.

Il dato relativo all’attuale carico di lavoro e di conseguente smaltimento delle pratiche, esposto dal Tribunale di Palermo, lascia sin da ora prevedere un sicuro lungo periodo nella risposta alle azioni giudiziarie.

A ciò si aggiunga il carico derivante al Tribunale di Palermo dalla contemporanea attribuzione dei territori di altre sezioni distaccate, delle quali è pure prevista la soppressione.

Sotto questo residuale profilo, l’attribuzione al Tribunale di Termini Imerese degli affari relativi al territorio del Comune di Bagheria potrebbe dunque assolvere a pur perseguiti obiettivi di maggiore celerità della funzione e contiguità con il cittadino.

La classe forense rappresenta quanto sin qui illustrato, nella convinzione di rendersi interprete di esigenze della collettività bagherese, e nell’intento di collaborare alla redazione di provvedimenti destinati ad incidere sulla realtà dove essi operano.

Bagheria, 22 febbraio 2012