Nasce “Costa Normanna”, il Distretto Turistico Integrato del Golfo di Termini, con la prima conferenza programmatica svoltasi venerdì 4 aprile a Santa Flavia.
Enti locali, le tre agenzie di sviluppo del territorio, le imprese e loro associazioni, l’università e gli centri di ricerca, le scuole e gli enti di formazione, tutti attorno ad un tavolo per concertare insieme un nuovo modello di sviluppo per il nostro turismo.
L’iniziativa è stata promossa da quattro distretti produttivi (quello della pesca e del pescaturismo, della nautica da diporto, della meccatronica, della logistica), che rappresentano oltre mille imprese siciliane e circa undicimila addetti, pronti a presentare presso il Cipe un Contratto di Programma, per rilanciare lo sviluppo turistico della costa.
L’idea, che nasce dal Pios 25 di Metropoli Est che nel 2004 lanciò per prima la proposta, ottenendo 57 milioni di euro dalla Regione Sicilia (fondi Por 2000 – 2006), intende tutelare, salvaguardare e valorizzare i 70 km di costa che vanno da Bagheria a Pollina, abbracciando due riserve naturali orientate, sette aree protette, quattro porti con elevata potenzialità turistica.
Un territorio strategico, vicinissimo e ben collegato sia a Palermo che alle Eolie, che già oggi vanta un patrimonio di 1.300.000 presenze nel 2006, e diecimila posti letti.
“Vogliamo puntare a riqualificare le seconde e terze case della costa – dice Giuseppe Sanfilippo, presidente del Centro Studi per lo Sviluppo Territoriale –. Ad oggi sono un patrimonio improduttivo, utilizzato soltanto in alcuni periodi dell’anno, potrebbero diventare fonte di ricchezza se riqualificate e rese idonee all’ospitalità extra-alberghiera. Si possono realizzare centinaia di posti letto senza fare un metro cubo di volume edilizio in più. Poi il secondo obiettivo è di puntare sui servizi turistici, che nel nostro territorio sono insufficienti e inadeguati”.
“Per la prima volta – dice Antonio Napoli, sindaco del comune di Santa Flavia - i territori si aggregano non in base a scelte politico-amministrative, ma sulla scorta di un’idea di sviluppo che nasce dall’ambiente naturale in cui intende svilupparsi, mettendo al centro gli aspetti scientifici della sostenibilità e del rispetto dell’ecosistema. L’altra novità è che stavolta sono le imprese a proporre un piano di intervento, dichiarando di essere pronti a sostenerlo finanziariamente, e non i comuni, che sono chiamati al ruolo di facilitatori dell’iniziativa e non di promotori”.
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