C'è anche un consigliere comunale di Bagheria tra i sei indagati che hanno ricevuto un avviso di conclusioni di indagini per la vicenda dei bollettini di sanatoria "artefatti":
Ma l'intera vicenda risale a parecchi anni fa, agli anni '80 e '90, ma solo ora le indagini approdano ai presunti responsabili e a delle ipotesi di reato.
Cosa succedeva? Avveniva di fatto che, chi doveva pagare, in ottemperanza alle leggi, determinate somme per le sanatoria di costruzioni abusive "taroccava" abilmente il bollettino postale della somma effettivamente versata; per esempio se nel bollettino originale c'era un versamento di 600 euro, con una abile manipolazione, agli uffici comunali veniva presentato un bollettino riportante 6.000 euro, o 3600 euro.
Questo pare però che sia avvenuto, e lo dirà il seguito dell'indagine, anche con la copertura di qualche dipendente infedele o dei tecnici istruttori delle richieste di sanatoria.
Tempo fa in effetti, era complicato per gli uffici un controllo tempestivo ed efficace, dato che tutti i versamenti, di qualsiasi natura effettuati dai cittadini, andavano a confluire su un unico conto corrente intestato al comune.
Quando ci fu il sospetto che qualcosa non andava, fu effettuata la rotazione di qualche dipendente e si aprì un conto corrente, "destinato" a raccogliere tutti i versamenti derivanti da pagamento delle oblazioni relative alla sanatoria delle costruzioni abusive.
Al Commissariato di Bagheria, che ha condotto le indagini, era arrivato tempo fa un esposto estremamente circostanziato che ha consentito di iniziare a delineare un mosaico di abusi e di responsabilità che non si chiuderà certo con gli avvisi notificati in questi giorni.
Anche perchè c'è sospetto che tale metodo truffaldino fosse molto diffuso, e che quindi ci siano da attendersi sviluppi anche clamorosi.
Secondo un calcolo presuntivo su una decina appena di pratiche "sospette", l'amministrazione ne avrebbe ricevuto un danno di oltre 50.000 Euro.