Riceviamo e pubblichiamo. Già da qualche anno rifletto su quale possa essere la strada migliore per salvaguardare quello che era il grande patrimonio ambientale ed il grande polmone d'ossigeno della costa Palermitana e cioè la Conca d'oro;
quindi tutta quella distesa di giardini che viaggiando in autostrada costantemente vedevi a monte ed a valle fino al mare da Altavilla Milicia fino alla fine dell'autostrada in via Oreto, limoni e manderini.
Uno spettacolo della natura, in certi punti le terrazze con i limoni arrivavano fin quasi in cima alle montagne.
Adesso è ovunque una desolazione, come fare quindi per ripristinare quell'habitat? La globalizzazione ha distrutto tante economie e tante produzioni tipiche, i paesi emergenti con bassi costi di manodopera e con sfruttamento della stessa con 12 o 14 ore lavorative al giorno riempiono i nostri mercati all'ingrosso con produzioni agricole a basso costo; pertanto il valore delle nostre produzioni non riesce nemmeno a coprire i costi di raccolta.
Il primo io, da convinto ambientalista, avevo pensato e sono convinto che l'unica soluzione per recuperare e mantenere la tipicità della nostra terra sia quella di stabilire dei parametri certi affinchè nelle nostre campagne si possano costruire delle case obbligando il residente a coltivare regolarmente i limoni.
Gli incentivi potrebbero anche essere simili a quelli esposti in consiglio comunale dal vice presidente D'Agati: 1) cubatura 0,1 mc x mq; 2) lotto minimo 2 tumoli; 3) superficie massima per unità abitativa 100/110 mq; 4) veranda esterna completamente aperta da almeno 2 lati non superiore al 20% della superficie coperta; 5) possibilità di effettuare tutte le altre opere previste dagli attuali regolamenti edilizi comunali nelle zone agricole.
Al fine di evitare speculazioni e cementificazioni selvagge basta semplicemente mettere dei parametri e dei vincoli facilmente controllabili:
1) Altezza massima 2 livelli fuori terra con rapporto massimo tra i 2 livelli di 3 a 2.
2) mantenimento dei vincoli previsti dagli attuali regolamenti edilizi comunali nelle zone agricole quali la distanza minima dalla strada e la distanza minima tra due fabbricati.
3) Obbligo di utilizzo delle energie alternative quali la solare termica e la fotovoltaica.
4) Tetti a falde con copertura fatta con coppi siciliani (canali).
5) Utilizzo delle più moderne tecniche di bioarchitettura con riutilizzo delle acque reflue e delle acque piovane.
6) Obbligo di mantenere la tipicità dei luoghi con coltivazione di limoni per almeno l'80% del terreno, la rimante parte può essere coltivata con altri alberi da frutta tipica come fichi, ulivi, mandorle, mandarini, fichidindia, albicocche, ecc. e dando inoltre anche la possibilità di riservare una parte per un'orto ed una parte non superiore al 5% a corte.
7) Obbligo di residenza con vincolo ventennale di inalienabilità a terzi sia per la casa che per il terreno, quindi possibilità di costruire soltanto per se stessi o per i propri figli.
Il mancato rispetto di solo uno di detti obblighi dovrebbe fare scattare automaticamente in qualsiasi momento il reato di costruzione abusiva con conseguente obbligo di demolizione.
Da considerare infine un'aspetto di non secondaria importanza: l'attivazione di una attività edilizia come sopra descritta comporterebbe una sensibile ripresa dell'economia generale legata alla ripresa dell'attività delle piccole imprese artigiane di costruzione e delle imprese commerciali di materiale edile, una ripresa dell'attività commerciali legata alla vendita dei prodotti per l'agricoltura, una diminuzione delle attività speculative legate all'attività dei grossi costruttori ed una diminuzione della pressione nel mercato della vendita degli immobili.
Tanto volevo dire, spero di essere stato abbastanza sintetico e rimango disponibile per ogni ulteriore chiarimento e approfondimento.
Salvatore Aiello
Associazione Rifiuti zero