Per martedì mattino alle ore 9.00 era stato convocato il consiglio comunale di Bagheria, per una normale seduta in cui si sarebbe cercato di smaltire un po' di arretrato di interrogazioni e interpellanze.
Alle nove al primo appello c'erano solo tre consiglieri: niente di male, succede anche nelle riunioni di condominio che in prima convocazione manchi il numero legale.
Alla seconda "chiama" poco dopo le dieci, i presenti sono sedici e la seduta può avere inizio: ad occhio ci sono quasi tutti quelli dell'U.D.C., le opposizioni tranne il P.D. "di opposizione" (solo una presenza su quattro, Di Bernardo); del gruppo "federato" che sostiene il sindaco arriva poco dopo l'inizio Ciro Viscuso. Arrivano dopo pochi minuti, via via alla spicciolata altri consiglieri.
Insomma si arriva a una ventina di presenti.
Solite procedure preliminari, nomina degli scrutatori ecc.: quindi il presidente Daniele Vella, passa alla lettura di alcune comunicazioni, punto che, di regola, per primo, viene discusso dal consiglio.
Il consigliere Angelo Bartolone chiede la "deroga", vale a dire una deroga ad un articolo del regolamento che contingenta il numero degli interventi dei consiglieri.
Lo stesso regolamento prevede che a votare la "deroga" debba essere la maggioranza del consiglio. Ma ecco la sorpresa: si fa la conta e, se non ci hanno riferito una balla, i consiglieri in aula sono dodici. Momento di sconcerto e imbarazzo: "Ma come è possibile si chiedono i consiglieri guardandosi intorno, che ci siamo ridotti a dodici-tredici, se sino a qualche minuto fa eravamo una ventina"? "E' possibile che in cinque minuti se la siano "squagliata" una mezza dozzina di consiglieri?".
E' possibile.
Il presidente del consiglio Daniele Vella, aspetta un pò, ma poi non può che prendere atto della circostanza, rimanda tutti a casa, e rinvia la seduta a domani mercoledì alle nove.
Cosa è avvenuto in realtà? Semplice, un piccolo manipolo di consiglieri ha risposto all'appello e poi se l'è squagliata. Senza tanti giri di parole, "ha beccato" i 58 euro dell'indennità di presenza prevista per rappresentare i cittadini bagheresi in dibattiti utili o inutili che siano, ma poi appena intascati i 58 euro, si sono allontanati per andarsi a fare i fatti propri.
Ora il fatto si presterebbe ai commenti più salaci e qualunquisti sulla funzione e sulla utilità di questi istituti e di chi vi siede, e di certe sedute in particolare.
Certo non tutti i consiglieri sono uguali: una dozzina, in una giornata in cui il mare era invitante stava là; fatto sta però, che quella quindicina di minuti di consiglio tra indennità, rimborsi alle aziende per la mancata giornata di lavoro dei consiglieri, eventuali rimborsi di benzina a chi viene da lontano, riprese televisive e quant'altro è costata alle casse comunali "ad occhio" almeno cinquemila euro.
E per un comune come quello di Bagheria, che ha grossi problemi per pagare il carburante dei mezzi dei vigili urbani, in cui un assessore è costretto ad anticipare i 500 euro necessari per la pubblicazione di un bando di gara, ed in cui si tarda, per mancanza di soldi, a rinnovare un abbonamento del costo di 600 euro ad un servizio che consente di collegare alla targa di un'auto il proprietario e quindi di individuare i trasgressori del codice, cinquemila euro sono una bella cifra.
E' vero, la democrazia ha dei costi: e certamente i cinquemila euro buttati al vento dal comune di Bagheria sono ben poca cosa rispetto ai milioni e ai miliardi di euro che vengono buttati al vento ( o agli amici e clienti) dalle amministrazioni delle Provincie , delle Regioni e dello Stato.
Però nel nostro piccolo, cari consiglieri, non facciamo che questi benedetti costi, non della "politica" ma dei " politici", in una situazione di grave crisi economica, divengano, oltre che moralmente anche politicamente, insopportabili.