Campeggia araldico sullo svincolo autostradale di Bagheriopoli – alto sulle montagnole di spazzatura con le quali, periodicamente, il Coinres provvede all’arredo urbano dell’ex città delle ville – un tabellone pubblicitario che, nella sua involontaria schiettezza, è la sintesi perfetta di mezzo secolo di sacco edilizio.
In primo piano un’orribile schiera di palazzi, e poco più giù, a ridondante spiegazione: APPARTAMENTI PANORAMICISSIMI ADIACENTI ALLE VILLE SETTECENTESCHE.
Che dire? L’analisi linguistica, anche spiccia, basterebbe a svelare la reale e, ripeto, involontaria, portata di questa campagna pubblicitaria, a cominciare dal quel superlativo da televendita.
Nelle poche parole, a corredo di una foto quanto meno brutta (non è la foto in copertina, n.d.r.), c’è l’intera storia del massacro del territorio italiano, e meridionale in particolare.
E forse c’è di più: perché ciò di cui gli intramontabili palazzinari dovrebbero vergognarsi (l’assalto scriteriato ai centri storici – con il beneplacito di generazioni di politici compiacenti e conniventi - e il dissolversi, per quasi tutte le città del mezzogiorno, di qualsiasi possibilità di sviluppo urbanistico ordinato, decoroso e socialmente sostenibile) diventa addirittura slogan pubblicitario, a testimonianza che i palazzinari, e i loro mandanti, non hanno mai smesso di mettere ‘le mani sulla città’ e, duole dirlo, sull’intero paese. Infatti, a percorrerla da Reggio Calabria a Milano, l’Italia intera appare come un’interminabile suburbio, intervallato, disordinatamente, da qualche sacca di verde appenninico.
Oggi, con al pubblicità bahariota, si è finalmente spezzato il filo dell’ipocrisia: ciò che fino a pochi anni fa, in qualche modo, veniva percepito, da buona parte dell’opinione pubblica, come fatto collocabile tra abuso e crimine (contro il territorio e la sua storia) oggi diventa elemento di marketing come tanti altri.
Se fino a i ieri ci si poteva vergognare dell’assedio edilizio ai mostri di Villa Palagonia, oggi non è più il caso: Bagheria, da città delle ville, è ufficialmente una brutta periferia suburbana ADIACENTE alle ville settecentesche. Forse aveva ragione il grande Leonardo Sciascia quando commentava che i Mostri di Villa Palagonia, pur nel loro onirico mistero, fossero ‘mostri da guinzaglio’ rispetto ad altri, molto più concreti e storicamente devastanti, con i quali i siciliani tutti da secoli hanno a che fare. Mostri che, non solo sono vivi e vegeti, ma vestono ora i panni, asettici ma letali, di una qualsiasi campagna di marketing.
Maurizio Padovano