La vicenda della famigerata circolare 155 con la reiterata determinazione dell’Amministrazione comunale a dar seguito allo svolgimento degli stages formativi di un sempre crescente numero di bagheresi (da 100 si è passati a 220, numero che è lievitato in maniera sproporzionata, sino a sforare ad oggi il numero di 400),
ci fornisce l’ennesima conferma dell’avventatezza, della superficialità, della spregiudicatezza con la quale si affrontano le tematiche delicate del lavoro, dello sviluppo, del futuro, delle prospettive e delle speranze dei giovani.
La responsabilità politica e morale in capo al Sindaco Sciortino riteniamo sia gravissima.
Come si può inaugurare ed alimentare una nuova stagione di precariato in un momento storico, nel quale la Regione Siciliana è impegnata in un sforzo immane, da un punto di vista finanziario, nel tracciare un percorso di stabilizzazione dei precari storici in capo all’Amministrazione regionale?
Uno strumento, quello del precariato, che una politica, miope ed incapace di attivare processi di sviluppo economico reale, ha utilizzato e strumentalizzato, negli ultimi vent’anni, come ammortizzatore sociale, ingrossando a dismisura le fila della pubblica amministrazione, a totale carico della collettività e quindi di tutti noi.
Una scelta sciagurata che ha reso i bilanci delle amministrazione degli Enti Locali siciliani e della Regione, asfittici ed ingessati, laddove la spesa corrente per il pagamento degli stipendi, molto spesso copre il 40% dell’intero bilancio (una percentuale virtuosa si dovrebbe attestare intorno al 20-25%), sottraendo risorse vitali per gli investimenti produttivi e per le politiche sociali.
Al nostro Sindaco, accertata l’incapacità manifesta di avviare veri processi di sviluppo economico reale, con la creazione di occupazione vera, concreta, duratura e strutturata, non è rimasta altro che affidarsi all’obsoleto strumento dell’illusione del posto fisso a carico del bilancio pubblico.
Irrisolti i veri nodi strategici per la nostra Città; gli unici in grado di dare una scossa alla nostra economia: le aree artigianali, (persi definitivamente i fondi per l’area artigianale di Aspra ed impanata la vicenda di C/da Monaco) il porto di Aspra, la gestione del Piano Regolatore come volano di sviluppo, si è dato corso all’unico strumento che una vecchia cultura politica conosce: il clientelismo becero, amicale e familistico.
Senza alcun criterio di selezione pubblico e trasparente, si è proceduto all’immissione nelle strutture comunali di un numero sproporzionato di stagisti, ( questa la formula utilizzata per indicare una massa di aspiranti lavoratori a cui si prefigurano compensi e percorsi futuri di stabilizzazione).
Stando ai numeri; immaginiamo che proporzionalmente alla popolazione di Bagheria, si proceda con lo stesso metodo, cioè a totale carico del bilancio regionale, ( in questo caso l’assessorato Regionale alla Famiglia) nelle amministrazioni locali di tutta la Sicilia a queste forme di avviamento al lavoro.
Si darebbe vita alla canalizzazione di ulteriori 50.000 aspiranti dipendenti pubblici a carico della Regione Siciliana.
Teniamo conto che la Regione oggi conta 20.000 dipendenti di ruolo e tra forestali, settore della formazione professionale, enti collegati, società partecipate e precari di ogni risma arriva ad un totale di 60.000 dipendenti.
Una contabilità che assume il valore di una provocazione, ma che fornisce il senso e la misura dell’attendibilità dell’operazione.
Più che dilettanti allo sbaraglio, i politici bagheresi, con il Sindaco in testa (a cui va riconosciuto l’unico “ merito”, di averci messo la faccia e la credibilità; almeno quella residua) appaiono come “ furbetti del quartierino”, che nel tentativo di far fronte ai tanti, troppi impegni assunti, imboccano facili scorciatoie, dagli incassi elettorali corposi, ma dagli esiti finali imprevedibili.
In tempi di austerità, di federalismo fiscale, di razionalizzazione della spesa pubblica, di uso produttivo delle risorse pubbliche, di responsabilità e di rigore nello svolgimento di ruoli istituzionali; avere dato il via a questa operazione svela il vero volto di questa Amministrazione che denota poche idee e per giunta confuse sul futuro e sulle prospettive della Città.
Vorremmo capire dove erano gli uomini dell’UDC, che a quest’Amministrazione dovevano conferire un valore aggiunto.
E’ questa la sterzata e la svolta che volevano imprimere? Così come imbarazzante appare il silenzio assordante dei propugnatori della vuota formula “legalità e sviluppo” in base alla quale si ergono a paladino di un’antimafia militante, spesso infarcita di formalismi piuttosto che di sostanza.
E’ questo lo sviluppo a cui pensavano?
Signor Sindaco piuttosto che illudere una gran massa di giovani, si sforzi di reperire e tutelare gli articolisti in forza al Comune, che vedranno scadere tra pochi mesi il quinquennio di stabilizzazione a quasi totale carico della Regione e graveranno a quel punto interamente sul bilancio comunale.
Articolisti che dopo anni di professionalità e competenze acquisite, sono una risorsa indispensabile per il funzionamento della macchina amministrativa del Comune.
Mortificante è soprattutto il messaggio fuorviante, diseducativo e devastante che promana dalla politica locale. I giovani bagheresi percepiranno che il loro percorso di studio e di sacrifici, volto a conseguire titoli e qualificazioni professionali, viene vanificato da un sistema dove prevalente è il peso delle clientele, del privilegio d’appartenenza a caste familistiche e amicali, laddove il merito, l’eccellenza, la volontà, la determinazione, le competenze vengono sistematicamente disconosciute e mortificate.
Mentre il livello della comunicazione sociale, a nostro parere, dovrebbe essere indirizzato a trasmettere ai tanti giovani che stanno investendo sulla loro formazione, un messaggio positivo, perché possano, in una Bagheria pluralista, delle nuove opportunità e delle tante occasioni, proiettare i loro sogni e le loro speranze di futuri cittadini e lavoratori realizzati e colmi di onore , dignità e orgoglio.
Il Presidente della Regione Raffaele Lombardo, in questi giorni, alla richiesta del presidente degli industriali isolani; Ivan Lo Bello, che poneva l’accento sulla necessità di una classe dirigente che sappia interpretare e soddisfare il bisogno di modernizzazione , ha replicato, rassicurandolo che “In Sicilia abbiamo le risorse necessarie per invertire una troppo lunga tendenza contraria allo sviluppo reale”; ribadendo che “Abbiamo una classe dirigente giovane e competente, in grado di affrontare e guidare il cambiamento in corso ed il processo di modernizzazione” .
Chissà, se messi a conoscenza, cosa penserebbero Lombardo e Lo Bello della delibera 155 e della classe politica che l’ha esitata?
Michele Balistreri presidente Centro Studi Primav.Liberale