Verso le elezioni. Storie di cittadini (e di alberi) soli 2. Segnali di fumo

Verso le elezioni. Storie di cittadini (e di alberi) soli 2. Segnali di fumo

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Da bambino ho nutrito una insana passione per i fumetti. Mia madre mi raccontava che ho imparato a leggere compulsando gli albi di Blek Macigno e Tex Willer.

Tra le tante cose che in quelle storie mi affascinavano - e che adesso mi appaiono così politicamente e antropologicamente scorrette - c’erano i segnali di fumo dei pellerossa (ovvio che oggi dovrei scrivere “nativi americani”, ma tant’è). Quelle nuvolette di fumo, che avrebbero dovuto essere generiche segnalazioni in codice, portavano invece iscritte parole, frasi, frammenti di discorso. La trovata era niente male, dal punto di vista narrativo: per un bambino poi, una vera e propria scorciatoia cognitiva. Mai però avrei immaginato che un giorno i “fumetti” me li sarei ritrovati attorno nel mondo reale, nella mia amata Bagheriopoli - portatori di messaggi inquietanti, e inascoltati.

Minacciosi fumetti, infatti - spesso nottetempo - avvolgono le case, i palazzi, le strade della nostra città. Da un paio d’anni in vari modi - soprattutto sui social media così frequentati e usati anche dai nostri politici - molti cittadini, associazioni, mezzi di informazione hanno lanciato l’allarme: la zona periferica che va dal rione Villarosa a contrada Cordova, fino al lambire la statale 113, sta diventando una sorta di “terra dei fuochi” dove bruciano rifiuti e altri materiali non ben identificati ma i cui fumi tossici ci avvelenano. Dalle testimonianze preoccupate dei cittadini - che finora però non hanno avuto alcuna eco nelle istituzioni né hanno prodotto apprezzabili interventi investigativi e repressivi - emerge che si tratta di fumi bassi e freddi che, secondo alcune perizie tecniche, sarebbero prodotti da rifiuti semi-incombusti che bruciano a bassa temperatura, parzialmente interrati. Sono visibili, i fumetti baarioti - così politicamente scorretti, così densi di attualità - come nebbiolina bassa (si percepiscono meglio fino al primo o secondo piano, che ai piani alti, dei palazzi di via Città di Palermo, ad esempio). Sembra che, per un periodo abbastanza lungo, fumo e fetore siano stati erogati ad orari ricorrenti e per intervalli medio-lunghi: eppure nessuno è mai riuscito a cogliere con le mani nel sacco gli autori dei misfatti. Adesso, dopo tante segnalazioni infruttuose, gli orari sono diventati meno regolari. Che gli untori, da travet dell’inquinamento, siano diventati free lance del disastro ambientale?

Difficile leggere la strategia - e il tipo di criminalità - che sta dietro fenomeni come questo, o come i roghi più estesi e irregolari le cui fiamme illuminano biecamente le periferie baariote (i recenti roghi in contrada Cordova o in prossimità della zona commerciale The Bag): altrettanto difficile spiegarli con l’ossessione beota di isolati piromani. Se questi fumetti stessero dentro un albo di Tex Willer di sicuro ci sarebbe scritto: state in guardia, stanno avvelenando la città… e invece ( per fortuna?) non stiamo dentro una graphic novel, ma nella dimessa, caotica, disordinata, maleodorante, sporca Bagheriopoli. E siccome non siamo dentro un albo fumetti, bisognerebbe che i segnali di fumo che da più parti si levano li leggesse, e interpretasse, non il supereroe di turno che si immola per la città tra il disinteresse, e a volte lo scherno, dei più: ma che lo facesse chi possiede strumenti più efficaci di quelli di cui dispongono i cittadini-vittime del disastro. Sembra che l’Osservatorio Permanente sui disastri ambientali stia preparando a Bagheria una assemblea pubblica sulla questione. Ascolteremo volentieri tutti coloro che avranno voglia di provare a farci comprendere cosa sta succedendo. Se poi - in un accesso di sensibilità vintage da parte della politica cittadina - si arrivasse al beau geste dell’istituzione di una Commissione consiliare di inchiesta sul fenomeno, forse anche i più scettici fra di noi comincerebbero a credere che sarà davvero possibile, prima o poi, vivere in questa città come fosse un posto normale. Anzi, con ingenuità pari al disincanto, chiedo a tutti i consiglieri comunali di istituire, concordemente, la suddetta Commissione prima della fine della legislatura in corso. In fondo, potrebbe essere un buon argomento di propaganda elettorale per tutti… o no?

Maurizio Padovano

14 aprile 2024