Apertura, aprirsi, aprire. Questi termini mi piacciono, parlano di avanzamenti e nuove cose, opportunità. Aprire gli occhi, guardare e osservare. Aprire al dialogo o costruire ponti. Aprire il cuore. Tutto ciò che è legato a questo termine rimanda al rinnovamento e al creare nuove opportunità.
Aprire è il contrario di chiudere. Quando ti chiudi, chiudi le porte, ti isoli in un mondo fatto delle tue “sicurezze” inutili e privo di tutto. Privati degli altri, privati di emozioni, e soprattutto privati di speranza.
Se guardi veramente e attraverso il cuore rimarrai stupito, vedrai tutto così nuovo e scintillante da rimanere senza fiato.
Aprirsi è utile anche nei confronti delle emozioni difficili. Se chiudiamo le porte alle emozioni dolorose accadono in genere due cose: una è legata al fatto che ciò equivale a bloccare quell’emozione, negandosi la possibilità di esserne consapevoli e quindi di elaborarla. Inoltre così facendo, chiudendosi, questo dolore rimane dentro, e pian piano può diventare un veleno. Puoi accumulare fino al punto di scoppiare e quindi riversare all’esterno in modo disfunzionale questo malessere, oppure somatizzare, perché arrivato a un certo punto anche il tuo corpo comincerà a lanciarti dei segnali. Quando dici di no a un emozione (come anche ad un pensiero) non fai altro che amplificare la sua portata.
In questi anni di lavoro, se proprio devo trovare una parola che accomuna i tanti vissuti dei miei pazienti, con il loro dolore, storie e vite raccontate, è “chiusura”. Chiudere, chiudersi, cioè vivere togliendosi esperienze e possibilità. Chiudersi e non essere chiusi, perché questa sorta di movimento involutivo che porta a rinchiudersi/racchiudersi viene messo in atto dalla persona, non ci viene imposto da altri. La causa pertanto non va cercata fuori di noi ma siamo proprio noi stessi che definiamo i confini del nostro benessere, e talvolta ci autosabotiamo nella costruzione di una zona di confort stretta e angusta.
Decidiamo pertanto di chiuderci in noi stessi, di evitare, di non vivere esperienze, piangendoci addosso magari o piuttosto colpevolizzandoci.
Se chiudersi equivale a tutto ciò, aprirsi implica il riaffacciarsi al mondo con paura si ma anche con speranza e con la consapevolezza che meritiamo di vivere la vita appieno e di giocarcela fino in fondo.
Aprirsi agli altri, al mondo, alle nuove esperienze. Aprirsi alla paura perché no, il cambiamento e la crescita implicano l’ansia di non riuscire e di fallire, la rinascita viene da un momento di crisi ed è spesso accompagnata da forti emozioni negative.
Quando i miei pazienti arrivano in studio la prima volta sono chiusi, spesso molto stanchi, a volte con poche certezze e difficoltà nello speranze in un cambiamento positivo. La sensazione è quella di una chiusura su vari fronti. Chi è chiuso alle nuove relazioni, chi alle nuove esperienze, chi agli amici, chi non crede più in se stesso e si chiude nella sua interiorità fatta di rimuginazioni, chi ancora si chiude semplicemente in una stanza. Poi pian piano, attraverso la psicoterapia li vedo ricominciare a vivere e ad aprirsi, praticamente come un fiore che sboccia, lentamente e si apre alla vita e ai raggi di sole. Riprendere a sorridere e a uscire da quella stanza, è questo quello che vi auguro. Vogliatevi sempre bene!
Dott. Francesco Greco
Tel. 3922965686
www.francescogrecopsicologo.it
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Il Dott. Francesco Greco, Psicologo e Psicoterapeuta, è specialista in Psicoterapia Cognitivo Comportamentale. Svolge attività clinica per i disturbi d'ansia, depressione, crisi, stress, insicurezza, disturbi emotivi e dello spettro ossessivo. Utilizza la Terapia Cognitiva, la Acceptance and Commitment Therapy (ACT), Mindfulness e la SCHEMA THERAPY. Specializzato nel trattamento dei disturbi dell’alimentazione attraverso la tecnica della CBT-E, disturbi sessuali e consulenza di coppia. Riceve a Bagheria e raggiungibile da tutto il mondo online in videochiamata.