Buche, voragini, fossi: girala come vuoi, sempre "scaffe" sono

Buche, voragini, fossi: girala come vuoi, sempre "scaffe" sono

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Spigolando... di tutto un pò - fra le righe della città

Le buche (o scaffe, o fossi) a Bagheria ci sono sempre state, e sono una storia vecchia.
Come vecchia è la storia della mancanza di acqua potabile, e il caos del traffico.

Diciamo che delle piaghe della Sicilia secondo la battuta di Benigli-Stecchino noi ci salviamo dalle ire dell'Etna solo per motivi di dislocazione geografica.
Negli ultimi tempi però c’èra stata una novità.

Diversi mesi, anzi quasi un anno fa, il nostro cuore si aprì alla speranza, allorchè leggemmo sul sito ufficiale del Comune di Bagheria una solerte iniziativa dell’Assessore ai Lavori Pubblici.
Titolo: mettete la vostra “scaffa” in rete: quale scaffa? Non veniva specificato: una qualunque tra le tantissime che c'erano allora (e ci sono ancora).
C'era quindi, per nostra fortuna, una larghissima possibilità di scelta.
Si poteva segnalare quella che uno incontrava più spesso nei propri spostamenti, e alla quale magari era particolarmente affezionato, o quella con contorno più sinuoso ed evocativo, poteva essere quella più profonda, insomma si lasciava spazio alla libera immaginazione; dopodiché semplicemente bastava aprire il sito ufficiale del Comune di Bagheria, registrarsi e poi segnalare corredata da foto digitali, coordinate geografiche , via o piazza e numero civico, la scaffa e le sue caratteristiche geomorfologiche e i dati tridimensionali.

Insomma un gioco da (e per) ragazzi.

Lì per lì, l’idea sembrò una genialata ipertecnologica: ma dove lo vai a trovare un comune a cui puoi segnalare da casa una scaffa e risolvi il problema?
Naturalmente l’iniziativa ebbe un grande successo; pieni di speranza e di fiducia tutti giù a fotografare scaffe: insomma corre voce nei corridoi di Palazzo Ugdulena, che abbiamo il più imponente archivio digitalizzato di scaffe di tutta Europa. E secondo noi, guardando alle strade di Bagheria, non è millantato credito.

Però c’era il trucco: e il trucco era che l’amministrazione si impegnava sì a censire, a fare una mappa, ad archiviare le segnalazioni , ma in nessuna parte del comunicato c’era scritto che l’ìndomani, o dopo un mese, o dopo sei mesi o dopo un anno la scaffa sarebbe stata riparata.

Il risultato è appunto, che, dopo quasi un anno il comune ha una mappatura di buche e scaffe gelosamente custodita negli archivi (sicuramente datata perché con le piogge di questo autunno e inverno la situazione è di molto peggiorata).
A cosa potrà servire?

Sicuramente, stando a quanto si vede, non certo a riparare le scaffe.
Per quello ci dovrà pensare il prossimo sindaco.


Lavoro inutile, quindi, il nostro di solerti cittadini?

Noi speriamo di no anche se l’Assessore nel frattempo è cambiato e questo pare usi il teodolite per calcolare distanze e orientarsi tra le scaffe; altro che tecnologia. internet e computer.

C’è una cosa, però, cui, secondo noi, potrebbe servire la mappa:
se qualche sventurato, a piedi , in moto o in auto dovesse, Dio non voglia, rompersi l’osso del collo o il semiasse dell’auto, sappiamo già dove andare a trovare il responsabile e la prova.
Speriamo che questa mappa serva almeno a condannare gli amministratori a pagare giusti ed equi indennizzi.