La governance partecipata sarà capace di dare prestigio al Museo Guttuso? - di Ezio Pagano

La governance partecipata sarà capace di dare prestigio al Museo Guttuso? - di Ezio Pagano

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Il 7 luglio a Bagheria si celebra la giornata “Bagheria Cantieri: Programmiamo insieme il Territorio” Un libro bianco per la coesione. Quando eventi come questi coinvolgono nomi eccellenti come Maria Varsellona le cose sono due, o si crede davvero nel progetto o si è in cerca di indulgenze. Anche l’invito a Tornatore all’ultima “vernice” di Villa Cattolica mi lasciava questo dubbio.

Premessa
All’inizio gli statisti possedevano l’alto senso di responsabilità e una profonda esperienza dell’arte di governare, in più rispondevano alla loro coscienza; in seguito i politici con l’alto senso dello stato, che nel frattempo erano diventati pochi, rispondevano alle ideologie dei partiti; oggi i politicanti non rispondono a nessuno e la loro parola d’ordine è: consenso a tutti i costi. La conseguenza è che l’Italia non è più il “Bel Paese”.

La questione bagherese
Volendo fermare l’attenzione sul “Museo Guttuso” potremmo dire che allo stato attuale si presenta come un albergo senza stelle, di quelli che per vocazione accolgono tutti, nel nostro caso tutto. A questa poco gratificante gestione siamo stati abituati sin dall’inizio collezionando primati non gratificanti. Ne elenco alcuni per capire di cosa sto parlando:
Il “Museo Guttuso” nasce senza direttore e ne avrà uno dopo molti anni, le motivazioni meriterebbero trilioni di parole e più di un libro bianco.
In oltre trent’anni di attività, sono state prodotte solo due mostre di respiro internazionale: la rassegna “L’ombra degli dei” e la personale di Sal Scarpitta.
Dalla prima inaugurazione, mi riferisco alla struttura no alle esposizioni, ne sono state fatte una dozzina e un’altra l’annuncia l’assessore Vella, senza avvertire imbarazzo.
Non parliamo delle tante definizioni da Metropolitan Museum che si attribuiscono al “Museo Guttuso” ad ogni inaugurazione, da parte di direttrice, assessori e sindaco di turno, sapendo di mentire o peggio, non rendendosi conto della realtà.
E potrei continuare, ma servirebbe solo a trasmettere indignazione e non è giusto, perche Bagheria è potenzialmente una delle città più belle della Sicilia; perche il “Museo Guttuso” di Villa Cattolica potrebbe essere tra i primi due o tre musei siciliani per importanza; perche i bagheresi, per storia, tradizione e cultura meritano altro.
Oggi il “Museo Guttuso” è ancora una volta senza direttore, e dato che la vacatio dura da molto tempo è lecito pensare che il problema non interessi a nessuno. Per questo ribadisco che il museo senza direttore non può funzionare, e solo un buon direttore può farlo diventare una risorsa capace di attrarre i filantropi indispensabili per moltiplicare i consensi.
Adesso, per amore dell’arte, suggerisco alcuni interventi necessari per dare prestigio al Museo ma anche a chi ne ha la responsabilità. Sono cose semplici che si possono fare in poco tempo e con pochi soldi. Ovviamente in attesa delle opportunità del Recovery fund che spero non vadano sprecate in attività effimere di stampo hollywoodiane.

I miei suggerimenti (non richiesti)
Quello che si può fare nell’immediato è dare un’immagine positiva del museo chiudendo il secondo piano: i locali sono inadeguati e la collezione è discutibile. Una volta adeguati i locali, si potranno utilizzare come Galleria d’arte Moderna e Contemporanea esponendo le opere dei grandi Maestri.
Il primo piano, potrebbe essere dedicato tutto al Maestro bagherese Renato Guttuso e a tutto quello che riguarda la vita e l’opera. Qui sarà necessaria una rigorosa selezione delle opere e quindi un nuovo allestimento.
Il piano terra del corpo centrale, potrebbe essere utilizzato per le grandi esposizioni temporanee.
Tutti i corpi dell’emiciclo potrebbero essere adibiti a servizi per il pubblico: uffici, biglietteria, archivi, sale didattiche, bar, ristoranti, librerie d’arte, vendita gadget, guardaroba, ecc.
Il Padiglione ex Cancilla potrebbe essere dedicato a mostre agili di artisti che ne fanno richiesta, ovviamente dietro parere di apposita commissione.

Conclusioni
Va ricordato sempre che i musei non sono degli Amministratori ma appartengono alle Comunità, proprio come le chiese, le scuole, gli stadi, le palestre, le piazze, i belvedere e le spiagge. Sono tutti spazi che a vario livello servono a socializzare, e se è vero che si può vivere anche senza di essi è pur vero che con essi si vive meglio.