Piazzetta Cavour, Bagheria- di Antonio Belvedere

Piazzetta Cavour, Bagheria- di Antonio Belvedere

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A volte i progettisti ci complicano la vita, sognando nei posti sbagliati vasche zampillanti di fresche acque, financo popolate da pesci variopinti.

Ma si sa, i sogni spesso si infrangono contro la realtà di una gestione dello spazio pubblico che nella nostra città è quantomeno scarsa e inefficiente. Cosi vasche e fontane, che quelle fresche acque vorrebbero accogliere, si trasformano spesso in immonde pattumiere. Un triste esempio di questo andazzo è la vasca ottagonale, realizzata una trentina di anni fa nella piazzetta Cavour, nel centro storico di Bagheria, che avrà visto l’acqua forse per un paio di settimane dopo il taglio del nastro. Nessuno dei residenti sentiva il bisogno, in verità, di un simile intervento di riqualificazione. Sono nato a pochi metri da questa graziosa piazzetta e me la ricordo ancora più bella: u chianu, lo chiamavamo. Era uno spazio libero, me lo ricordo in terra battuta, con una piccola fontanella di ghisa che dava da bere ai ragazzini assetati che lì si ritrovavano per giocare al pallone. E’ andata come è andata e un bel giorno, sparita la fontanella di ghisa, ci siamo ritrovati lo spazio completamente occupato da questo bellissimo regalo: quattro palme, due lecci, una colata di piastrelle industriali di pessimo gusto e scarsa qualità e, dulcis in fundo, una grande vasca ottagonale al centro, di materiale più pregiato, in verità, vera ciliegina sulla torta di tutta l’operazione. Recentemente la vasca (e la piazzetta) sono state ripulite dopo anni di abbandono: c’erano anche rifiuti tossici, in quella vasca. 

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Io abito nel quartiere dove sono nato. Nel corso di un paio di sopralluoghi, nel corso dei quali ho incontrato alcuni residenti, si è manifestata l’intenzione di creare un piccolo comitato di quartiere, una “Cavour Connection” che possa collaborare con i servizi comunali per la cura di questo spazio.
Scartata la proposta - fatta da qualcuno in vena di reminiscenze scolastiche - di piazzare una statua di Cavour al posto della fontana, una cosa che si potrebbe fare per impedire che quello spazio vuoto della vasca torni presto ad essere riempita di schifezze dai cavernicoli del quartiere (e di quelli vicini) è trasformarla in una fioriera di circa 8 metri quadrati. Occorre realizzare un parziale riempimento dell’invaso, per portare la fioriera alla quota della piazza, poi occorre un buon drenaggio aprendo dei fori laterali per lo scolo delle acque eccedenti, poco meno di 3 metri cubi di terra e una miscela di piante grasse a bassissima manutenzione (solo pulizia e taglio una volta all’anno). Occorrono poi dei cestini a disposizione dei cittadini, un contenitore per potature e erbacce (qualche residente se ne potrebbe occupare), l’accesso ai rubinetti (attualmente chiusi dentro un gabbiotto in muratura) affinché gli stessi residenti possano prendersi la briga di innaffiare di tanto in tanto.
Personalmente spero che queste semplici idee possano avere riscontro positivo e soprattutto che si inneschi un patto di collaborazione tra servizi comunali e residenti, migliorando la qualità della vita in un piccolo frammento di spazio urbano, normalmente degradato e in abbandono come, del resto, tutta la città.
Nulla potrà cambiare se i cittadini non decidono di prendere parte attiva alla vita del quartiere. Una amministrazione moderna, dal canto suo, deve incoraggiare, agevolare, fornire l’assistenza e i necessari interventi che ad essa fanno capo.

Antinio Belvedere 

Cento Passi per Aspra e Bagheria