Una bagherese autrice di una tesi di laurea sull'arte come terapia dell'autismo

Una bagherese autrice di una tesi di laurea sull'arte come terapia dell'autismo

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L'arte e la medicina possono collaborare insieme per combattere patologie neuropsichiatriche come l'autismo. Florinda Monti, bagherese laureata all'Accademia delle Belle Arti di Palermo, ha lavorato a una tesi sperimentale che ha posto in primo piano la valenza positiva dell'arte nel percorso di terapia e di inclusione sociale dei bambini affetti da autismo e che ha dato il via a una collaborazione tra l'Accademia e l'Asp di Trapani.

"Il mio lavoro cerca di fornire delle risposte utili ai problemi legati all'interazione e alla comunicazione con i bambini affetti da autismo. Si tratta di una patologia molto complessa e diversificata; non esiste una forma di autismo uguale ad un'altra. Per questo motivo ho pensato di sviluppare un progetto che permettesse di individualizzare le strategia di approccio" – così racconta Florinda Monti, che ha speso più di anno nella realizzazione di quattro libri tattili adatti alle esigenze dei bambini. "L'idea è arrivata tempo fa, quando sentì al telegiornale la notizia di un ragazzino affetto da autismo lasciato solo dai compagni in gita scolastica. Ricordo di aver deciso in quel momento di voler intervenire su questo preciso ambito. L'obiettivo del mio lavoro è quello di permettere una maggiore integrazione e interazione tra ragazzi autistici e il resto del mondo. Purtroppo non esistono al momento altri progetti del genere. Così io, il mio relatore (il professore Giuseppe Benenati) e la dottoressa Marilena Cricchio (dell'Asp di Trapani), ci siamo mossi alla cieca, sperimentando e lavorando duramente".
Nonostante le difficoltà iniziali e l'apparente inconciliabilità tra il mondo dell'arte e il mondo della medicina, le reazioni dell'Asp di Trapani sono state positive.
"Quando la dottoressa Mendolia, direttrice del dipartimento di neuropsichiatria infantile di Trapani, mi ha proposto di collaborare con Florinda ho subito accettato entusiasta" – dice la dottoressa Cricchio – "L'idea di poter lavorare direttamente con l'artista, potendo pensare a strumenti fatti su misura per l'esigenza dei nostri pazienti è molto stimolante. Inoltre abbatte i costi; se pensiamo che al momento spendiamo tantissimi soldi per strumenti che poi per metà risultano essere inutilizzabili. Anche il dottor Martines, responsabile del centro per l'autismo, ha accolto l'iniziativa con passione, conscio dei vantaggi che un lavoro di questo tipo porterebbe sia ai pazienti sia al personale medico".
Il Professore Benenati, soddisfatto del percorso intrapreso dalla propria allieva, aggiunge "La medicina e l'arte possono essere due mondi comunicanti. La loro interazione arricchisce ognuno di noi e chissà a cosa può dar vita. Per affrontare un lavoro del genere ci vuole passione, da parte di tutti gli attori coinvolti nel progetto. Per fortuna si è creata una bellissima squadra, anche con il dottore De Nicola, direttore generale dell'Asp, e si sta pensando ad altre collaborazioni e sperimentazioni".
"Per l'Accademia delle belle arti di Palermo è stato un piacere poter collaborare a un progetto così innovativo e interessante" – dice il professore Giovanni Averna, responsabile dell'orientamento dell'Accademia – "Si tratta di una esperienza nuova, molto stimolante, che si basa sul dialogo e sulla cooperazione tra arte e medicina. Per quanto distanti appaiano questi due mondi, la loro unione porterà a dei risultati inaspettati."
I vantaggi derivati da questa collaborazione sono dunque molteplici e favoriscono quel tipo di sapere multidisciplinare indispensabile per far fronte a situazioni complesse quali quella dei bambini affetti da autismo "Credo che la medicina abbia un ruolo importantissimo, dal quale non si può prescindere" – aggiunge Florinda – "ma sono sicura che anche l'arte può dare un contributo notevole, sondando e stimolando la dimensione più creativa, e per questo più umana, propria di ognuno di noi".

Stefania Morreale