La replica senza possibilità di appello di Maurizio Padovano, all’intervista di Gabriella Giammanco sui temi del decreto Gelmini, ed un commento di Pietro La Tona, e di altri utenti, ci danno la possibilità di precisare alcune nostre idee sulla natura del nostro sito,
oltre che sullo specifico della vicenda.
E’ vero, come dice Padovano, che l’on Giammanco è stata di fatto “nominata” alla Camera dei Deputati; esattamente come gli altri 629 deputati di tutti i partiti e di tutte le qualità.
Nelle due occasioni in cui l’abbiamo incontrato, abbiamo ricavato però l’impressione di una persona la cui preparazione e cultura sono superiori, e di gran lunga, a quella di quei deputati e senatori che interpellati dalle” Iene” davanti al Parlamento lasciavano serenamente tracimare oltre lo schermo la loro goffaggine e ignoranza, rigorosamente trasversale, collocando la rivoluzione francese nel Medioevo, e la scoperta dell’America intorno al 1700.
Certo si vede che la Giammanco non ha una eccessiva frequentazione con il mondo dell’insegnamento e della scuola, e neanche con quella realtà sociale, che alla quarta settimana del mese, comincia come si dice da noi, a “leccare la sarda”.
Ci sono nelle posizioni che esprime nell’ intervista tanti luoghi comuni, semplice o banale buonsenso nell’affrontare alcune tematiche complesse e tanta fiduciosa ingenuità, lo riconosciamo; ma non crediamo affatto che ci sia malafede.
E poi, se vogliamo dirla tutta, preferiamo la giovane Giammanco nominata dal PDL, ai parrucconi del P.D. (partito per il quale, lo diciamo a scanso di equivoci, abbiamo votato alla Camera, alle ultime elezioni, sia pure turandoci il naso) che con la politica ci mangiano e bevono da oltre trent’anni e qualcuno da una vita, e che, la recente proposta che dopo tre legislature ovunque ricoperte, al Parlamento nazionale o regionale si debba tornare a casa, ha fatto precipitare in crisi di astinenza.
Qualche nome? subito detto: Lumia, Orlando, D’Antoni, Bianco, Papania, Garraffa, Capodicasa, Cardinale (e famiglia); questi brontosauri della politica, che con la loro “scienza e sapienza” stanno sempre là e guai a tentare di smuoverli.
Andiamo alla "punzecchiatura" di La Tona: questo sito, lo abbiamo detto e lo ripetiamo, pur avendo una linea editoriale facilmente riconoscibile, che è in assoluta coerenza con le storie politiche e personali di quanti vi collaborano, vuole rappresentare un momento di confronto vero, reale, e non luogo in cui si confrontino i pregiudizi politici...
Abbiamo l’ambizione di far confrontare sul nostro futuro locale, ma non solo, le intelligenze, le professionalità di quanti vogliono, pur tra tanti limiti una Bagheria diversa: semplicemente pulita, operosa, che costruisce il proprio futuro valorizzando le risorse umane, naturali e artistiche del territorio, possibilmente senza mafia.
Vogliamo essere, oltre che organo di informazione ovviamente, in qualche modo, un cantiere in cui si costruisce questo futuro, ed a cui chiunque anche da posizioni politiche diverse, può portare un “pezzo” .
Per questo va ricordato che nelle ultime settimane avevamo ospitato almeno cinque articoli, di critiche anche feroci alle proposte della Gelmini di modifica di alcuni assetti della scuola, critiche che anche noi per larga parte condividiamo.
Abbiamo però ravvisato l’opportunità, di pubblicare anche qualche voce in difesa delle norme proposte dalla Gelmini.
Da noi contattata, la Giammanco ci rispondeva che aveva appena rilasciato una intervista al Socialista Lab, e che se lo avessimo voluto, ce l’avrebbe mandata e avremmo potuto utilizzarla. Ed è quello che abbiamo fatto.
Il fatto che Gianni De Michelis sia il direttore della testata non ci ha per niente inquietato.
Socialista Lab è una di quelle decine di pubblicazione di destra, di centro e di sinistra, finanziate dal governo che costano alla collettività (anche “Prodi regnante”), secondo una inchiesta di Report, la trasmissione domenicale di Rai tre mai smentita, circa 700 milioni di Euro l’anno, e che contribuiscono in maniera serenamente bipartisan ad affossare il bilancio del nostro paese, ed a sottrarre risorse anche alla scuola.